Delitto di Garlasco, ira dei Poggi dopo Le Iene e non solo: "Squallidi e vergognosi, Chiara non aveva segreti"
I genitori di Chiara Poggi non contengono la rabbia a seguito dei nuovi servizi de Le Iene sul delitto di Garlasco: "Era una ragazza pulita"
"Non aveva due telefoni" e "non aveva amanti". Lo dicono a gran voce Rita Preda e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara Poggi, dopo le notizie piovute da vari testimoni e riprese da altrettanto varie testate su presunte novità che riguarderebbero il delitto di Garlasco. "Illazioni", secondo i Poggi, che contribuirebbero a "infangare la memoria di nostra figlia". Per questo i coniugi non esclude la possibilità di un’azione legale.
Parlano i genitori di Chiara Poggi
"È vergognoso quello che sta succedendo, quello che stanno dicendo in vari programmi televisivi e anche sui giornali". Lo dice Rita Preda alle telecamere del TgCom24.
Il padre e la madre di Chiara si riferiscono al lavoro de Le Iene e di Fabrizio Corona, che nei loro servizi hanno lasciato intendere, riportando dichiarazioni di presunti testimoni, che la loro figlia avesse l’amante e per questo motivo sarebbe stata in possesso di due telefoni.
"Non si può continuare a fare queste insinuazioni su mia figlia che non c’è più, che non può difendersi", continua la madre della ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. "Chiara era un ragazza pulita, non aveva amanti e non aveva telefoni", dicono entrambi alle telecamere del TgCom24.
"Come si fa a gettare fango su una ragazza e non pensare a come sia stata uccisa?", si interroga Rita Preda assecondata dal marito. "Nei vari processi era stata scandagliata la sua vita e non avevano trovato niente", aggiunge la madre della 26enne.
Il secondo telefono
Il loro sfogo è un chiaro riferimento, come anticipato, a quanto pubblicato nei giorni scorsi su presunte abitudini misteriose di Chiara Poggi. Qualcuno sostiene, ad esempio, che la ragazza fosse in possesso di un secondo telefono con una seconda utenza. In effetti una traccia di questo elemento esiste, e si trova nella sentenza di appello bis – scrive Today – in cui si legge di una collega di Chiara che disse di aver notato che la vittima disponeva di un telefonino Nokia azzurro e "forse un secondo piccolo cellulare".
Dagli accertamenti degli investigatori emerse, tuttavia, che all’interno della stanza della vittima era sì presente un cellulare Samsung, ma si trattava di un dispositivo non più in uso. La sim contenuta nel vecchio telefono era stata dunque inserita nel Nokia azzurro che Chiara Poggi usò fino al giorno della sua morte.
Su questo aspetto, inoltre, il padre di Chiara Poggi interviene ai microfoni di TgCom24: "L’azienda in cui lavorava esiste, perché non chiedono se le fu dato un telefono aziendale?".
Il servizio de Le Iene
C’è, poi, quella storia del presunto amante di Chiara Poggi. Un’ipotesi caldeggiata da Le Iene in un servizio andato in onda martedì 3 giugno, durante il quale è stata trasmessa l’intervista a un presunto testimone ora deceduto il quale affermava che Chiara avesse una relazione clandestina con un uomo adulto.
A questa ipotesi è facile collegare gli "intrallazzi" di cui l’amica Cristina Tosi le chiedeva conto in uno scambio di email il 5 luglio 2007, nei quali Chiara Poggi parlava di due "piccioni", uno che "al telefono dà sempre soddisfazioni" e "l’altro" con cui "ultimamente non vado troppo d’accordo".
Giuseppe Poggi a TgCom24 tuona: "Basta andare a sentirla, interrogarla e chiedere cosa intendesse per ‘piccione uno’, ‘piccione due’ o ‘piccione venticinque'".
Fonte foto: US Mediaset