Garlasco, la chiavetta Usb di Chiara Poggi e l'allarme disattivato più volte la sera prima del delitto

La sera prima del delitto Chiara Poggi disattivò l'allarme più volte. Perché? E per quale motivo fece ricerche web su abusi e delitti?

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Prima di morire Chiara Poggi disattivò e riattivò l’allarme di casa almeno cinque volte. Sono tanti gli elementi che rendono il delitto di Garlasco un piccolo grande enigma. A foraggiare le suggestioni c’è anche il contenuto salvato dalla vittima sulla sua chiavetta USB, nella quale la 26enne aveva scaricato articoli che parlavano di pedofiliaanoressiadelitti perfetti. Due mesi dopo quelle ricerche sul web Chiara fu brutalmente uccisa nell’abitazione di famiglia, a Garlasco (Pavia).

L’allarme disattivato più volte

Il dato più noto alle cronache e all’opinione pubblica è quello relativo alle ore 9:12: in quel momento Chiara Poggi avrebbe disattivato l’allarme perimetrale dell’abitazione di via Pascoli, e probabilmente proprio a seguito di quell’orario sarebbe stata uccisa.

Va precisato, però, che lo stesso allarme era stato disattivato la sera prima, il 12 agosto, quando Chiara si trovava in compagnia del fidanzato Alberto Stasi.

Questo dettaglio era già noto – l’8 settembre 2007 i quotidiani nazionali documentarono il sequestro del dispositivo da parte dei carabinieri – ma viene riportato alla memoria da un articolo pubblicato su Oggi. Chiara disattivò e riattivò l’allarme almeno cinque volte, se includiamo l’ultima mossa della ragazza in vita, quando alle 9:12 probabilmente accolse l’assassino in casa.

Nello specifico, scrive Oggi in un articolo di Paola Manciagli, il 12 agosto il sistema di sicurezza di via Pascoli fu attivato e riattivato intorno a mezzanotte, sicuramente in quei 10 minuti durante i quali Alberto Stasi si allontanò dalla villetta per prendersi cura del suo dobermann. Di nuovo, l’allarme fu disattivato e riattivato verso l’una di notte e infine alle ore 2.

Cosa c’era nella chiavetta USB di Chiara Poggi

Il dibattito di questi giorni si concentra, ora, sui contenuti della chiavetta USB di Chiara Poggi. Anche questo è noto: nei mesi precedenti la sua morte la 26enne scaricò dal web alcuni articoli. Tra questi, c’erano inchieste sulla pedofilia e l’anoressia, ma anche sul delitto perfetto e gli abusi sessuali nel mondo della Chiesa. Chiara Poggi li aveva scaricati e inseriti nella sua pendrive, una Kingston da 2 gigabyte, insieme a materiale fotografico che documentava il suo viaggio a Londra per incontrare il fidanzato Alberto Stasi.

Anche questi dettagli sono comparsi sul nuovo numero di Oggi, che – come già riportato da Darkside – precisa che Chiara salvò quegli articoli in formato PDF sotto i seguenti nomi: Pedofilia 1, 2, 3, 4AbusatiCoca CattivaOmicidi senza colpevole. I primi due furono salvati la sera dell’8 giugno, gli ultimi due la mattina del giorno 12.

Le ricerche c’entrano con il delitto di Garlasco?

La domanda resta aperta: perché Chiara Poggi fece quelle ricerche? E perché le salvò sulla sua pendrive? Una risposta si basa sulla logica: come sottolinea Paola Manciagli su Oggi nel 2007 le connessioni veloci non erano diffuse in tutta Italia, tanto meno le reti wi-fi. È possibile che Chiara avesse intenzione di leggere quel materiale in un secondo momento. Ma perché tanto interesse?

In passato il padre di Chiara aveva riferito a Manciagli che la figlia non aveva mai manifestato interesse sulla cronaca nera, le droghe e gli abusi. Probabilmente quelle ricerche sull’anoressia le servivano per documentarsi sul problema che affliggeva la cugina Paola Cappa. Si potrebbe tentare, tuttavia, un’altra spiegazione: una giovane di 26 anni potrebbe avere curiosità verso certi argomenti che, magari, in un dato periodo storico occupano le prime pagine.

Secondo altre opinioni, invece, Chiara Poggi potrebbe aver avvertito un pericolo e, con quelle ricerche, potrebbe aver cercato risposte o di dare un nome a eventuali paure che la attanagliavano. Ma si tratta, ripetiamo, di opinioni e suggestioni.

garlasco-chiara-poggi Fonte foto: ANSA
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