Garlasco, la scena del crimine descritta da Francesco Marchetto: "C'era tanto sangue, alcuni senza guanti"

Francesco Marchetto guidava la stazione dei carabinieri di Garlasco nel 2007: "Quel giorno troppe persone che andavano e venivano"

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“Troppe persone sulla scena del crimine”. Così Francesco Marchetto, ex maresciallo che guidava la stazione dei carabinieri di Garlasco ha definito la situazione subito dopo l’omicidio di Chiara Poggi. L’ex comandante ha poi spiegato che in molti erano senza guanti e, in generale, “quando sono arrivato io, già da un paio d’ore c’era gente che entrava e usciva”.

Francesco Marchetto descrive la scena del crimine

All’interno si dovevano trovare il magistrato , il comandante di reparto, il comandante della compagnia, gli addetti ai reperti e gli addetti alla fotografia. Stop”. Sono le parole di Francesco Marchetto a Mattino Cinque News che ha descritto la scena che si è ritrovato davanti nella villa dei Poggi.

“Secondo me c’era troppa gente”, ha aggiunto parlando della scena del crimine subito dopo la morte di Chiara Poggi. “Ho trovato tanto sangue“, ha aggiunto.

garlasco chiara poggiFonte foto: ANSA

La villetta di Garlasco

“I calzari buona parte dei presenti li avevano mentre i guanti secondo me molte persone non li avevano, non capisco il motivo”, ha detto Marchetto.

Troppe persone presenti, dunque, e non adeguatamente bardate per proteggere la scena del crimine.

Il testimone minacciato

Inoltre parlando del testimone, l’ex comandante ha aggiunto: “Ha raccontato la verità ma ha ritrattato perché è stato minacciato o intimidito da qualcuno che era all’interno della Procura in quel momento”.

Il testimone aveva raccontato di una ragazza in bici la mattina del delitto per poi ritrattare tutto poco dopo.

Questa testimonianza era stata resa in procura a Pavia nell’ambito della prima indagine sull’omicidio di Chiara Poggi.

Chi è Francesco Marchetto

Francesco Marchetto nel 2007 guidava, come maresciallo, la stazione dei carabinieri di Garlasco. Assunse un ruolo chiave nelle fasi iniziali dell’indagine sul delitto.

Stimato come il miglior ufficiale di polizia giudiziaria della provincia, finì però in contrasto con il capitano Gennaro Cassese e venne escluso dall’indagine pochi giorni dopo l’omicidio.

 

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