Delitto di Garlasco, la strana morte di Giovanni Ferri oltre all'omicidio di Chiara Poggi
Garlasco oltre il delitto di Chiara Poggi, tra scia di suicidi, scandali sessuali e coinvolgimento di carabinieri. Tutti gli episodi
L’omicidio di Chiara Poggi non è l’unico caso avvenuto a Garlasco. Con le nuove indagini in corso, l’interesse sul paesino di diecimila abitanti si riaccende. Dal caso del Santuario della Bozzola alla morte di Giovanni Ferri.
Scia di suicidi
Il tranquillo paesino di Garlasco si trova al centro di una vicenda anomala e non si parla solo dell’omicidio di Chiara Poggi. Nel corso dei decenni sono avvenuti una serie di episodi strani: c’è chi parla di scie di suicidi e chi di omicidi senza prove.
Si parte dal 1990, quando due giovani si sono uccisi con il gas di scarico della macchina dopo aver passato una serata con gli amici. Non ci sono molti dettagli, ma si conosce il luogo: via Mulino. Una via che torna nei racconti perché è dove si consuma anche un’altra tragedia. Giovanni Ferri, anziano in pensione, viene ritrovato all’interno di un’intercapedine tra un muro e un palazzo (circa 50 cm) senza vita. Un suicidio? Ha polsi e gola tagliati, ma accanto a lui non ci sono lame riconducibili al gesto auto-inflitto.
Dopo di lui, una serie di giovani suicidi: nel 2011, poi ancora nel 2014 e nel 2015. Il contesto di Garlasco è sempre meno quello di un paesino di provincia e sempre più quello di un luogo nel quale esiste del disagio giovanile che porta all’estremo gesto.
Lo scandalo al Santuario
C’è poi il noto scandalo al Santuario. Secondo nuove ipotesi sul caso di Chiara Poggi, i due episodi sarebbero collegati.
Accade che al Santuario della Madonna della Bozzola un prete fonda una comunità di recupero per ragazzi e ragazze con problemi di tossicodipendenza e disturbi psicologici. Nel 2014-2015, però, viene coinvolto in una storia di ricatti a sfondo sessuale.

Due uomini sostenevano di avere delle prove con protagonista il prete in intimità con un altro uomo. Il caso di estorsione venne sottovalutato dai carabinieri a cui si rivolse il prete, e alla fine questo cedette e decise di pagare. L’intermediario fu l’allora sindaco di Garlasco.
Favoreggiamento della prostituzione
C’è poi il caso del 2013 che coinvolge il maresciallo dei carabinieri di Garlasco. Non solo in quel periodo è in corso l’indagine, ma succedono anche altre strane situazioni.
Il maresciallo viene coinvolto nella separazione di un’amica e, per via del suo intervento, verrà condannato per peculato. Finisce anche a processo e sarà condannato per favoreggiamento della prostituzione. Sembra infatti che avesse tollerato la presenza di sex workers in un locale notturno della zona.
Tra i nomi di queste ragazze, compare quello della proprietaria di un telefono che nel 2017 chiamò Andrea Sempio. La telefonata, intercettata, appare difficile da interpretare. Lo scambio è tra un uomo anziano e Sempio, che dà del “lei” all’interlocutore. Parlano di “qualcosa che si sta muovendo”, ma che i giornalisti ancora non si sono visti. La donna è stata assunta come praticante avvocato nello studio del legale di Sempio.
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Fonte foto: ANSA