Curiosità – Virgilio Motori https://www.virgilio.it/motori Consigli e novità su Auto e Moto Thu, 05 Jun 2025 22:54:39 +0000 it-IT hourly 1 237892327 Scala le montagne in impennata e bendato: il folle stuntman sulla Vespa https://www.virgilio.it/motori/curiosita/scala-montagne-impennata/281694/ Thu, 05 Jun 2025 13:59:10 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=281694 In Austria, il nome di Guenther Schachermayr è sinonimo di follia calcolata. Una leggenda su due ruote — anzi, su una sola — che ha trasformato la Vespa, simbolo della dolce vita italiana, in strumento di imprese al limite del surreale. Dopo un lungo silenzio, lo stuntman di Steyr, 47 anni, è tornato in scena con una performance da brividi, più vicina a una sfida contro se stesso che a uno spettacolo da Guinness.

In strada su una ruota sola

Non c’era pubblico, né telecamere a effetto. Solo una strada panoramica di 4,5 km a St. Ulrich, nell’Alta Austria, un veicolo privo dell’intero avantreno — ruota anteriore compresa — e un cappuccio nero calato sul volto, a renderlo completamente cieco. A guidarlo, un assistente fidato al volante di un’auto, collegato via radio. Il resto lo ha fatto l’equilibrio, la follia e la bombola di ossigeno.

Sì, avete capito bene. Schachermayr ha percorso tutta la strada in impennata, mantenendo la Vespa su una sola ruota posteriore, senza mai cedere, senza mai sbilanciarsi. Il tutto bendato, con un cappuccio che — oltre a impedirgli la vista — non lasciava passare nemmeno l’aria. Da qui, la necessità della bombola di ossigeno medicale, legata al corpo come un alpinista in alta quota.

Un obiettivo folle e ambizioso

Una sfida che lui stesso definisce “solo un allenamento“. L’obiettivo vero è infatti ben più ambizioso: scalare la strada alpina del Grossglockner, il gigante austriaco da 3.798 metri di quota. Non a piedi, ovviamente, ma in sella alla solita Vespa mutilata, con le medesime condizioni: occhi bendati, senza avantreno, guidato solo dalla voce. Più che un’impresa, una dichiarazione di guerra al buon senso.

Chi conosce Schachermayr sa che il confine tra pazzia e genio, per lui, è una linea sottilissima percorsa a tutta velocità. E che le sue imprese, per quanto spettacolari, non sono mai improvvisate: ogni dettaglio è studiato, ogni rischio (quasi) calcolato. Ma questo non basta, naturalmente, a sminuire i pericoli reali legati a un simile gesto.

Una carriera fatta di imprese

Anni fa, lo stuntman aveva tentato qualcosa di simile su una strada aperta al traffico. Il risultato? Un intervento immediato della Polizia, una multa salata e il ritiro della patente. A dimostrazione del fatto che l’adrenalina può anche far volare, ma a terra comanda sempre il codice della strada.

Ecco perché, per quanto affascinante, l’impresa di Guenther va guardata per ciò che è: uno spettacolo estremo, riservato a chi ha il fisico, la mente e l’incoscienza per affrontarlo. Da ammirare, forse, ma non certo da imitare. Non solo per prudenza, ma per rispetto della logica. Nel frattempo, Schachermayr si gode il successo silenzioso della sua ultima follia. Nessuna caduta, nessun errore. Solo 4,5 km percorsi nell’oscurità, guidato dalla voce e dal suo istinto fuori dal comune. E una Vespa che, privata delle sua ruota davanti, sembra quasi un’estensione del suo corpo. Fra qualche mese, il Grossglockner lo attende. E con lui l’intera Austria, divisa tra ammirazione e sgomento. Perché Schachermayr sarà anche folle, ma la sua è una follia che si nutre di disciplina, preparazione e (soprattutto) incosciente professionalità.

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281694 Scala montagne in impennata
Asta record per Ferrari, i modelli storici che hanno stregato i collezionisti https://www.virgilio.it/motori/curiosita/asta-record-ferrari-villa-deste/281100/ Sun, 01 Jun 2025 05:30:57 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=281100 Ferrari è sempre di più un brand di riferimento per il mondo delle quattro ruote. Per i collezionisti, in particolare, le produzioni della Casa di Maranello rappresentano, spesso, uno dei principali obiettivi per arricchire il proprio garage. Le Ferrari possono facilmente raggiungere quotazioni da record, soprattutto quando i modelli più iconici dell’azienda italiana vengono venduti all’asta. In questi casi, infatti, è facile che il prezzo finale di vendita tocchi cifre esorbitanti.

Un esempio è rappresentato da quanto avvenuto nei giorni scorsi a margine del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, evento che riesce sempre ad attirare l’attenzione di appassionati e collezionisti del mondo delle quattro ruote in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Durante la manifestazione, infatti, si sono svolte diverse vendite all’asta con in primo piano diversi modelli iconici per il mondo delle quattro ruote. Non sorprende che un ruolo di primo piano lo abbiano avuto proprio alcuni esemplari prodotti da Ferrari. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.

Un’asta di successo

La vendita all’asta tenuta da Broad Arrow Auctions è stata un successo, con oltre il 78% dei lotti disponibili che è stato venduto, per un importo complessivo di oltre 31 milioni di euro. Le vendite si sono svolte nel corso di due eventi, a margine del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, con tanto di diretta streaming tramite YouTube.

Oltre a modelli Ferrari, che spesso raggiungono quotazioni da record, sono state vendute all’asta anche diverse auto da collezione, con grandi brand protagonisti come Mercedes, BMW, Ford.  Tra i modelli venduti c’è stato anche spazio per alcune vetture molto rare che hanno attirato l’attenzione dei collezionisti. Per maggiori dettagli potete dare un’occhiata al post su Facebook qui di sotto.

Le più richieste arrivano da Maranello

Una delle auto prodotte a Maranello che hanno conquistato i presenti all’asta tenuta al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este è stata la Ferrari 275 GTS. Si tratta di un modello prodotto nel corso del 1965. Complessivamente, l’azienda italiana ha realizzato solo 200 esemplari di questa vettura, considerando le specifiche originali, il colore rosso rubino chiaro e gli interni in pelle nera. Il motore è un V12 Colombo da 3.3 litri con una potenza massima di 260 CV e cambio manuale a 5 marce. La vettura è certificata Ferrari Classiche. Un collezionista olandese è riuscito ad aggiudicarsi la supercar per una cifra di 1.525.000 euro.

Un altro modello prodotto dall’azienda di Maranello protagonista all’evento di Villa d’Este è stato la Ferrari F40 Competizione. L’esemplare in questione, realizzato nel 1989 (poi convertito in una versione Competizione da Specialised Cars di Martin Shaw negli anni 90), è dotato di un motore V8 biturbo da 2,9 litri, potenziato fino a 648 CV e 763 Nm. La F40 è stata venduta per 2.312.500 euro. La valutazione più alta, invece, è toccata alla Ferrari 166 Spyder Corsa. Si tratta di una vettura prodotta nel 1948 e arrivata in sesta posizione alla Targa Florio del 1948, partecipando anche a diverse altre competizioni. L’esemplare venduto all’asta, dotato di un motore V12 da 2.0 litri e cambio da corsa a cinque marce, è stato venduto per la cifra record di 7.543.750 euro.

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281100 Aste da record per i modelli Ferrari
Il caso dei Cybertruck invenduti, fermi in un centro commerciale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/caso-tesla-cybertruck-invenduti/280957/ Fri, 30 May 2025 12:32:01 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280957 Un tempo Elon Musk prometteva di rivoluzionare la mobilità. Oggi Tesla si ritrova con decine di Cybertruck invenduti, posteggiati in un centro commerciale semi-abbandonato della provincia americana. Dall’elettrico dei sogni alla realtà degli esemplari adagiati in un piazzale, sotto al sole e alle intemperie. Succede a Farmington Hills, sobborgo di Detroit, Michigan, dove decine di pickup futuristici – quelli che dovevano cambiare la storia dell’auto – giacciono in bella mostra in un vecchio shopping center in declino.

Le immagini comparse sul web parlano da sole: file ordinate di Cybertruck argentati che occupano diverse file di stalli nel parcheggio di Hunter’s Square, una location che sembra più adatta a un film post-apocalittico che a un lancio di prodotto high-tech. Ma la notizia non è solo pittoresca. Perché quella distesa di veicoli rappresenta una doppia sconfitta: commerciale e logistica.

Il problema? Troppi pickup, pochi acquirenti

Tesla, stando ai dati riportati da Forbes, ha venduto appena 40.000 Cybertruck nel 2024, contro i 250.000 previsti. Un buco nero, se si considera che Musk aveva parlato con entusiasmo di oltre 1 milione di prenotazioni prima del debutto ufficiale. Ma da quel lancio – ritardato più volte – le cose non sono andate come da copione. I clienti americani, abituati a pickup solidi e familiari, hanno storto il naso di fronte alla linea spigolosa e alle prestazioni non proprio rivoluzionarie. E così, mentre il Ford F-150 Lightning guadagna terreno, il Cybertruck rimane fermo. Come gli esemplari nel piazzale.

Parcheggi vietati e silenzi imbarazzanti

Il problema, ora, è capire cosa fare di tutti questi veicoli. L’area scelta da Tesla, a quanto pare, non è autorizzata a ospitare uno stoccaggio del genere. La conferma arriva dal responsabile dell’urbanistica a Farmington Hills: “Il proprietario è stato informato della violazione, ma i tempi di applicazione del codice sono lunghi”, ha spiegato con una punta di frustrazione. In altre parole, anche volendo, rimuovere quei veicoli non sarà una questione di giorni.

L’ipotesi più accreditata è che quei Cybertruck provengano dal nuovo showroom Tesla inaugurato da poco nella vicina West Bloomfield. Ma né il proprietario registrato del sito né il gestore di Hunter’s Square hanno risposto alle richieste dei giornalisti. E il silenzio, in questi casi, pesa più delle parole.

Musk pensa ai “saldi

Nel frattempo, Tesla tenta di correre ai ripari. In aprile ha lanciato finalmente la versione single motor a trazione posteriore, proposta a 69.990 dollari, mentre per gli altri modelli sono stati proposti sconti, pacchetti di leasing agevolati e persino ricariche gratuite. Una strategia chiara: tagliare i margini per svuotare i piazzali. Ma non è detto che basti.

A peggiorare la situazione ci sono i valori di permuta crollati, con diversi proprietari che si sono detti scioccati da quanto poco valga un Cybertruck già dopo pochi mesi. Un altro colpo all’immagine di un veicolo che, nelle intenzioni, doveva ridefinire il concetto stesso di pickup elettrico.

Da status symbol a potenziale fallimento

La parabola del Cybertruck somiglia sempre più a quella di certi progetti visionari finiti male: molto fumo, tanto hype, e poi il brusco risveglio della realtà. Il design da Blade Runner non ha convinto, la qualità percepita ha lasciato perplessi e i ritardi hanno inficiato la fiducia.

Oggi, quello che doveva essere il nuovo gioiello di Elon Musk è diventato un problema urbanistico per una cittadina del Michigan. E, forse, anche un campanello d’allarme per Tesla: perché non basta più promettere il futuro. Bisogna anche riuscire a venderlo.

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280957 Tesla Cybertruck invenduti
Monopattino elettrico truccato sfreccia a 82 km/h, ora rischia la rottamazione https://www.virgilio.it/motori/curiosita/monopattino-elettrico-truccato-rottamazione/280812/ Fri, 30 May 2025 05:30:45 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280812 I monopattini elettrici sono sempre più diffusi e, soprattutto nelle città più caotiche, possono rappresentare un ottimo sistema per i piccoli spostamenti, anche grazie ai tanti servizi di sharing a disposizione degli utenti. L’utilizzo di questa particolare tipologia di mezzo di trasporto, però, si accompagna ad alcuni rischi per la sicurezza, sia per il conducente che per i pedoni e i conducenti di altri veicoli. Questo accade soprattutto in quei casi in cui il monopattino viene utilizzato in piena violazione delle normative.

Un nuovo caso incredibile che conferma i rischi legati all’uso improprio di un monopattino elettrico arriva dalla Francia. La Polizia di Abrets-en-Dauphiné, un comune francese dell’Isère, durante un controllo con un sistema di rilevazione della velocità ha sorpreso un veicolo a viaggiare a una velocità ben superiore al limite. La particolarità del caso è legata al tipo di veicolo che aveva superato il limite: un uomo di 45 anni, infatti, aveva raggiunto con il suo monopattino elettrico una velocità davvero impensabile. Andiamo a scoprire tutti i dettagli sul caso e quali saranno le conseguenze per un comportamento fuori dalla normativa.

Cosa è successo

A riportare il caso è stato il magazine francese auto-moto.com che ha descritto nei dettagli l’accaduto. Come rilevato dalla Polizia locale, l’uomo alla guida del monopattino elettrico, in occasione del controllo, si era spinto fino a 82 km/h con il suo veicolo. Le norme del Codice della Strada valido in Francia sono state diverse. Per prima cosa, c’è stato il superamento della velocità massima: i monopattini a zero emissioni non possono superare i 25 km/h mentre quello guidato dall’uomo era stato modificato per eliminare questo limite.

In aggiunta, il conducente viaggiava senza casco, che in Francia è obbligatorio in alcune strade (mentre in Italia è sempre obbligatorio). Da segnalare anche l’assenza di una copertura assicurativa, anche questa obbligatoria come previsto dalla normativa francese per poter circolare con un monopattino elettrico. Tutte queste violazioni, è inevitabile, si tradurranno in una maxi-sanzione. L’uomo, inoltre, potrebbe essere costretto a dire addio al suo veicolo, pronto a essere rimosso dalla circolazione.

Arriva anche la rottamazione

Il futuro sembra essere ormai segnato. Tra le possibili sanzioni, considerando la gravità delle violazioni commesse, c’è anche la rottamazione del monopattino che potrebbe essere smaltito e rimosso definitivamente dalla circolazione, anche per via dei potenziali rischi che il suo utilizzo potrebbe comportare per la sicurezza (considerando le modifiche tecniche effettuate che consentono di superare il limite di velocità).

Il caso che arriva dalla Francia è l’ennesima dimostrazione dei rischi legati a un utilizzo improprio di un monopattino. Questi mezzi di trasporto sono ideali per i micro spostamenti quotidiani e devono rispettare normative rigide e molto precise, pensate per garantire la massima sicurezza, per tutti. Comportamenti come quello descritto in precedenza possono avere effetti drammatici. Un monopattino, infatti, non è pensato per viaggiare a velocità così elevate e anche solo un piccolo ostacolo può causare un incidente molto grave.

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280812 Una velocità record per il monopattino elettrico
Il misterioso ponte che sparisce nell’acqua: la verità https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ponte-sparisce-acqua/280815/ Fri, 30 May 2025 05:30:08 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280815 Negli ultimi giorni è andato virale su alcuni social network un video di un ponte che “sparisce nell’acqua“. Questo video ha ottenuto milioni di visualizzazioni lasciando perplessi tantissimi utenti che non avevano mai visto qualcosa del genere. In realtà, però, non c’è nulla di particolare in quanto si tratta di una speciale infrastruttura che consente di collegare due sponde di uno specchio d’acqua (in questo caso un fiume).

Il ponte in questione si trova in Virginia, negli Stati Uniti, e collega Newport e Suffolk, permettendo agli automobilisti di passare, facilmente, da una parte all’altra del fiume. Chi non ha mai visto una soluzione del genere, con un ponte che “sparisce” nell’acqua, trasformandosi in un tunnel, potrebbe rimanere sorpreso. L’opera, lunga più di 7 chilometri, è attiva da tempo: la sua costruzione è stata completata nel 1992. Andiamo a scoprirne i dettagli completi.

Come funziona la struttura

L’infrastruttura si chiama Monitor-Merrimac Memorial Bridge-Tunnel. Come suggerisce il nome, si tratta di un ponte che, prima di raggiungere l’altra parte della costa, si trasforma in un tunnel, liberando una porzione di acqua e consentendo il passaggio facile delle navi, senza interruzioni per il traffico di auto e altri veicoli. Il video qui di sotto mostra chiaramente come funziona il passaggio da ponte a tunnel e nuovamente a ponte. Non è una novità che un ponte diventi virale, in modo sorprendente, sui social. Di recente, ad esempio, è salito alla ribalta anche il ponte delle montagne russe, una particolare struttura molto ripida in Giappone.

Le caratteristiche

Il Monitor-Merrimac Memorial Bridge-Tunnel è una struttura composta da due ponti, due isole artificiali e il già citato tunnel sottomarino, diventando una vera e propria attrazione grazie al video diventato virale sui social. Complessivamente, inoltre, ci sono quattro corsie, due in una direzione e due in un’altra direzione. La lunghezza complessiva è di poco più di sette chilometri ed è parte della Interstate 664. L’opera ha un ruolo chiave per il miglioramento dei trasporti nella zona, permettendo di passare facilmente da una sponda all’altra del James River.

Il sistema ponte-tunnel è utilizzato da diverse infrastrutture al mondo. Negli Stati Uniti e, in particolare, nello stato della Virginia, sono state realizzate altre costruzioni simili. In Europa, invece, un ponte-tunnel è stato realizzato per collegare Copenaghen (Danimarca) a Malmö (Svezia). In Cina, invece, è presente l’Hong Kong–Zhuhai–Macau Bridge–Tunnel System, una mega infrastruttura da ben 55 chilometri. Si tratta di opere molto interessanti che mostrano le sorprendenti capacità di progettazione e costruzione dell’umanità, sempre alla ricerca di nuovi sistemi per spostarsi in modo più efficiente.

Il tema dei ponti e delle infrastrutture all’avanguardia è sempre di attualità anche in Italia, dove, ricordiamo, ci prepariamo ad avviare la costruzione del ponte sullo stretto, anche grazie al nuovo Decreto Infrastrutture, appena approvato con l’obiettivo di velocizzare la realizzazione di varie opere strategiche sul territorio italiano. Per il “nostro” ponte, i lavori dovrebbero partire già nel corso dei prossimi mesi anche se i tempi di realizzazione andranno valutati passo dopo passo, in base all’andamento della prima fase della costruzione.

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280815 Si tratta di un sistema ponte tunnel
Un iPhone ha salvato la vita a un automobilista coinvolto in un grave incidente https://www.virgilio.it/motori/curiosita/iphone-salva-vita-automobilista/280749/ Thu, 29 May 2025 13:30:26 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280749 La tecnologia può fare la differenza in caso di incidente. Oltre ai tanti sistemi di sicurezza che consentono di rendere più sicura la circolazione e più resistente il veicolo in caso di sinistro, anche uno smartphone può risultare fondamentale, velocizzando l’arrivo dei soccorsi. In caso di incidente grave, infatti, ogni secondo è prezioso e per chi è stato coinvolto nel sinistro è molto importante che i servizi di pronto intervento arrivino in tempi rapidi.

Le nuove funzioni degli smartphone più moderni possono rilevare automaticamente l’incidente e avvisare subito i soccorsi. Una dimostrazione dell’efficacia di questi sistemi arriva da un caso registrato in Spagna e riportato dal Majorca Daily Bulletin. Il caso in questione riguarda un incidente che ha coinvolto il veicolo di un automobilista di 22 anni. Dopo l’impatto, il giovane ha perso i sensi, ma il suo iPhone è riuscito a rilevare l’impatto allertando il pronto intervento.

Cosa è successo

Il sinistro è avvenuto all’alba di domenica 18 maggio. Un’auto si è ribaltata e il conducente di 22 anni ha perso i sensi dopo l’impatto, riportando anche lesioni gravi. Dopo l’incidente, l’iPhone ha avviato una chiamata di emergenza al 112. Il servizio di pronto intervento ha ricevuto la chiamata ed è riuscito a geolocalizzare il telefono. In questo modo, i soccorsi sono intervenuti subito sul luogo del sinistro.

L’automobilista è stato trasferito in un ospedale vicino. L’intervento automatico dell’iPhone dopo l’incidente stradale è stato determinante e ha consentito ai soccorsi di entrare in azione nonostante il conducente avesse perso i sensi e, essendo da solo sul luogo del sinistro, non c’era nessun altro che avrebbe potuto richiedere aiuto.

Come funziona

Il sistema che consente di avvisare direttamente i soccorsi è disponibile su iPhone, ma anche su altri smartphone oltre che con alcuni smartwatch. Per quanto riguarda gli iPhone, il sistema si basa sulla funzione Rilevamento incidenti, introdotta da alcuni anni da Apple sui suoi smartphone e anche su alcuni modelli di Apple Watch. Utilizzando i sensori integrati nel dispositivo (accelerometro, giroscopio, microfono, GPS e barometro), oltre a una serie di algoritmi per l’elaborazione dei dati, il dispositivo è in grado di rilevare un sinistro.

In questi casi, apparirà sullo schermo un conto alla rovescia che avvisa l’utente in merito all’imminente avvio di una chiamata al servizio di emergenza. Se l’utente non annulla la chiamata (perché, ad esempio, ha perso i sensi), l’iPhone si metterà in contatto con il servizio di pronto intervento locale (in Europa è il 112) andando anche a condividere la posizione, nel caso in cui il GPS per la geolocalizzazione sia attivo. Il sistema prevede anche l’invio di una notifica ai contatti di emergenza impostati dall’utente.

Questa funzione è attiva di default su tutti i modelli compatibili ed è personalizzabile andando in Impostazioni > SOS emergenze. Bisogna sottolineare che il meccanismo di allerta del pronto intervento non richiede una connessione dati attiva. Per utilizzare Rilevamento incidenti è necessario avere un iPhone 14 (o modelli successivi) e iOS 16 (o versioni successive del sistema operativo). È possibile utilizzare anche un Apple Watch Series 8, SE 2 o Ultra (o modelli successivi) con watchOS 9 (o versioni successive). Tutti i dettagli sul funzionamento sono disponibili sul sito di supporto di Apple.

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280749 Un iPhone ha chiamato i soccorsi e ha salvato un automobilista
Napoli, le auto dei nuovi campioni d’Italia: SUV e supercar per gli Azzurri https://www.virgilio.it/motori/curiosita/fotonotizia/auto-napoli-scudetto/280359/ Mon, 26 May 2025 15:37:02 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?post_type=fotonotizia&p=280359 280359 Napoli campione d'Italia: le auto Festa scudetto Napoli, decine di auto rubate e distrutte https://www.virgilio.it/motori/curiosita/napoli-auto-rubate-festa-scudetto/280303/ Mon, 26 May 2025 07:58:53 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280303 San Giovanni a Teduccio, Napoli Est. La notte prima della festa scudetto del Napoli, mentre in tanti preparavano bandiere, fuochi d’artificio e cori, qualcun altro si organizzava diversamente. “Hanno rubato decine di auto, tra cui quella di mia madre. Le hanno tagliate a metà, verniciate e fatte circolare per animare i caroselli nelle strade cittadine”. È una delle tante denunce piovute nelle ultime ore al deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi Sinistra), arrivate via social, messaggi privati, foto e video. Scene da commedia surreale, se non fosse tutto vero. L’auto della madre di questa cittadina, ad esempio, è stata perfino riportata dove era stata presa. Ma in che condizioni? “Ormai è inutilizzabile, e la beffa è che bisognerà pagare anche lo smaltimento”.

Non goliardia, ma criminalità

Altro che folklore, altro che passione calcistica. “Questa non è goliardia, questo non è vandalismo, questa è criminalità, conclude amaramente la testimone. E con lei tanti altri. La festa per il quarto scudetto del Napoli è stata, per la maggior parte della città, un momento di gioia collettiva, liberazione, appartenenza. Ma non tutti hanno potuto brindare. Anzi, alcuni hanno passato la notte tra caserme e commissariati. “Purtroppo non tutti i napoletani hanno potuto festeggiare come immaginavano”, commenta Borrelli. “In tanti si sono dovuti recare nelle caserme e nei commissariati per denunciare i furti di auto e scooter che poi sono stati utilizzati dai criminali di turno per dare vita a spettacoli che nulla hanno a che vedere con la festa”.

Le foto e i video condivisi in rete ritraggono macchine sfrecciare a folle velocità, spesso con a bordo anche dieci persone. Clacson impazziti, gomme stridenti sull’asfalto, freni a mano tirati in mezzo alla folla. Oltre a San Giovanni, il fenomeno si è ripetuto in più quartieri, da Secondigliano a Ponticelli, da Forcella fino al centro storico. “Girando a tutta velocità per le strade cittadine con decine di persone a bordo, hanno dato vita a scontri in mezzo alle strade affollate di tifosi”, continua il parlamentare. “Creando panico e scompiglio tra famiglie, cittadini e turisti, che volevano vivere tranquillamente questa giornata”.

Condizioni irrecuperabili

È una frattura culturale. Una parte della città vuole celebrare, e lo fa con amore, passione e orgoglio. Poi qualcuno sfrutta l’occasione per prendersi la scena, imporsi con prepotenza, far vedere che può fare quello che vuole, quando vuole. Ma a pagare, alla fine, sono sempre gli stessi: le persone normali, quelle che magari avevano parcheggiato la macchina sotto casa, quelle ritrovatesi a piedi il giorno dopo. O peggio ancora, con un rottame al posto al veicolo. C’è chi ha visto il proprio scooter sfrecciare nel traffico con un altro in sella. Chi ha riconosciuto la propria targa in un video su TikTok. Chi ha ricevuto una telefonata: “Scendi, la tua macchina è là, ma è messa malissimo”.

Meglio chiamare le cose con il loro nome, senza nascondersi dietro la scusa del folklore. “Questa è criminalità, dice la donna. E ha ragione. Se ti rubano l’auto (come accaduto anche a Luciano Spalletti, mentre era alla guida della squadra campana), la smontano, la riverniciano e ci fanno i caroselli sopra smette di essere un gioco. È un sistema. Che approfitta di ogni spiraglio, anche della festa più attesa da una città intera, per tornare a galla. Napoli meritava di più. E tanti napoletani, questa volta, hanno masticato amaro.

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280303 Festa scudetto Napoli, auto rubate
Mission Impossible, le auto iconiche che hanno fatto la storia del film https://www.virgilio.it/motori/curiosita/mission-impossible-auto/280208/ Sun, 25 May 2025 08:30:31 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=280208 Dal 22 maggio è finalmente in sala il capitolo conclusivo di Mission: Impossible, una delle saghe d’azione più amate degli ultimi vent’anni. Ethan Hunt è tornato. Tom Cruise pure. E con loro, acrobazie folli, inseguimenti impossibili e scene che ti incollano alla poltrona. Da che MI è MI, ritroviamo loro: le auto (e le moto), assolute co-protagoniste. Parte della storia, spesso si prendono loro la scena.

Proprio per questo, Subito Motori, la sezione di Subito dedicata a chi cerca auto e moto con il cuore, è il posto giusto per recuperare quelle protagoniste a quattro (e due) ruote che hanno fatto la storia del cinema d’azione. Alcune sono dentro anche in questo ultimo film. Altre ci riportano ai capitoli precedenti. Tutte loro hanno, però, un filo comune: stile, carattere e voglia di correre.

La piccola che si mangia la scena

Nel primo capitolo di Dead Reckoning, c’è un momento spiazzante. Ethan Hunt dovrebbe fuggire con una supercar. Invece, spunta al volante di una Fiat 500 gialla anni ’60. Nessuno se l’aspetta, eppure è perfetta.

Mission Impossible, auto e moto passate alla storia
Fonte: Getty Images
Mission Impossible, le auto e le moto entrate nel cuore dei fan

Piccola, nervosa, agile: si infila tra i vicoli di Roma come se fosse nata lì (spoiler: lo è). Nella scena delle scalinate, quella 500 diventa un personaggio a pieno titolo. Su Subito Motori è al 2° posto tra le city car più cercate nel 2024. A quanto pare, l’amore per il gioiello italiano resiste fino ai giorni nostri.

Il fuoristrada instancabile e la velocità pura

Si scatena sulle piste polverose e nel fango un altro classico: la Land Rover Defender, mito inarrestabile. In Rogue Nation, Hunt usa la versione 110 Station Wagon. Il set? Il Marocco, strade sterrate e inseguimenti da brivido. Il Defender non si scompone: trazione integrale, struttura solida, anima da mulo. Oggi è al 2° posto tra i fuoristrada più cercati sul portale di compravendita. Ne impugni una volta il volante fuori dall’asfalto e scatta – categorico – il colpo di fulmine.

Certe auto sono, invece, pensate per andare forte, per farti sudare le mani prima ancora di accendere il motore, tipo la BMW M3 F80. In Rogue Nation la si vede nel pieno del suo splendore: sbandate perfette, interni in pelle bianca, carrozzeria argento e motore che ringhia. Sì, ringhia. Prima tra le sportive più cercate su Subito Motori nel 2024.

Volare sul serio

A un certo punto Tom Cruise vola. In Mission: Impossible 7 prende una Honda CRF, ancora ai primi posti delle classifiche di vendita con un membr della sua famiglia, si lancia da una scogliera in Norvegia e sparisce nel vuoto. Controfigure? Macché. Mesi di allenamento, prove, follia pura. La moto? Una CRF, la stessa oggi al 2° posto tra le moto cross “acchiappa-click” su Subito Motori. Perché chi ama la libertà, la brama pure lì. Il film è al cinema, le emozioni che porta con sé sono vive anche fuori dallo schermo. Le auto e le moto di Mission: Impossible sono più vicine di quanto sembri. Mezzi veri, guidabili, trovabili. L’azione, a volte, inizia in un normale garage, lontano dalle passerelle.

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280208 Mission Impossible, auto e moto più cercate Mission Impossible, auto e moto passate alla storia
Furti d’auto: la classifica delle dieci più rubate https://www.virgilio.it/motori/curiosita/fotonotizia/auto-piu-rubate-2024/279945/ Fri, 23 May 2025 13:36:19 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?post_type=fotonotizia&p=279945 279945 Auto più rubate, la classifica del 2024 Gli autovelox colpiscono ancora, ma stavolta la multa è davvero insolita https://www.virgilio.it/motori/curiosita/autovelox-multa-insolita/279765/ Thu, 22 May 2025 13:10:30 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279765 Gli autovelox, è inevitabile, finiscono sempre in prima pagina. In genere, le notizie legate ai sistemi di rilevazione automatica della velocità riguardano multe salatissime o automobilisti sorpresi a sfrecciare su una tratta autostradale con velocità folli. Questa volta, però, il tema è completamente diverso anche se di mezzo c’è sempre il superamento dei limiti di velocità. Il protagonista, oggi, non è un automobilista disattento ma un’anatra. Avete capito bene. Il caso è stato raccontato, su Facebook, dall’amministrazione della città di Koeniz, in Svizzera e, sorprendentemente, non è la prima volta che viene registrato. Come specificato dalla stessa pagina Facebook che ha svelato il fatto, non si tratta di un pesce d’aprile in ritardo.

Cosa è successo

La questione è molto semplice: un autovelox installato nell’area della città di Koeniz ha rilevato un’infrazione con un passaggio a 52 km/h in un tratto di strada in cui il limite di velocità previsto è di 30 km/h. Fin qui è tutto nella norma. Dando uno sguardo alla foto scattata dall’autovelox per rilevare la targa del veicolo, è arrivata la sorpresa. A commettere l’infrazione, infatti, non era stato un veicolo ma un’anatra e, in particolare, un Germano Reale, molto diffuso in Europa.

Un evento simile era già stato registrato nel corso del 2018, segno che le anatre amano particolarmente quel tratto di strada e sono ben disposte a superare i limiti di velocità imposti ai veicoli a due e quattro ruote. Il social media manager dell’amministrazione di Koeniz ha dovuto specificare che la foto dell’anatra catturata dall’autovelox non è stata manipolata e che il post non era un pesce d’aprile (pubblicato in ritardo).

La notizia, come inevitabile che sia considerando quanto accaduto, è diventata subito virale e persino la BBC ha dedicato un articolo all’evento, contribuendo a rendere ancora più famosa questa velocissima anatra. Come prevedibile, il post di Facebook ha raccolto tante reazioni oltre a tante condivisioni, nonostante la pagina del comune di Koeniz abbia poche migliaia di follower.

Gli autovelox sono sempre in prima pagina

Il nuovo insolito caso dell’anatra che supera i limiti di velocità è solo l’ultimo esempio di notizie curiose legate ai sistemi di rilevazione della velocità, che in Italia sono alle prese con un problema di omologazione che rischia di causare l’annullamento di tantissime multe. Ricordiamo, infatti, il caso di Fleximan e dell’abbattimento degli autovelox come forma di protesta contro le multe o anche semplice vandalismo.

Di recente, inoltre, abbiamo registrato il caso dell’autovelox che rilevava sempre la stessa velocità, causando centinaia di multe per gli automobilisti. Da ricordare anche i numerosi casi di veicoli beccati in autostrada ben al di sopra dei limiti di velocità e spesso ben al di sopra dei 200 km/h. Nel corso delle prossime settimane, di certo, gli autovelox torneranno in prima pagina con nuove notizie curiose. Il caso dell’anatra svizzera, però, difficilmente potrà essere superato.

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279765 L'autovelox multa un'anatra in Svizzera
Il pick-up elettrico low cost di Jeff Bezos è già un successo https://www.virgilio.it/motori/curiosita/pick-up-elettrico-jeff-bezos-successo/279485/ Wed, 21 May 2025 05:30:41 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279485 Mentre il Cybertruck di Tesla deve fare i conti con risultati non certo straordinari, anche per via di un prezzo davvero elevato, il progetto del nuovo pick-up elettrico sostenuto direttamente da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, sta ottenendo ottimi numeri, almeno per quanto riguarda questa prima fase in cui i potenziali clienti possono prenotare il veicolo con un piccolo acconto. Slate Auto, l’azienda che ha ricevuto un finanziamento diretto da Bezos, sta raccogliendo un grande interesse che potrebbe tradursi in un vero e proprio successo commerciale, decisamente inaspettato considerando le caratteristiche basilari del modello e il suo primo mercato di commercializzazione (gli Stati Uniti).

Elettrico ed economico

Su Virgilio Motori abbiamo affrontato il tema del “nuovo pick-up di Jeff Bezos” il mese scorso. La notizia, in breve, è semplice: Slate Auto è una startup con sede nel Michigan e punta a rivoluzionare il mondo della mobilità a zero emissioni con il lancio di un pick-up, una tipologia di veicolo diffusissima in Nord America. La particolarità del progetto è rappresentata dal prezzo. Slate Auto, infatti, punta a commercializzare il suo modello a partire da circa 25.000 dollari, riducibili ulteriormente con gli incentivi. Il veicolo costerà, quindi, molto meno della metà della versione economica del Tesla Cybertruck. A sostenere il progetto, oltre a Bezos, ci sarebbero altre importanti figure del mondo finanziario americano. L’obiettivo è rendere accessibile la mobilità elettrica puntando su un veicolo che, in Nord America, rappresenta la scelta preferita da molti automobilisti.

Cresce l’interesse per il pick-up

Il nuovo Slate Truck sarà disponibile sul mercato non prima del 2026. Il modello è ancora in sviluppo e ci sono diversi aspetti che dovranno essere definiti nel dettaglio. In questo momento, l’azienda raccoglie le prenotazioni da parte dei potenziali clienti che possono versare un acconto di 50 dollari per prenotare un’unità del veicolo. In poche settimane, il progetto ha attirato l’attenzione di più di 100.000 clienti. Si tratta di un grandissimo risultato che conferma le potenzialità del piano di sviluppo di Slate, sostenuto direttamente da Jeff Bezos.

La versione base del pick-up elettrico sarà molto basilare e diversi elementi che oggi sono parte integrante della dotazione di serie di quasi tutti i modelli sul mercato saranno proposti come accessori. Non ci sarà un display touch nella plancia che sarà sostituito da un alloggiamento per lo smartphone. L’azienda metterà a disposizione dei suoi clienti svariati kit di conversione. Dal modello base, un pick-up a due posti, sarà possibile passare a un SUV a cinque posti o anche a un crossover fastback. L’idea di base è creare un progetto flessibile ed economico che, grazie ad ampi margini di personalizzazione, sia in grado di soddisfare tutte le esigenze della clientela.

Dal punto di vista tecnico, inoltre, sono previste due versioni, una con batteria da 52,7 kWh e una da 84,3 kWh. L’autonomia, con riferimento al ciclo EPA, sarà, rispettivamente, di 241 e 386 chilometri. Al lancio, inoltre, ci sarà una sola motorizzazione: il pick-up potrà contare su di un motore elettrico da 204 CV posizionato sull’asse posteriore. Le dimensioni saranno quelle di un modello compatto, per la tipologia di veicolo. La lunghezza, infatti, sarà di 4,44 metri (1,24 metri in meno rispetto al Tesla Cybertruck). Ulteriori dettagli in merito al modello arriveranno nelle prossime settimane.

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279485 Slate Truck è già un successo
In Ferrari dopo il GP di Imola, Leclerc si concede un panino al McDonald’s https://www.virgilio.it/motori/curiosita/leclerc-imola-mcdonalds/279310/ Mon, 19 May 2025 13:30:47 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279310 Weekend amaro, chiusura semplice. Dopo il sesto posto al Gran Premio di Imola, Charles Leclerc si è fermato per mangiare al McDonald’s. Con la sua Ferrari personalizzata, felpa ufficiale della Scuderia addosso e finestrino abbassato, il pilota monegasco si è concesso qualche minuto per un panino veloce. Accanto a lui, la fidanzata Alexandra Saint Mleux, seduta lato passeggero. I tifosi lo hanno riconosciuto subito. E lui ha risposto con sorrisi, qualche battuta e tanti autografi.

Sosta fuori copione

Spesso, a GP ultimato, i piloti spariscono in una manciata di minuti. Leclerc invece, domenica, ha scelto di fermarsi a mangiare qualcosa di normale, a pochi chilometri dal circuito. A bordo dell’auto, si è concesso una pausa rilassata. Il volto di chi ha dato il massimo, senza raccogliere quanto sperato. Intorno a lui, piccoli gruppi di tifosi si sono avvicinati con rispetto. Alcuni hanno chiesto foto, altri autografi. Charles ha accettato, felice di far contenti i sostenitori. Ed è rimasto per qualche minuto con chi, poche ore prima, lo aveva applaudito in pista.

La giornata era stata complicata. Partita sotto premesse incerte, il passo gara non è mai stato all’altezza di Red Bull e McLaren. Alla fine, un sesto posto dal sapore di occasione sprecata. E a Imola, casa per la Ferrari, le aspettative erano alte. “Abbiamo fatto il massimo con quello che avevamo”, ha dichiarato Leclerc a caldo. Tradotto: più di così, oggi, era impossibile. A ogni week-end promettente ne segue uno in affanno e viceversa: un’altalena di emozioni. E per uno come Charles, che vuole giocarsi tutto, è frustrante.

La scena che resta

Eppure, paradossalmente, ciò che rimane della domenica appena mandata in archivio non è la strategia di gara (rivedibile come a Miami), né i secondi persi dietro a chi lo ha preceduto. È quell’immagine fuori dal circuito: Leclerc in felpa Ferrari, finestrino abbassato, penna in mano, circondato da gente comune. Solo lui, seduto nella sua macchina, che si prende il tempo per chi gli sta attorno. Dalla scena, portata all’attenzione del web, emerge qualcosa di autentico. In un ambiente dove tutto è diventato calcolato, mediato, gestito al millimetro, vedere un pilota top in una situazione tanto quotidiana fa un certo effetto.

Ok, episodi del genere non hanno alcun peso sulla classifica, né aggiungono punti al mondiale. Ma costruiscono qualcosa di più profondo: un legame col pubblico. In un periodo in cui il Cavallino fatica a tornare competitivo, è proprio la dimensione umana a fare la differenza.

Leclerc ha lasciato il circuito con l’amaro in bocca, e un “what if…?” grande come la sua ambizione. Eppure, ha evitato di nascondersi. È rimasto lì, in mezzo alla gente, a testa alta. Perché sulla monoposto ci ha lasciato l’anima, nonostante abbia chiuso dietro al compagno di team Hamilton. E in fondo, anche questo ha valore. Conta che un pilota scelga di fermarsi. Che non si chiuda, che non fugga. Conta che trovi il tempo per ascoltare due parole da un ragazzino con il cappellino rosso, o per firmare una bandiera spiegazzata appoggiata sul cofano.

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279310 Leclerc al McDonald's dopo Imola
La Papamobile di Leone XIV è elettrica: l’auto usata dal nuovo Pontefice https://www.virgilio.it/motori/curiosita/papamobile-leone-xiv-elettrica/279159/ Sun, 18 May 2025 08:10:13 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279159

Primo bagno di folla per Papa Leone XIV: il nuovo Pontefice, a bordo della Papamobile scoperta, ha salutato in fedeli attraversando via della Conciliazione e piazza San Pietro tra gli applausi.

La Papamobile di Leone XIV

Quella utilizzata nella mattinata di domenica 18 maggio 2025 da Prevost è la stessa Papamobile che da poco era in dotazione al suo predecessore Francesco: un’auto realizzata sulla base della nuova Mercedes Classe G elettrica, scelta per gli spostamenti del Pontefice durante il Giubileo e in uso dallo scorso gennaio.

Mercedes è tra i principali fornitori di automobili del Vaticano e negli ultimi decenni sono state usate spesso vetture basate proprio sulla Classe G. L’ultima, in ordine cronologico, è stata realizzata artigianalmente e costruita in un unico esemplare: è la nuova G580 elettrica che si distingue per il frontale chiuso, il cofano e il montante anteriore ridisegnati e i cerchi in lega specifici con funzione aerodinamica.

La potenza complessiva della Papamobile elettrica è di 587 CV, con una coppia di 1.164 Nm. La vettura è capace di prestazioni da sportiva, accelerando da 0 a 100 chilometri orari in 4,7 chilometri, anche se queste capacità difficilmente interesseranno al Pontefice, visto che nella maggior parte delle occasioni l’auto viene usata per bagni di folla ad andatura sostenuta, come quello in piazza San Pietro. Ottima l’autonomia della batteria da 116 kWh netti: 473 chilometri dichiarati nel ciclo WLTP.

Le modifiche per l’auto del Pontefice

La Papamobile in dotazione a Leone XIV è verniciata nel classico bianco perla ed è stata modificata nel powertrain al fine di sfruttare al meglio i vantaggi della trazione integrale con quattro motori elettrici sulle singole ruote, allo scopo speciale dei viaggi lenti in occasione delle manifestazioni pubbliche.

Un sedile singolo, girevole e regolabile in altezza ha sostituito la panchetta al posteriore, mentre dietro alla seduta ci sono due poltroncine singole destinate ad altri eventuali passeggeri. Il tetto è stato rimosso, mentre il montante centrale è stato modificato per integrarsi nella fiancata.

Presente anche un hardtop separato, abbastanza alto, con la funzione di proteggere il Santo Padre in caso di condizione meteo avverse e ripararlo dalla pioggia. Saldata al resto della carrozzeria la portiera posteriore, mentre quella destra è stata mantenuta con l’apertura sul lato opposto.

Il primo bagno di folla di Prevost

Come detto l’auto utilizzata da Prevost per il suo primo bagno di folla da Papa era stata già consegnata al suo predecessore, Jorge Bergoglio: il Pontefice aveva incontrato l’amministratore delegato di Mercedes-Benz Ola Kallenius, insieme al responsabile vendite e marketing del consiglio d’amministrazione Britta Seeger e al CEO di Mercedes-Benz Italia Marc Langenbrinck.

Durante la cerimonia di consegna della prima Papamobile elettrica della storia, erano presenti anche alcuni degli ingegneri e dei tecnici che hanno costruito e modificato fisicamente l’auto: autori di un lavoro durato circa un anno, coinvolgendo maestranze provenienti dall’Austria, dalla Germania e dall’Italia.

Nella mattinata di domenica 18 maggio 2025, Papa Leone XIV ha attraversato tutta piazza San Pietro a bordo della Papamobile, accolto dagli applausi dei fedeli: almeno in un paio di occasioni il primo Pontefice statunitense della storia si è fermato per benedire alcuni neonati. In seguito la vettura ha fatto il suo ingresso anche in via della Conciliazione, tra le ali di folla dei tantissimi fedeli accorsi in Vaticano.

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279159 La Papamobile di Leone XIV
Percorre 600mila km con l’auto elettrica: Hyundai studia le batterie https://www.virgilio.it/motori/curiosita/600mila-km-auto-elettrica-hyundai/279105/ Sun, 18 May 2025 05:30:05 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279105 Stiamo vivendo un momento davvero molto particolare per il mercato dell’auto, che sta cercando di portare a termine una complicata transizione ecologica. La tecnologia prescelta per arrivare ad avere auto ad emissioni zero è l’elettrico, ma questa, almeno per il momento, non sembra ancora incontrare completamente il favore del pubblico. A pesare sono soprattutto i prezzi più elevati di questo genere di vetture e alcuni pregiudizi riguardanti l’affidabilità e l’autonomia di questi mezzi.

Quest’ultimo punto in particolare spinge chi è solito guidare per lunghi tratti a preferire ancora i motori termici. Una storia però a tal proposito arriva a confutare questa convinzione: si tratta della testimonianza di Yong-heum Lee, un coreano proprietario di una Hyundai Ioniq 5, che ha rivelato su un forum di aver percorso 580.000 km in 2 anni e 9 mesi senza mai incorrere in un problema. Una media km giornaliera altissima che, tenendo conto di eventuali giorni di ferie, supera i 600 km al giorno.

Risparmio sotto ogni punto di vista

Yong-heum Lee, spinto da esigenze lavorative che lo costringono a muoversi per la Corea del Sud ogni giorno percorrendo distanze di 800 e 900 km ha optato per una Ioniq 5 Long Range a trazione anteriore. Questa vettura dichiara da parte della Casa madre di poter garantire un’autonomia massima di 570 km. Questo però non ha per niente rappresentato un problema per l’uomo che ha sfruttato le soste di ricarica come pause per riposarsi. Inoltre il proprietario della vettura ha lodato i bassi costi di manutenzione di questa Ioniq 5, sottolineando quanto la situazione fosse diversa prima con veicoli a benzina che richiedevano cambio olio e altri componenti vari.

Secondo una stima effettuata, con la Hyundai Tucson 1.6 Turbo, Yong-heum Lee, in base al suo modo di sfruttare la vettura, avrebbe dovuto cambiare l’olio motore 66 volte, 13 il liquido dei freni, 11 volte l’olio del cambio a doppia frizione e 8 set di candele oltre a dover tenere sotto controllo anche altri componenti. Tutto questo avrebbe portato in ogni caso l’uomo a spendere circa 8.000 euro di manutenzione. La Ioniq 5, invece, ha pesato sul “bilancio” del suo proprietario per circa 950 euro a causa del cambio dell’olio del riduttore e del liquido dei freni effettuato ogni 100.000 km. Il risparmio però non si ferma di certo qui, anche dal punto di vista del carburante: Yong-heum Lee ha notato un notevole abbassamento dei costi. Con la Tucson, infatti, avrebbe speso 51mila euro, mentre con la vettura a batteria ha sborsato “solo” 32mila euro.

Il “regalo” di Hyundai

Il caso ha pian piano riscosso risonanza mondiale, al punto da spingere Hyundai a contattare il suo stesso cliente per regalargli la sostituzione di motore e batteria sulla vettura. L’occasione è stata anche ghiotta per la Casa coreana per studiare da vicino questi componenti che hanno mostrato un’enorme longevità. Hyundai ha anche affermato che dopo attente analisi è venuto fuori che nonostante l’intenso utilizzo, lo stato di salute della batteria era ancora pari all’87,7%. Questo risultato è reso ancora più sorprendente dal fatto che il proprietario ha utilizzato quasi esclusivamente la ricarica rapida, un metodo che in teoria dovrebbe accelerare il deterioramento della batteria. L’uomo protagonista di questa storia intanto ha già superato i 670.000 km con i suoi nuovi componenti, ma avendo cambiato lavoro, difficilmente replicherà il ritmo tenuto sino ad oggi.

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279105 La Hyundai Ioniq 5 da studiare: ha mostrato numeri da record
Sventrava supercar di lusso, recuperati oltre 200.000 euro di pezzi auto https://www.virgilio.it/motori/curiosita/officina-segreta-supercar-arresto/279067/ Sat, 17 May 2025 08:58:29 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=279067 Aveva scelto una villetta tranquilla a Cittadella, nel Padovano. Un quartiere residenziale, silenzioso, perfetto per non dare nell’occhio. Ma quello che succedeva dietro quel cancello era tutt’altro che tranquillo. Una “officina fantasma” dove pezzi di supercar sparivano, venivano smontati, imballati e pronti per essere spediti all’estero. Alla guida del traffico un 39enne lituano, approdato in Italia pochi giorni prima. Insieme a lui la madre, 64 anni, anche lei coinvolta nell’operazione.

La Squadra Mobile di Padova lo ha arrestato il 13 maggio, ponendo fine a una serie di manovre notturne che avevano colpito decine di automobilisti tra le province di Padova e Venezia. L’uomo era arrivato in Veneto il 6 maggio. Un viaggio che, secondo gli inquirenti, aveva un solo obiettivo: mettere a segno furti mirati su modelli di alta gamma. Audi, BMW, Mercedes.

Ricambi pronti a partire

Le indagini erano partite da tempo, dopo che diversi proprietari si erano ritrovati la macchina a pezzi: via i paraurti, spariti i volanti, tolti sensori, fanali, centraline. Colpi puliti, senza disordine. In linea con un nuovo trend, che punta a sottrarre componenti tecnologici come radar e telecamere piuttosto che l’intera vettura. Roba da professionisti.  Ed è proprio così che si presentava il lituano: in patria lavorava su mezzi da corsa e partecipava a competizioni di supercar. Un profilo tecnico, con competenze avanzate. A far scattare il blitz è stata l’analisi dei movimenti notturni. Le telecamere di videosorveglianza avevano ripreso più volte una macchina con targa straniera – a volte contraffatta, a volte clonata – girare senza meta apparente in zone residenziali. Sempre di notte. Sempre nelle stesse fasce orarie in cui si verificavano i furti.

Quando la Polizia lo ha fermato nei pressi della villetta presa in affitto, ha trovato la conferma. All’esterno, in cortile, c’era un furgone con targa danese. Dentro, 14 paraurti completi, volanti, fanali, sensori, centraline. Rigorosamente imballati, pronti per partire. Nella sua auto mancavano addirittura i sedili posteriori: spazio extra per caricare in fretta e scappare. Nel bagagliaio, cassette di attrezzi professionali. Gli agenti hanno trovato pure il sito internet dove l’indagato piazza il bottino. Un marketplace parallelo: componenti rubati, ma puliti e rivenduti come usati, probabilmente a clienti che nemmeno sospettavano la provenienza.

Il blitz

La madre era anche lei arrivata da poco in Italia. Aveva affittato la villetta insieme al figlio e lo aiutava a gestire la logistica: copertura perfetta, almeno in apparenza. Ma i movimenti troppo precisi, l’organizzazione, la scelta delle auto, tutto ha fatto insospettire gli investigatori. Il colpo finale è giunto prima della partenza: madre e figlio avevano i biglietti per tornare in Lituania il 16 maggio. Ma la Polizia ha chiuso il cerchio tre giorni prima. Il tribunale di Padova ha convalidato l’arresto e disposto per il 39enne la custodia cautelare in carcere. La madre è stata denunciata a piede libero.

Valore totale della refurtiva recuperata? Oltre 200.000 euro. E chissà quante altre componenti erano già passate di mano prima del blitz. Un’operazione che dimostra, ancora una volta, quanto certi furti non siano improvvisati. Ma frutto di piani, competenze tecniche e coperture. La differenza, questa volta, l’ha fatta il lavoro certosino della squadra Mobile e l’occhio lungo delle telecamere.

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279067 Fermato il ladro delle supercar
Ritrova la sua Ferrari da 300mila euro appena rubata: l’errore dei malviventi https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-rubata-ritrovata-errore/278922/ Fri, 16 May 2025 08:27:35 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278922 I ladri avevano compiuto l’azione più complessa e rischiosa sottraendo il gioiello del Cavallino in una zona piuttosto malfamata della hinterland campano. Hanno poi sottovalutato un aspetto. La Ferrari era stata noleggiata da un napoletano e gli era stata rubata alcuni giorni prima della fine del contratto. La denuncia del proprietario è avvenuta con una localizzazione satellitare che ha consentito agli agenti di recuperare la 296 GTB in un terreno abbandonato ma privato. Inaspettata la reazione del proprietario del casolare che ha dichiarato di essere ignaro di tutta la vicenda, anche della chiusura del casolare con un lucchetto.

I carabinieri si sono attivati dopo la denuncia del noleggiatore della Ferrari. I militari hanno seguito il segnale GPS dell’automobile, rubata alcuni giorni prima del ritrovamento. Gli agenti hanno sfondato il recinto e restituito la 296 GTB al legittimo proprietario. Dopo aver recuperato l’auto, sono partite le indagini da parte dei carabinieri per risalire agli autori del furto e del trasferimento della Ferrari da Napoli a Casal di Principe.

Un gioiello per pochi

La 296 GTB avrà attirato le attenzioni dei malviventi. Si tratta di una delle vetture più innovative della gamma della Ferrari. È stata lanciata nel 2021 come erede della Ferrari F8 Tributo. I tecnici emiliani sono tornati a concentrarsi sulla produzione di un motore V6 centrale, dopo la storica Dino 206 GT del 1968. Il nome rappresenta una combinazione tra la cilindrata del motore della vettura (2.992 cm³) e il numero dei suoi cilindri (6), mentre la sigla alfabetica sta per “Gran Turismo Berlinetta”.

La Ferrari 296 GTB monta sotto il cofano il motore F163, un V6 biturbo da 3,0 litri con bancate da 120° e turbine IHI poste all’interno della V, associato a un motore elettrico, i quali erogano rispettivamente 663 (a 8 000 giri/min) e 167 CV di potenza. L’ibrido garantisce una coppia complessiva è di 740 N·m. Si tratta del valore più alto registrato su una vettura di serie con architettura a 6 cilindri. Il segreto? L’unità MGU-K, a flusso assiale con doppio rotore e singolo statore, è posta tra il cambio e il motore a combustione interna. La batteria, immessa sul fondo dell’auto, è da 7,45 kW·h e consente alla 296 GTB un’autonomia di 25 km, se guidata in modalità full electric. Dall’esperienza in pista sono arrivate alcune migliorie. L’impianto frenante è del tipo brake-by-wire e sfrutta dischi da 398 mm all’anteriore e da 360 mm al posteriore.

L’evoluzione del mito

La Ferrari fa gola a tutti, anche per un breve periodo di noleggio. La Casa modenese ha lanciato la versione Speciale della 296 e il classico allestimento Assetto Fiorano, adottando sulla 296 GTB tanta fibra di carbonio in più sia per gli interni sia per gli esterni, di ammortizzatori Multimatic nati dalle sfide GT e nuove appendici aerodinamiche sul paraurti anteriore che garantiscono fino a 10 kg di deportanza in più. Il 19 aprile 2022 è stata svelata anche la variante scoperta della 296 GTB. Vanta un tettuccio rigido pieghevole, che in soli 14 secondi si apre e si chiude e può essere azionato ad una velocità fino a 45 km/h. La GTS pesa 70 kg in più rispetto alla GTB a causa dei rinforzi per l’assenza del tetto e per i meccanismi di azionamento del tetto.

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278922 Ferrari 296 GTB rubata a Napoli ritrovata in un casolare
Ferrari 812 Superfast, 800 cavalli per Haaland: potenza e lusso in garage https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-812-superfast-haaland/278706/ Thu, 15 May 2025 05:30:15 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278706 Quando non trafigge le reti della Premier League, Erling Haaland sfreccia tra le curve con la stessa determinazione con cui assalta le aree di rigore. L’ultima prodezza non è arrivata dai suoi piedi, ma dal suo garage: una fiammante Ferrari 812 Superfast è entrata a far parte della già impressionante collezione di supercar dell’attaccante norvegese del Manchester City.

Non è una semplice auto. È un manifesto di potenza, stile e ambizione. Col suo V12 da 6.5 litri, capace di erogare 789 cavalli e di scattare da 0 a 100 km/h in meno di tre secondi, la 812 Superfast è una delle vetture più estreme mai prodotte a Maranello. Un bolide che, nelle mani di Haaland, sembra quasi la naturale estensione del suo istinto predatorio.

Il colore? Non il consueto rosso

La vettura è stata immortalata mentre lasciava il centro sportivo del Manchester City, in una livrea gialla acceso. Tra selfie, saluti ai tifosi e qualche rombo di motore appena accennato, Haaland ha fatto capire che il pallone non è l’unica sfera che gli interessa dominare.

Il valore stimato della vettura supera le 320.000 sterline, ma si sa, per un attaccante che guadagna più di un milione di euro al mese, è poco più di uno sfizio. Il vero valore è simbolico: è la consacrazione a simbolo non solo del calcio moderno, ma anche del lifestyle da star globale. E come ogni leggenda che si rispetti, anche l’autorità su strada è parte del pacchetto.

Un garage che vale una fortuna

L’aggiunta della 812 Superfast non è un colpo isolato. Secondo il tabloid “The Sun”, la collezione personale di Haaland sfiora ora gli 8 milioni di sterline. Tra i pezzi pregiati troviamo una Bugatti Tourbillon da 4 milioni, una Mercedes-AMG One da 2,7 milioni, una sontuosa Rolls-Royce Cullinan, e un’altra Ferrari, questa volta ancora più rara: la Monza SP2, prodotta in soli 499 esemplari e dal valore vicino ai 3 milioni di euro. Per il centravanti norvegese, le auto non sono semplici strumenti di trasporto. Sono trofei su ruote, simboli di uno stile di vita dove prestazione, esclusività e bellezza si fondono.

Il legame con Maranello

Non è la prima volta che il norvegese fa visita a Maranello, quasi fosse un pellegrinaggio laico per ogni amante dei motori. Lo scorso anno è stato visto pranzare al ristorante Cavallino, tempio gastronomico gestito dallo chef Massimo Bottura, in compagnia di dirigenti Ferrari e amici personali. In un’altra occasione, nel 2022, lasciò la sua firma nel celebre Montana di Fiorano, ringraziando la cuoca Rossella per “la miglior pasta che abbia mai mangiato”. Segno che anche i campioni globali, tra una corsa in campo e una su strada, sanno ancora godersi le cose semplici – purché siano fatte in Italia.

Più che un’auto, una dichiarazione di stile

La scelta della 812 Superfast non è casuale. Non è l’ibrido ipertecnologico, né la supercar minimal da track-day. È un’auto che ruggisce ancora con un V12 aspirato, senza compromessi, per chi vuole sentire ogni battito del motore. È la Ferrari di chi ha ancora il culto della velocità autentica, della tradizione meccanica più pura. E Haaland, che in campo ha fatto della forza bruta e della freddezza sotto porta la sua cifra stilistica, non poteva che identificarsi in una belva simile. La Superfast è una creatura difficile da domare. Proprio come lui.

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278706 Ferrari 812 Superfast di Haaland
Si fa costruire una pista auto privata solo per la famiglia: il capriccio di un miliardario https://www.virgilio.it/motori/curiosita/circuito-privato-miliardario-giappone/278662/ Wed, 14 May 2025 09:41:01 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278662 Quando hai una collezione di supercar e un conto in banca che non conosce il concetto di “limite”, ti trovi davanti a un bivio: o parcheggi i cavalli sotto un telo in garage, oppure costruisci un circuito privato da 200 milioni di dollari (circa 175 milioni di euro) tra le montagne del Giappone per lasciarli correre liberi. Pur di far divertire moglie e figli, un miliardario giapponese non ha badato a spese.

Benvenuti al Magarigawa Club, uno dei circuiti più esclusivi e surreali mai visti. Si trova nella prefettura di Chiba, con una vista che spazia dalla baia di Tokyo al Monte Fuji. Ma lasciarsi ingannare dal paesaggio zen è proibito: qui la scena è dominata da 22 curve, pendenze, rettilinei e cordoli studiati per spremere ogni cavallo da Lamborghini, Aston Martin e compagnia.

Una pista privata come salotto di casa

Il tracciato supera i 3 km e parte direttamente dalla proprietà del miliardario. Il giro comincia letteralmente dal portico di casa, passa accanto alla piscina e si arrampica verso le colline. Il progetto porta la firma Hermann Tilke, lo stesso architetto che ha disegnato circuiti di Formula 1 come Bahrein e Abu Dhabi. In pratica, hai un autodromo in giardino, ma con design da GP e un panorama da cartolina.

All’inizio era un regalo privato. Il sogno personale di un uomo che voleva vedere moglie e figli sfrecciare su un asfalto fatto su misura per loro. Poi però l’idea ha preso piede. Ora il Magarigawa Club è diventato un club super esclusivo, accessibile solo tramite quota associativa da 230.000 dollari l’anno (circa 200.000 euro). Una soglia proibitiva per tenere alla larga curiosi e youtuber, e garantire ai soci un tempio dove dare gas senza limiti.

Le bestie in passerella

Sulla pagina Instagram del club si vedono già sfilare nomi in grado di far tremare le vene e i polsi: Lamborghini Revuelto, Aston Martin Valkyrie AMR Pro, Apollo Evo. Supercar estreme, progettate per la pista e pilotate in tal caso da amatori con il conto corrente da professionisti. Espressioni come sobrietà e profilo basso sono depennate dal vocabolario. Solo rumore, velocità e un tracciato da domare.

Il Magarigawa è un manifesto: se puoi permettertelo, il mondo può diventare il tuo garage. Mentre molti si accontentano di una giornata a Vallelunga o al Nürburgring, qui si progetta un autodromo personale, si assume un ex architetto della Formula 1 e si crea un parco giochi privato a “conduzione familiare”. Il regalo per i figli è puro divertimento, se hai tra le mani un bolide inarrestabile. E quando ti stanchi di guidare? Parcheggi l’auto sotto casa e fai il bagno guardando la linea di partenza.

Il Magarigawa Club si inserisce in una cerchia ristretta di collezionisti che hanno trasformato il lusso in asfalto privato. Uno su tutti? Manny Khoshbin, che ha costruito un circuito privato accanto alla sua villa per dare sfogo alla sua Bugatti Bolide. Ma il Magarigawa Club ha qualcosa in più: è stato costruito per altri, per amore, per vizio o per gioco. E nel farlo ha alzato l’asticella a livelli mai visti.

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278662 Magarigawa Club: il circuito solo per la famiglia
Kimi Antonelli arriva a scuola in supercar: il video è virale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/kimi-antonelli-scuola-mercedes/278404/ Tue, 13 May 2025 05:30:17 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278404 Casalecchio di Reno, provincia di Bologna. Ore otto del mattino. I ragazzi si spargono davanti all’ingresso dell’Istituto Salvemini, zaini in spalla, occhi mezzi chiusi, dita ancora incollate allo schermo. C’è chi sbadiglia, chi scrolla fino all’ultima storia prima del suono della prima campanella. Scorci ordinari di una mattinata qualsiasi. Poi, il dettaglio che spacca la scena: la Mercedes-AMG GT 63 S blu metallizzato di Kimi Antonelli si avvicina all’istituto con discrezione felina.

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278404 Kimi Antonelli va a scuola in supercar
All’asta una Alfa Romeo 6C Gran Sport Spider, il gioiello degli anni ’30 firmato Zagato https://www.virgilio.it/motori/curiosita/alfa-romeo-6c-gran-sport-spider-zagato-asta/278360/ Mon, 12 May 2025 09:42:44 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278360 Elegante come un’opera d’arte, potente come una regina delle corse. A quasi un secolo dalla sua nascita, la Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport by Zagato si prepara a tornare protagonista del palcoscenico internazionale, questa volta sotto il martelletto di RM Sotheby’s. L’auto sarà battuta all’asta con una stima tra 1,3 e 1,5 milioni di euro, una cifra che riflette non solo il valore storico e tecnico del modello, ma anche la sua aura leggendaria.

Una leggenda nata per vincere

Prodotta nel 1929 in appena 102 esemplari, la Gran Sport rappresenta una delle massime espressioni dell’ingegneria automobilistica italiana del periodo. Disegnata per primeggiare nelle competizioni, è equipaggiata con un raffinato motore sei cilindri in linea da 1.750 cc, capace di prestazioni eccezionali per l’epoca. Un capolavoro meccanico incastonato in una carrozzeria forgiata dal genio creativo di Zagato, tra i nomi più prestigiosi dell’industria del design automobilistico.

L’Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport ha scritto pagine memorabili nella storia delle corse. Il suo nome è legato in modo indissolubile alla Mille Miglia, definita da Enzo Ferrari come “la corsa più bella del mondo”. Fu proprio su quelle strade polverose che si consumarono duelli epici tra mostri sacri del volante come Tazio Nuvolari e Achille Varzi, entrambi al volante di una 6C, protagonisti di una rivalità che ha infiammato i cuori degli appassionati e contribuito a scolpire la leggenda Alfa Romeo nell’immaginario collettivo.

L’esemplare che andrà all’asta non è solo un testimone del passato, ma un pezzo vivente di storia, con un curriculum sportivo di assoluto rilievo. Nel 1985, è stato pilotato dal campione del mondo di F1, Phil Hill, alle Monterey Historic Races, dove ha conquistato un prestigioso quarto posto. Ma non solo: ha partecipato anche al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach, confermandosi una delle vetture più affascinanti e apprezzate del panorama classico.

L’arte della carrozzeria firmata Zagato

Se il cuore dell’auto è meccanico, l’anima è tutta nell’inconfondibile stile Zagato. La carrozzeria, realizzata in alluminio con tecniche artigianali, abbina funzionalità e leggerezza a una raffinatezza stilistica senza tempo. Le linee scolpite, il profilo basso e affusolato, l’equilibrio tra sportività e eleganza: ogni dettaglio racconta una filosofia costruttiva in cui l’estetica non è mai separata dalla prestazione.

Il modello in questione si distingue per l’eccellente stato di conservazione e per un alto grado di autenticità, due elementi che ne accrescono ulteriormente il valore sul mercato. Attualmente esposto a Milano, è considerato non solo un oggetto da collezione, ma anche un investimento di prestigio, riservato a chi sa riconoscere — e celebrare — la grande tradizione automobilistica italiana.

Un’occasione irripetibile

In un’epoca in cui le auto storiche stanno vivendo una nuova stagione di interesse, l’Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport è molto più di una vettura da garage: è un’eredità da tramandare, un simbolo culturale che rappresenta l’ingegno, la passione e l’eccellenza dell’Italia nel mondo. Chi se la aggiudicherà all’asta di RM Sotheby’s non entrerà solo in possesso di una straordinaria macchina, ma anche di un frammento di storia, da custodire con orgoglio e, magari, riportare a correre, proprio come accadeva ben 95 anni fa.

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278360 Alfa Romeo 6C Gran Sport Zagato
Macron viaggia su un’auto prodotta in Italia https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ds-8-presidenziale-macron/278244/ Sun, 11 May 2025 07:55:08 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278244 Dal 1958 a oggi, le DS hanno accompagnato sette presidenti francesi: cerimonie, viaggi di Stato e apparizioni pubbliche. Sempre in prima fila. Dalla DS originale alla SM, fino alle più recenti 5 e 7, le auto del brand fanno parte dell’immagine istituzionale della Quinta Repubblica. Nel 2017, Emmanuel Macron ha attraversato gli Champs-Élysées su una DS 7 Crossback pensata su misura per il suo insediamento. Oggi, quella tradizione continua con un nuovo modello: la DS N°8 Presidenziale.

Pensata per la folla

La DS N°8 è nata per farsi vedere. E per stare tra la gente, letteralmente. È nata per farsi guardare: marcia tra la folla con la fierezza del Blu Zaffiro, già ammirato altrove, qui rifinito da dettagli neri sui parafanghi e una calandra che si accende nelle tre tonalità della Repubblica. Il tricolore campeggia sul frontale e sul retro.

Qui si passa da auto presidenziale a manifesto del savoir-faire francese, assemblato però presso lo stabilimento Stellantis di Melfi, in provincia di Potenza. Il cruscotto e le portiere anteriori sono impreziositi da un intarsio in paglia di segale, realizzato a mano dagli Ateliers Lison de Caunes. Un materiale semplice, trasformato in una superficie preziosa, nei toni del blu notte e verde mare. L’abitacolo è rivestito in raso blu intenso, realizzato da Métaphores, realtà tessile d’oltralpe collegata al gruppo Hermès, specializzata in materiali per l’arredo e l’alta gamma.

E sulle portiere spicca un plissé artigianale creato dall’Atelier Lognon, lo stesso che lavora con le grandi maison di moda. I sedili, invece, sono opera dei maestri tappezzieri DS: pelle nappa, Alcantara e cuciture a perla. Tutto rifinito a mano. Pensato per incarnare eleganza e comfort, senza compromessi.

Alta tecnologia

Ma non è solo una questione di tessuti e dettagli. La DS N°8 (il modello della gamma con i prezzi di listino più elevati) è pure un concentrato di tecnologia. Le batterie sono fornite dalla Automotive Cells Company, che produce in Francia nella gigafactory di Billy-Berclau, garanzia di 750 km di autonomia elettrica, con oltre 500 km garantiti in autostrada. Bastano 10 minuti di ricarica per ottenere 200 km, o passare dal 20% all’80% in meno di mezz’ora. Un dato significativo, anche in chiave istituzionale: il presidente va sempre di fretta. E poi agisce Centigon, azienda specializzata in veicoli blindati, già partner delle forze governative. È lei che ha reso la DS N°8 idonea all’uso presidenziale, con tutte le protezioni del caso.

L’audio di bordo è stato progettato da Focal, compagnia riconosciuta a livello internazionale per l’accuratezza dei suoi sistemi sonori ad alte prestazioni. Anche in questo caso, niente componenti generici: tutto è stato sviluppato su misura per l’abitacolo della N°8.

La première al Grand Palais

La nuova DS presidenziale non è stata progettata per restare nascosta nei garage dell’Eliseo. Il pubblico potrà ammirarla al Salone Révélations, evento biennale dedicato all’eccellenza artigianale, in programma dal 21 al 25 maggio 2025 al Grand Palais di Parigi. Per DS Automobiles è l’occasione per mostrare che lusso, innovazione e identità nazionale possono convivere. E per Macron, una nuova vetrina mobile che, oltre alla mobilità, parla di stile, tradizione, visione.

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278244 DS N°8, l'auto su cui viaggia Emmanuel Macron nasce a Melfi
Come nasce lo scudetto aerografato Ferrari, una delle opzioni più esclusive: opera d’arte https://www.virgilio.it/motori/curiosita/scudetto-aerografato-ferrari/278138/ Sun, 11 May 2025 05:30:22 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278138 Puoi avere un V12, una vernice triplo strato, un abitacolo in carbonio. Ma per molti, la vera firma su una Ferrari è un’altra: quello scudetto giallo, aerografato a mano sul fianco. Non lo noti subito. Ma quando lo vedi, capisci che lì non c’è una scorciatoia. Per ciascuna auto se ne trovano due: uno per lato, tra la ruota anteriore e il parafango. E dietro a quei due piccoli stemmi vi è un processo meticoloso, che richiede fino a 16 ore di lavoro manuale.

Gli addetti lavorano in una zona isolata del reparto verniciatura, in postazioni dedicate. No linee automatizzate, né margine per accelerazioni. Il trattamento impone concentrazione piena. Applicare uno scudetto aerografato richiede addirittura più tempo di quanto impieghi una city car a essere costruita interamente.

Tutto comincia da uno stencil

Il primo passo? Posizionare lo stencil. Una maschera guida viene fissata sulla carrozzeria e poi regolata con una dima, per assicurarsi che il logo sia sempre nello stesso punto, al millimetro. Poi si comincia a realizzare la piccola meraviglia, strato dopo strato. In totale se ne contano otto: vernice, trasparente, ancora vernice, ancora trasparente. Non si tratta solo di colori, ma di livelli di profondità visiva.

Il nero per la base, il Giallo Modena per lo sfondo, il rosso e il verde della bandiera italiana. Ogni passaggio è fatto a mano. Ogni colore ha il suo trasparente di protezione. La squadra di specialisti dipinge. Come si farebbe su una scultura o su un casco da F1. Le attrezzature e i tempi di asciugatura (differenti) vengono calibrati in base alla tonalità e al tipo di trasparente applicato.

Uno dei momenti catartici arriva a metà: rimuovere le parti dello stencil una a una, con pinzette e strumenti da chirurgo. Basta un errore minuscolo, un angolo strappato o una goccia fuori posto, e si ricomincia daccapo. Ma a Maranello (fiore all’occhiello del Made in Italy) non succede quasi mai, come racconta Stefano Del Puglia, a capo del reparto verniciatura. “La strada facile sarebbe usare adesivi. Ma noi non prendiamo scorciatoie”. E si vede.

Il dettaglio che fa la differenza

Dopo la verniciatura, arriva la carteggiatura. Si usano levigatrici orbitali per rendere il logo perfettamente integrato con la superficie della carrozzeria. Al tatto non si deve sentire nessun bordo. Deve sembrare che lo scudetto sia nato lì. Poi il test finale. Una camera umida sigillata viene applicata sopra lo scudetto e lasciata lì per 24 ore. L’ambiente è così carico d’umidità che qualsiasi difetto nella stratificazione farebbe uscire bolle. E se succede? Si ricomincia. Dal principio.

Incisa sul fianco della carrozzeria, la firma d’autore della Casa emiliana è un optional disponibile su tutta la gamma Ferrari (compresa la nuova Purosangue), ed è realizzata a mano, uno per uno, da artigiani specializzati. Alla fine, chi sceglie lo scudetto aerografato sta facendo più che implementare un logo. Stringe un patto con la storia Ferrari. Perché quel Cavallino Rampante, fatto a mano e con pazienza, non sarà mai identico a un altro. E quindi sarà un’esclusiva del proprietario.

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278138 Ferrari, lo scudetto aerografato opera artigianale
La Ferrari F2001 di Schumacher: all’asta il gioiello della Formula 1 https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-f2001-schumacher-asta-montecarlo/277804/ Sun, 11 May 2025 04:30:40 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277804 Nel mondo del motorsport, pochi nomi risuonano con la stessa forza di Michael Schumacher. Il suo dominio nei primi anni 2000, soprattutto al volante di una Ferrari, è scolpito nella storia della Formula 1. In uno degli appuntamenti più esclusivi del collezionismo automobilistico mondiale, gli appassionati hanno davanti un’occasione rarissima: portarsi a casa la monoposto che ha avuto un ruolo chiave nella carriera del campione tedesco, ovvero la Ferrari F2001, telaio numero 211.

In occasione del Gran Premio di Monaco del prossimo 25 maggio, la casa d’aste RM Sotheby’s è pronta a far partire un’asta per la vettura che nel 2001 consegnò al pilota tedesco che il mondo della F1 ama (tuttora) la vetta del podio a Montecarlo. A rendere ancora più speciale lo chassis numero 211, è il suo ulteriore utilizzo durante il Gran Premio di Ungheria, un’altra gara che richiedeva un elevato livello di downforce aerodinamico, diventata poi famosa per essere quella della vittoria che permise a Ferrari di raggiungere per la prima volta la storica doppietta piloti-costruttori nel campionato mondiale. Un esemplare unico che nella giornata di sabato 24 maggio 2025, pochi minuti prima delle qualifiche del Gran Premio di Monaco, tornerà a Montecarlo in un’asta non adatta a deboli di cuore. Le premesse sono infatti altissime, visto che la stessa monoposto era stata già battuta nel 2017, sempre dalla rinomata casa d’aste RM Sotheby’s, a una cifra record di oltre 7.5 milioni di dollari, a seguito di una partenza di 2.8 milioni.

Ad aggiungere un significato filantropico all’evento, in un momento in cui si susseguono indiscrezioni sulle condizioni di salute di Schumacher, parte dell’incasso verrà devoluto alla Keep Fighting Foundation, associazione nata dalla famiglia del pilota per promuovere valori di perseveranza e resilienza nelle situazioni più difficili.

La Ferrari F2001

Progettata da un team d’élite guidato da Rory Byrne, Ross Brawn e Paolo Martinelli, la vettura che presto andrà all’asta rappresenta il culmine della tecnologia Ferrari nei primi anni 2000, con un telaio in fibra di carbonio e una distribuzione dei pesi ottimizzati per massimizzare l’aderenza e le prestazioni. A spingere la F2001 è un motore V10 da 3.0 litri aspirato, in grado di superare i 17.000 giri/min e di sviluppare una potenza in grado di raggiungere quasi i 900 CV, abbinato a un cambio sequenziale a sette marce integrato nel retrotreno. Il sistema di sospensioni push-rod, evoluto rispetto alla stagione precedente, garantisce stabilità e trazione, specialmente nei circuiti cittadini come quello di Montecarlo e Ungheria dove è stata utilizzata con successo.

Come partecipare all’asta

L’appuntamento tanto atteso è fissato per sabato 24 maggio 2025 ore 15.15, nel cuore pulsante di Montecarlo, a ridosso delle qualifiche del Gran Premio. Per la prima volta nella storia, una vettura di questo calibro verrà battuta all’asta direttamente durante un evento ufficiale del calendario di Formula 1. Un’ambientazione suggestiva, che amplifica l’eccezionalità dell’evento. All’asta sarà possibile partecipare sia in presenza, solo con invito, sia da remoto tramite registrazione online sul sito ufficiale della casa d’aste. Al di là del valore economico che potrà raggiungere la F2001 telaio 211, l’evento sarà un tributo potente a una leggenda vivente dello sport e alla storia del Cavallino Rampante.

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277804 Ferrari Schumacher F2001 l'asta della numero 211 al Gran Premio di Monaco
Fumata bianca per il Papa ispira BYD sui social: una trovata geniale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/fumata-bianca-papa-byd/278091/ Sat, 10 May 2025 07:30:29 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278091 Il principale evento della settimana è stato, senza dubbio, il Conclave e la rapida elezione di Leone XIV, eletto nuovo Papa nel pomeriggio di giovedì 8 maggio. A ufficializzare l’elezione è stata la tradizionale fumata bianca apparsa dal comignolo della Cappella Sistina. L’evento è stato commentato, in tempo reale, sui social network e ha ispirato meme di ogni tipo. Anche molti social media manager hanno sfruttato l’occasione per promuovere i propri brand sulle varie piattaforme.

Un caso esemplificativo arriva da BYD, marchio che si sta ritagliando uno spazio da protagonista assoluto sul mercato delle quattro ruote. La pagina Instagram di BYD Italia ha sorpreso gli utenti con un post davvero geniale con cui il brand è riuscito a sfruttare il trend della fumata bianca per sottolineare uno dei punti di forza della sua produzione ovvero l’affidabilità delle batterie, uno dei segreti del successo delle vetture di BYD.

Il post è stato pubblicato dalla divisione italiana di BYD che può contare su oltre 24 mila follower e su una pagina con continui aggiornamenti e molti contenuti che puntano a legare i suoi modelli con l’attualità, come avvenuto per l’elezione del Papa.

Il post geniale

Una semplice immagine, con un richiamo diretto al comignolo della Cappella Sistina e alla fumata bianca, sta facendo il giro dei social. BYD Italia, infatti, sulla sua pagina Instagram è riuscita a sfruttare il trend dell’elezione di Leone XIV per ribadire, ancora una volta, l’affidabilità delle Blade Battery. Il messaggio è chiaro: “Qui di fumate non ne facciamo”.

Si tratta di un riferimento ai problemi che può registrare una batteria che, in caso di malfunzionamento dei componenti interni, potrebbe produrre del fumo o addirittura incendiarsi. Si tratta di una possibilità tutt’altro che remota, soprattutto a seguito di un incidente.

Con il post sui social, che riportiamo qui di sotto, BYD ha voluto ricordare l’affidabilità delle sue batterie che vengono definite come le “più sicure al mondo” nella descrizione del post stesso che evidenzia come “in caso di incidente non emettono fuoco, né fumo. Di nessun colore“. Nel post, il comignolo della Sistina diventa un chiodo con un richiamo al celebre Test del Chiodo che serve per mettere alla prova le batterie e che viene superato dalle Blade Battery.

Sempre più protagonista

BYD è un brand sempre più rilevante sul mercato delle quattro ruote e inizia a farsi sentire anche sui social network, sfruttando ogni occasione per far parlare di sé e farsi conoscere. L’obiettivo è chiaro: la Casa cinese punta a crescere con l’obiettivo di diventare leader del mercato nel corso dei prossimi anni. Per quanto riguarda le batterie, gli ultimi dati confermano la crescita di BYD e, soprattutto, il dominio della Cina tra i produttori.

L’azienda vuole essere un riferimento del settore delle quattro ruote a livello globale, anche grazie alla possibilità di evitare i dazi con nuove strategie pensate per sostenere la diffusione dei suoi modelli. I prossimi anni saranno di profondo cambiamento per il mercato, con BYD che punta a essere sempre più protagonista.

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278091 Un post geniale per la fumata bianca del Papa da BYD
Caccia agli esibizionisti della velocità sui social: multe a chi supera i limiti https://www.virgilio.it/motori/curiosita/esibizionisti-velocita-social/278039/ Sat, 10 May 2025 05:30:04 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=278039 I social network possono portare ad azioni sconsiderate: può capitare, infatti, che un utente decida di postare sui social dei video in cui si mostra intento a violare le norme del Codice della Strada. Il caso più frequente è quello della guida ad alta velocità. Spesso, sui vari social network, si vedono video di automobilisti che viaggiano in autostrada con velocità ben superiori ai limiti previsti, spingendo la propria vettura oltre i 200 km/h.

Questi comportamenti sono, naturalmente, vietati dalle normative che, per ovvi motivi di sicurezza, impongono dei limiti di velocità. Per stanare questi “esibizionisti” della velocità, diffusi in Italia come in altri Paesi, in Spagna è stata istituita una task force apposita. Si tratta di un progetto potenzialmente rivoluzionario che punta a sfruttare le più moderne tecnologie per analizzare i video pubblicati sui social in cui vengono mostrate delle palesi violazioni del Codice della Strada. La task force punterà a individuare gli autori delle violazioni in modo da poter emettere le necessarie sanzioni e rendere più sicure le strade.

Una vera task force

Il progetto coinvolge il gruppo di ricerca e analisi del traffico (GIAT), parte della Guardia Civil spagnola. La task force è composta da oltre 200 specialisti che coprono tutte le province del Paese. L’obiettivo principale del gruppo è individuare gli “esibizionisti”, identificando gli utenti che pubblicano contenuti sui social in cui si vantano del superamento dei limiti di velocità.

Un pattugliamento digitale

Analizzando i video è possibile creare un vero e proprio “pattugliamento” digitale e procedere così con l’identificazione degli automobilisti che hanno violato il Codice della Strada. Un primo esempio del lavoro svolto dai membri del GIAT arriva da Segovia. Dall’analisi di un contenuto video pubblicato sui social network, infatti, è stato possibile identificare un automobilista di 23 anni (sprovvisto di patente) che si era mostrato alla guida di una supercar con una velocità di ben 264 km/h.

Come riportato da Ansa, il capitano Garciamartín, responsabile del gruppo centrale di investigazione sul traffico, ha sottolineato: “Vediamo casi di questo tipo molto spesso, in cui i giovani sottraggono l’auto del padre o della madre, spesso a loro insaputa, e si comportano in modo folle al volante e si filmano pensando di non essere riconosciuti, o semplicemente non considerano le conseguenze della pubblicazione di un video del genere sui social media“.

Da segnalare che anche i cittadini hanno la possibilità di contribuire alle attività della task force, andando a segnalare le presunte violazioni e i video pubblicati sui social network, tramite un modulo online e una casella di posta elettronica che la Guardia Civil ha messo a disposizione. Il progetto è appena partito ma potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per la sicurezza stradale in Spagna. Per contrastare la guida ad alta velocità e, soprattutto, casi limite come quello delle supercar che percorrono le autostrade a oltre 200 km/h, la soluzione proposta dalle Autorità spagnole appare molto interessante. In futuro, un progetto analogo potrebbe essere proposto anche in Italia.

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278039 Una task force spagnola contro i pazzi per la velocità
All’asta la Ferrari FF di John Elkann, un gioiello speciale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-ff-john-elkann/277893/ Thu, 08 May 2025 13:43:49 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277893 Ha fatto rapidamente il giro del mondo la notizia che John Elkann, presidente di Stellantis e della Ferrari, avrebbe messo in vendita il Cavallino Rampante. Una notizia che, letta superficialmente, ha fatto sobbalzare appassionati e investitori, finché non si è chiarito l’equivoco: non si tratta della Casa di Maranello intesa come azienda, ma di una Ferrari FF del 2013. Questa supercar personalizzata dallo stesso Elkann secondo gusti molto particolari, è un omaggio al nonno Gianni Agnelli, “l’Avvocato”, che amava il colore blu.

Una delle piattaforme più prestigiose

La vettura è stata messa in vendita attraverso Collecting Cars, una delle più importanti piattaforme di aste online dedicate alle vetture di pregio. Per ora l’annuncio riporta un valore di 143.000 euro, ma è facile immaginare che la combinazione tra la rarità della configurazione e la provenienza da una figura di spicco dell’automotive mondiale ne faccia lievitare l’interesse tra i collezionisti.

La Ferrari FF di Elkann non è una qualsiasi. Si tratta di una one-off nel vero senso del termine: la tinta esterna, battezzata “Pantone Nuovo Blu”, è un colore assolutamente inedito e non presente nel catalogo Ferrari. Una scelta non casuale: il blu scuro era uno dei colori preferiti dell’Avvocato Agnelli, spesso presente anche in dettagli cromatici delle sue vetture, dalle Ferrari alle Fiat passando per le Lancia più esclusive.

A contrasto con la livrea blu si trovano i cerchi in lega grigio metallizzato, le pinze freno rosse, e gli specchietti grigio chiaro, per un look elegante e sportivo allo stesso tempo. Anche gli interni richiamano la tinta dominante, con un mix raffinato di pelle e feltro, accenti in fibra di carbonio blu e inserti in grigio chiaro, in un equilibrio cromatico che racconta un’idea ben precisa di stile.

Lusso, potenza e cura dei dettagli

Oltre all’aspetto esclusivo, la FF di John Elkann non rinuncia alla sua natura di pura granturismo ad alte prestazioni. Sotto al massiccio cofano pulsa un poderoso motore V12 da 6.3 litri, capace di erogare 660 cavalli, con collettori di aspirazione rossi ben visibili e una dinamica di guida ancora oggi tra le più apprezzate nel segmento.

Dettaglio curioso: nel bagagliaio si trova un rivestimento in teak nero, una scelta di sapore nautico e rétro che richiama lo stile delle auto da GT anni ’60 e che rappresenta un ulteriore tocco distintivo. Nonostante i suoi dodici anni di vita, l’auto è in condizioni eccellenti. Ha percorso appena 15.891 chilometri, ed è stata recentemente sottoposta a manutenzione. A gennaio 2024 è stato effettuato un tagliando completo, con la sostituzione della cinghia di distribuzione.

Alcuni cenni storici

Nel 2024, questa stessa Ferrari era già stata messa all’asta, con una stima compresa tra 280 e 400 mila euro, senza però trovare un acquirente. Adesso torna in vendita, sempre a Torino, e con lo stesso alone di esclusività. È importante sottolineare che John Elkann possiede diverse Ferrari, e più volte è stato avvistato al volante di modelli mozzafiato, come la recente Purosangue con cerchi oro. La vendita di questa FF non ha dunque nulla a che vedere con decisioni strategiche sul marchio, che resta uno dei brand più solidi e ammirati al mondo, con un valore stimato da Brand Finance in 10,2 miliardi di euro.

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277893 Ferrari FF, la vettura di John Elkann all'asta
Alfa Romeo scommette su Jasmine Paolini, la tennista nuova ambasciatrice del marchio https://www.virgilio.it/motori/curiosita/alfa-romeo-jasmine-paolini/277889/ Thu, 08 May 2025 12:46:21 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277889 Alfa Romeo annuncia con orgoglio la nuova collaborazione con Jasmine Paolini, stella emergente del tennis internazionale, che entra a far parte della prestigiosa famiglia del Biscione in qualità di Brand Ambassador. Una scelta che unisce due eccellenze italiane sotto i segni distintivi di stile, determinazione e passione.

La stella del tennis con un marchio glorioso

Classe 1996, nata a Castelnuovo di Garfagnana ma originaria di Bagni di Lucca, Paolini rappresenta una delle atlete tricolore più brillanti degli ultimi anni. Nel 2024, ha vissuto una stagione indimenticabile: la vittoria al torneo WTA 1000 di Dubai, le finali raggiunte al Roland Garros e a Wimbledon, e la medaglia d’oro conquistata alle Olimpiadi di Parigi in doppio con Sara Errani. A coronare il tutto, il quarto posto nel ranking mondiale WTA, e il trionfo nella Billie Jean King Cup che ha riportato l’Italia sul tetto del mondo dopo anni.

Proprio come le vetture Alfa Romeo, progettate per dare il massimo in ogni condizione, Jasmine affronta ogni sfida con grinta e stile, diventando simbolo di una nuova generazione di sportivi del Belpaese. La sua energia, la sua eleganza e la sua determinazione fanno di lei un perfetto esempio dei valori che da oltre 115 anni guidano il marchio del Biscione.

Una partnership ambiziosa

Siamo entusiasti di accogliere Jasmine nella famiglia Alfa Romeo – ha dichiarato Cristiano Fiorio, responsabile Marketing e Comunicazione globale del brand –. La sua passione per il tennis, unita al desiderio di migliorarsi costantemente, rappresenta il binomio perfetto dell’eccellenza italiana. Questa collaborazione ha l’obiettivo di ispirare nuove generazioni di appassionati, tanto nello sport quanto nell’automobile”.

Nei prossimi mesi, Paolini sarà protagonista di diverse campagne di comunicazione ed eventi ufficiali del marchio, rappresentando Alfa Romeo sia in Italia che all’estero. Un ruolo che si inserisce in una lunga tradizione del brand di sostenere giovani talenti sportivi, come già fatto in passato con Jannik Sinner, Jorge Lorenzo, Antonio Giovinazzi e i calciatori dell’Eintracht Frankfurt.

Sono molto onorata di entrare a far parte della famiglia Alfa Romeo – ha commentato Paolini –. Condivido con questo marchio non solo l’amore per le prestazioni e il design, ma anche l’orgoglio di rappresentare l’Italia nel mondo. Ritrovo nelle vetture Alfa la stessa cura per i dettagli e la ricerca dell’eccellenza che caratterizzano il mio approccio al tennis”.

La ricca gamma del Biscione

La gamma Alfa Romeo, d’altronde, è il simbolo perfetto di questa sinergia: dalla Giulia, berlina sportiva iconica, alla Stelvio, il primo SUV del marchio, fino al Tonale, C-SUV elettrificato che unisce tradizione e innovazione. Ultima nata in casa Alfa, la Junior si distingue per il suo design compatto, tecnologia all’avanguardia e un’anima giovane, pensata per un pubblico dinamico e attento allo stile e alla sostenibilità.

Il legame tra Alfa Romeo e Jasmine Paolini rappresenta quindi molto più di una semplice partnership commerciale. È l’incontro tra due storie italiane di successo, tra chi ha saputo imporsi a livello internazionale grazie al talento, alla dedizione e alla capacità di suscitare emozioni autentiche. Come un colpo vincente sulla linea di fondo o una curva affrontata a tutta velocità, entrambi sanno regalare brividi e momenti indimenticabili.

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277889 Alfa Romeo sceglie Jasmine Paolini
Che auto guida Davide Frattesi, eroe di Champions con l’Inter https://www.virgilio.it/motori/curiosita/auto-davide-frattesi/277730/ Wed, 07 May 2025 09:44:11 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277730 Certe notti si scolpiscono nella pelle. Quella del 6 maggio 2025 lo ha fatto. Semifinale di Champions. Ritorno a San Siro, Inter-Barcellona. Minuto 99 dei supplementari, tensione alle stelle. Frattesi arriva da dietro, riceve il passaggio di Thuram, controlla col destro, mira e colpisce. Angolo basso, portiere battuto. Lo stadio esplode. Un gol che vale la finale. Dietro ogni lampo da prima pagina c’è, però, sempre un giorno qualunque. E nel caso di Davide Frattesi, dentro quel giorno c’è pure una Volvo XC90.

Potrebbe sembrare un dettaglio, invece no. Quando la norma, nel mondo dei calciatori, è farsi immortalare con bolidi da 300 all’ora, Frattesi gira in una sette posti ibrida. Pulita, solida, elegante. Sì, anche prestazionale. Ma la XC90 sussurra in confronto ai bolidi estremi. Comunica concretezza, equilibrio, sobrietà vera. Un po’ come chi l’ha guidata verso Appiano agli allenamenti, evitando di buttarsi nelle supercar, pallino di vari colleghi eccellenti.

Controcorrente, con naturalezza

Nel calcio si parla di gol, sì. Ma anche di auto. All’Inter lo hanno preso alla stregua di un gioco. Da una parte Arnautovic, con la sua Lamborghini Urus Mansory (custodita insieme a una Rolls-Royce), un carro armato in versione supereroe. Dall’altra Frattesi, al comando della Volvo, senza dare nell’occhio. In un video diventato virale, i due si bloccano la strada per scherzo mentre vanno all’allenamento. Arna sgasa, Frattesi ride. Uno spaccato di due personalità opposte, accomunate da un obiettivo: il bene dell’Inter. Due visioni del mestiere. Due modi di occupare lo spazio. Uno invade, l’altro si prende il suo. Con calma.

Parla piano, lascia il segno

La XC90 è tutto fuorché banale. Comfort nordico, sicurezza top, anima ibrida. Il modello che guida Frattesi garantisce stabilità e un’autonomia ai massimi livelli. Serve potenza? Lei risponde, puntuale, anche se preferisce la linearità. Perché la forma segue la sostanza nelle produzioni scandinave, emblema di affidabilità. Salire a bordo è un’esperienza. Interni tanto minimal quanto ricercati, plancia essenziale, infotainment pulito, materiali scelti con cura. L’atmosfera ti fa subito pensare di avere la situazione sotto controllo. Al posto delle ostentazioni, predomina la calma.

E poi, le tecnologie ADAS: frenata automatica, assistenza alla sterzata, radar intelligenti. La XC90 è un’eccellenza, e i prezzi di listino lo confermano. Per qualcuno può sembrare un argomento da catalogo tecnico. Ma per uno della pragmaticità di Frattesi, che fa della lucidità il suo punto di forza, importa eccome.

Non è solo una macchina

Le macchine parlano. Anche quando stanno ferme. E la Volvo parcheggiata fuori dal Suning Training Centre dice molto. Frattesi non ha evidentemente bisogno di impressionare fuori dal campo. La scena se la prende con i fatti. Con un inserimento al momento giusto. Con un tiro all’angolino. Con una scelta coerente, anche nei dettagli.

Il gol contro il Barcellona entrerà nei ricordi nerazzurri. Intanto, la XC90, silenziosa e pulita, racconta il tipo di giocatore e di persona che lo ha firmato. Uno poco appariscente, ma salvifico nelle occasioni importanti. Dal successo esterno contro il Bayern Monaco all’impresa col Barcellona, certe notti non vanno più via: ti restano incollate addosso. Come certe auto.

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277730 Frattesi guida una Volvo XC90
Scelte stupide, la nuova Abarth 600e brilla nel video di Fedez e Clara https://www.virgilio.it/motori/curiosita/scelte-stupide-fedez-clara-abarth-600e/277683/ Wed, 07 May 2025 05:30:56 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277683 Musica e motori, una combinazione che da sempre affascina il pubblico e che torna protagonista grazie al nuovo singolo di Fedez, in collaborazione con la cantante Clara Soccini, già nota per il successo ottenuto con la serie “Mare Fuori”. Il brano si intitola Scelte stupide ed è già disponibile sulle principali piattaforme di streaming, accompagnato da un videoclip dallo stile cinematografico. Tra gli elementi che hanno catturato l’attenzione degli spettatori e fan dell’artista, infatti, c’è un’ospite d’eccezione: la Abarth 600e, il nuovo SUV sportivo elettrico da 280 cavalli, che segna un importante passo avanti per il marchio dello Scorpione nell’era della mobilità a zero emissioni.

Il sodalizio musicale Fedez – Clara

Il singolo segna un ritorno deciso per Fedez dopo un periodo complesso sotto i riflettori e arriva con un sound pop-urban molto radiofonico. Clara, giovane talento musicale (visto anche a Sanremo) e volto emergente della musica italiana, dona al brano una freschezza vocale e interpretativa che si sposa perfettamente con lo stile del rapper milanese. Il videoclip, curato con una regia elegante e dinamica, alterna scene emotive a momenti di puro impatto visivo, tra cui spiccano quelle in cui compare l’Abarth 600e, scelta non casuale, ma coerente con l’immagine giovane, grintosa e innovativa dei due artisti.

Abarth 600e: muscoli elettrici

La vera sorpresa per gli appassionati di motori è la presenza della nuova Abarth 600e, un modello che rappresenta una svolta storica per il brand torinese: è il primo SUV 100% elettrico della casa dello Scorpione e, al contempo, uno dei veicoli più potenti mai prodotti da Abarth.

Sotto il cofano troviamo un motore alla spina da 280 cavalli, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 54 kWh, che promette prestazioni di alto livello senza emissioni nocive. Il sistema di trazione integrale e la coppia istantanea garantiscono un’accelerazione fulminea e un comportamento su strada decisamente sportivo. L’auto è in grado di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 6 secondi, entrando così a pieno titolo nel club dei SUV sportivi ad alte prestazioni.

Design aggressivo e dettagli esclusivi

Il design della 600e riflette l’anima sportiva di Abarth: linee aggressive, passaruota muscolosi, cerchi in lega da 20” e un frontale dal taglio audace. Gli interni sono altrettanto curati, con sedili sportivi in Alcantara, volante piatto racing e dettagli in fibra di carbonio. Il sistema infotainment è dotato di schermo touch da 10,25” con connettività completa, assistenti vocali e modalità di guida configurabili. Il prezzo? La versione top di gamma, la Scorpionissima, quella presente anche nel videoclip, è proposta a 48.950 euro, un costo giustificato da prestazioni, contenuti tecnologici e unicità del marchio.

Un lancio che guarda ai giovani

La presenza dell’Abarth 600e nel video di “Scelte stupide” non è solo un cameo automobilistico, ma parte di una strategia precisa: legare un prodotto innovativo e di rottura come il SUV elettrico sportivo a volti noti della scena pop italiana, capaci di parlare al pubblico più giovane. Una platea che sempre di più guarda con attenzione alla mobilità elettrica, non solo per ragioni ambientali ma anche per gusto estetico e desiderio di distinzione.

Il video è già stato visto da centinaia di migliaia di utenti in pochi giorni, diventando un piccolo caso virale anche per gli appassionati di auto. Non resta che vedere se, oltre al successo del singolo, la 600e riuscirà a conquistare anche la strada.

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277683 Abarth 600e nel videoclip di Clara e Fedez
Gran Turismo 7 celebra un’icona: la Fiat Panda pronta a scendere in pista https://www.virgilio.it/motori/curiosita/gran-turismo-7-fiat-panda/277652/ Tue, 06 May 2025 12:23:14 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277652 Un mix di nostalgia, sorpresa e attesa sta infiammando in questi giorni la community di “Gran Turismo 7, dopo che un video teaser pubblicato sui canali ufficiali del gioco ha mostrato, seppur per pochi secondi, un indizio che ha fatto sobbalzare gli appassionati italiani (e non solo) dalla sedia: il modello 3D di una Fiat Panda originale, la versione nata nel 1980.

Un indizio fa ben sperare i fan

Il dettaglio, visibile al minuto 0:34 del filmato, appare su uno dei monitor nello studio di sviluppo di Polyphony Digital, e non sembra lasciar spazio a dubbi: quella silhouette squadrata, essenziale e familiare è proprio quella dell’iconica Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1980. Un’auto che ha segnato la storia della mobilità italiana e che, ora, sembra pronta a tornare anche nel mondo virtuale.

Ad alimentare le speculazioni è stata la visita recente proprio dei Giugiaro – Giorgetto e suo figlio Fabrizio – presso gli studi giapponesi di Polyphony, il team capitanato da Kazunori Yamauchi, padre della saga Gran Turismo. I due designer sono stati protagonisti di una giornata tra workshop creativi e prove di guida virtuale, durante le quali, stando alle immagini trapelate, la Panda ha fatto più di una fugace comparsa sugli schermi. Coincidenza? Difficile crederlo, considerando il profilo altamente simbolico della vettura e il contesto della visita.

Il “Pandino” non è la prima volta che bazzica nel gioco

Non è la prima volta che la Panda fa capolino nell’universo di “Gran Turismo”. Il modello 1000S i.e. del 1990 era già stato incluso in capitoli precedenti della serie – da GT4 a GT6 – diventando un’auto amatissima dai fan grazie alla sua semplicità e al suo carisma. Le sue sei colorazioni e le prestazioni modeste ma realistiche l’avevano resa perfetta per scenari come la Costa di Amalfi, dove lo stile contava quanto – se non più – della velocità.

La possibilità di rivederla oggi in GT7 assume un significato particolare. In un’epoca in cui il realismo grafico e la potenza delle hypercar dominano il mercato dei simulatori di guida, il ritorno di un’auto “popolare” come la Panda rappresenterebbe un piccolo omaggio alla cultura automobilistica degli anni ‘800 e ‘90, quando le auto erano più essenziali, ma anche più accessibili e riconoscibili.

Tante le storiche presenti

Il ritorno della Panda in “Gran Turismo 7”, qualora confermato, sarebbe anche un tributo alla filosofia della serie: celebrare tutte le automobili, non solo quelle da sogno. Proprio Kazunori Yamauchi ha spesso ribadito il valore culturale e affettivo che certe vetture “normali” hanno per milioni di giocatori nel mondo. “Anche un’auto da città può raccontare una storia e generare emozioni”, ha detto in passato.

Sul fronte ufficiale, per ora, Polyphony Digital non ha rilasciato conferme. Ma l’accumularsi di indizi sembra preludere a un annuncio imminente, magari in vista di un aggiornamento estivo del gioco. Se così fosse, la Panda andrebbe ad affiancare altre vetture storiche già presenti in GT7, contribuendo a rendere il garage virtuale sempre più ricco e variegato. Nel frattempo, la comunità online è in fermento. I forum specializzati pullulano di discussioni, meme e ipotesi. C’è chi spera in una versione elaborata da rally, chi sogna di vederla sulla neve di Lake Louise o tra i cordoli di Tsukuba, e chi semplicemente non vede l’ora di riscoprire il piacere di guidare una vera icona italiana in un contesto globale.

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277652 Gran Turismo 7: Fiat Panda pronta a tornare
Multa per eccesso di velocità, come può “lievitare” fino a 18.000 euro https://www.virgilio.it/motori/curiosita/multe-eccesso-velocita-18000-euro/277359/ Sun, 04 May 2025 05:30:57 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277359 Le multe per eccesso di velocità sono molto frequenti. Alle volte, infatti, è sufficiente superare di poco il limite previsto, senza accorgersene, per poi dover fare i conti con una sanzione. Per evitare multe di questo tipo è fondamentale guidare sempre con prudenza e restare al di sotto dei limiti, preferendo una guida attenta e riducendo così il rischio di dover fare i conti con gli effetti di una violazione del Codice della Strada.

In alcuni casi, superare il limite di velocità di pochi km/h può tradursi in una vera e propria stangata. Il caso incredibile è stato raccontato dal magazine Auto-Moto e riguarda uno sfortunato automobilista della Nuova Zelanda, sorpreso a superare il limite di velocità previsto di 14 km/h. Il rifiuto di pagare subito la multa e i tentativi per farsela annullare sono costati cari all’automobilista in questione che ha dovuto fare i conti con una sanzione lievitata fino a 18.000 euro.

Una multa salatissima

Il caso risale al 2016 e riguarda l’automobilista Peter Prescott della Nuova Zelanda. In un tratto di strada con limite a 50 km/h, l’uomo è stato sorpreso a viaggiare a 64 km/h. Come previsto dalla normativa, la sanzione è stata inevitabile con una multa di 80 dollari neozelandesi, pari a circa 46 euro. Fin qui, non c’è nulla di strano. Tutto quello che è accaduto dopo, però, ha fatto lievitare l’importo dovuto, costringendo l’automobilista a dover affrontare una spesa davvero incredibile, considerando il tipo di violazione commesso. Le multe per eccesso di velocità sono destinate a diventare sempre più numerose grazie ai nuovi sistemi di rilevazione automatica. Con gli autovelox con AI, infatti, gli automobilisti che superano i limiti non hanno scampo.

Una vera stangata

La sanzione è stata inizialmente raddoppiata: l’uomo ha scelto di non pagare, in quanto sosteneva di non aver commesso alcuna violazione, e non si è presentato in tribunale per supportare la sua tesi. Con l’aggiunta delle spese processuali, l’importo da pagare è salito a 105 euro. L’appello successivo è stato respinto ma Prescott ha avviato altre azioni legali, senza successo.

Il conto da pagare, a causa delle varie spese, è salito fino a 7.800 euro. Anche in questo caso, però, l’automobilista non ha pagato. Nel 2020, quindi, è stata avviata una procedura per il recupero crediti. Nulla, però, è stato concluso e il totale da pagare è salito fino a 14.000 euro e poi ancora fino a 18.000 euro.

Prescott ha presentato, lo scorso marzo, un’istanza di fallimento, rifiutata dal tribunale. Di conseguenza, il debito è ancora attivo e potrebbe incrementare ancora. In tema di multe salate, ricordiamo che in Francia un uomo si è ritrovato vittima di una truffa ed è ha dovuto fare i conti con multe per oltre 300.000 euro anche senza avere nemmeno un’auto di proprietà.

Naturalmente, ci troviamo di fronte a un caso limite che, però, mostra come la burocrazia può risultare un vero e proprio problema per gli automobilisti. In determinate situazioni, per evitare ulteriori problemi, può risultare persino più conveniente pagare subito una piccola multa (anche se la si ritiene ingiusta) per evitare ulteriori problemi nel corso degli anni successivi.

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277359 Una multa per eccesso di velocità incredibile
Porsche sbaglia curva e si schianta, video da brividi https://www.virgilio.it/motori/curiosita/porsche-schianto-video-brividi/277116/ Sat, 03 May 2025 05:00:47 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277116 Le supercar moderne, come la Porsche 911 GT3 RS, sono veri mostri da pista con la targa. Hanno cavalli da vendere, aerodinamica estrema e una dotazione elettronica pensata per tenerti in carreggiata anche quando l’asfalto finisce e inizia il tuo coraggio. ABS, ESP, controllo trazione, modalità di guida settabili in tempo reale. Ma c’è una cosa che nessun sensore può prevedere: la mano pesante (e inesperta) di chi sta al volante.

Lo dimostra alla perfezione un video diventato virale sui social, postato sul profilo Instagram di supercar.fails (che, tra l’altro, è una miniera d’oro per questo tipo di disastri annunciati). Protagonista? Una Porsche 911 GT3 RS grigia. Scenario? Una strada in Florida, assolata e apparentemente innocua. Già, apparentemente perché abbassare la guardia è vietato. L’incidente poteva avere conseguenze assai peggiori, ma è comunque sufficiente a ricordarci un punto chiave: non basta comprare una supercar per saperla padroneggiare.

Tutto inizia con una “S”

Il video ritrae la scena per intero. La Porsche parte decisa, sound pieno, motore che sale di giri con rabbia. Davanti, una curva a “S”. All’inizio sembra tutto ok: assetto rigido, traiettoria corretta. Poi, in un attimo, la situazione sfugge. Il retrotreno comincia a muoversi, la macchina entra in sovrasterzo e il guidatore, nel panico, commette il peggiore degli errori: corregge con eccessiva foga. La GT3 RS risponde… mandandolo fuori.

È un classico caso di “fiducia sfiducia nei controlli elettronici”. Per quanto avanzati, gli ADAS non possono sostituire la sensibilità del conducente. Se fai entrare una 911 GT3 RS in curva con troppo gas e perdi il controllo del mezzo, la macchina reagisce con brutalità. E qui lo fa: scarta, perde trazione, tocca il marciapiede, si alza, poi impatta dritta contro un albero. Fine corsa. Fine giro. Fine sogni di gloria.

Danni meno gravi del previsto

Guardando un secondo video lo si nota all’istante: l’impatto è stato più contenuto di quanto ci si aspettasse. Gli airbag si sono aperti come previsto, il cofano anteriore sembra “quasi” salvo, e l’abitacolo è integro. Ma basta spostare l’occhio sulla ruota anteriore sinistra per capire che la festa è finita: piegata, paraurti e parafango segnati, sospensioni probabilmente da buttare. E chissà il telaio sotto…

Guidatore punto nell’orgoglio

La buona notizia? Il conducente ne è uscito fisicamente illeso (o quasi). La velocità non era folle – per fortuna – e l’auto ha fatto il suo lavoro sul fronte della sicurezza passiva. Però è facile immaginare che il colpo più grosso lo abbia incassato il suo ego: guidare una GT3 RS, esibirla, filmarsi… e finire virale su un profilo dedicato alle figuracce.

La 911 GT3 RS ti mette con le spalle al muro. Tanto elegante e potente quanto pericolosa se maneggiata senza rispetto. E sì, i sistemi elettronici aiutano, ma non sono attrezzati i miracoli. Ti sopravvaluti al volante? Preparati: perché prima o poi il conto arriva. Puntuale. Se hai una supercar, usala con la testa. O meglio ancora: portala in pista. Lì puoi infatti sbagliare, imparare, migliorare. Sulla strada, invece, ogni errore può costare caro. O finire su Instagram.

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277116 Porsche 911 GT3 RS: crash da brividi
Un vero e proprio tesoro della storia dell’auto: la scoperta https://www.virgilio.it/motori/curiosita/tesoro-auto-scoperta-belgio/277091/ Fri, 02 May 2025 06:00:54 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=277091 Quando la realtà supera l’immaginazione. In Belgio, in una cittadina di cui (per ora) non è stato reso noto il nome, è stata scoperta una concessionaria abbandonata da decenni. Fin qui nulla di strano, penserai. E invece no: al suo interno, sotto uno strato leggero di polvere, è rimasta parcheggiata una collezione di auto da far venire la pelle d’oca a qualsiasi appassionato di motori. Modelli anni ’80 e ’90, intatti, allineati come se il tempo si fosse fermato. Nessun graffio, gomme ancora gonfie, lamiera lucida. Un vero tesoro.

Icone ferme

Tra le tante meraviglie ritrovate, nomi capaci di segnare intere generazioni: Peugeot 106 Rallye, Alfa Romeo 33, Renault 5 GT Turbo, Volkswagen Golf GTI. Ma anche qualche perla più rara: Abarth mai immatricolate, vecchie BMW da corsa. Tutte in piedi, in silenzio, come in attesa che qualcuno le metta in moto e le riporti sulla strada. Le foto che girano online sembrano scattate in uno showroom vintage perfettamente allestito per una fiera, e invece è frutto del caso, o meglio: dell’abbandono.

A colpire è proprio lo stato di conservazione. Nessuna officina a prendersene cura, nessun telo a coprirle. Eppure, niente ruggine, niente interni sbiaditi. Solo una patina grigia a coprire le carrozzerie. Come se lo strato di polvere fosse stato l’unico – e inspiegabilmente efficace – sistema di protezione contro il tempo. Un’istantanea di trent’anni fa rimasta perfetta, senza ritocchi.

Ovviamente, resta il grande punto interrogativo: perché? Perché un’intera concessionaria piena di gioielli è rimasta chiusa così a lungo? Le ipotesi si sprecano: fallimento improvviso, una causa legale mai risolta, proprietario scomparso senza lasciare indicazioni agli eredi… Mistero. La beffa, però, è che questo luogo – ormai ribattezzato “la Disneyland dell’automobilismo vintage” – non è visitabile. Le vetture sono lì, sì, però dietro porte chiuse, protette da cavilli legali che ne impediscono la vendita o la rimozione. Bloccate, alla pari dell’attività commerciale che le ospita.

La burocrazia si mette di traverso

La rivelazione ha acceso i riflettori su una domanda affascinante: quanti altri posti simili ci saranno sparsi per l’Europa? Quanti capannoni, officine, concessionarie chiuse di colpo, magari con dentro bellezze rimaste ferme da decenni? E quante potrebbero essere salvate, restaurate, rimesse su strada prima che sia troppo tardi? Anche nel nostro Paese esistono luoghi che sembrano sospesi nel tempo. Basta farsi un giro nelle zone industriali in disuso o nelle campagne, dove ancora si trovano garage chiusi da vent’anni. Solo che, come spesso accade, la legge complica il recupero. Servono pratiche, autorizzazioni, soldi. E nel frattempo le auto marciscono.

Impossibile entrare, impossibile comprare. L’iter per recuperare legalmente uno dei veicoli è complicato. Bisogna passare per tribunali, aste pubbliche, verifiche catastali. Chi vuole provare deve mettere in conto spese alte e tempi infiniti. Non il massimo se vuoi riportare in vita una sportiva degli anni d’oro. Eppure, la passione resta. In rete si sono già formati gruppi dedicati al “tesoro belga”, con foto, commenti, ipotesi e sogni a occhi aperti. Qualcuno propone raccolte fondi per provare ad acquistare almeno una parte del lotto, qualcun altro invoca l’intervento di musei, chi semplicemente spera che il patrimonio non venga dimenticato.

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277091 In Belgio un garage fantasma: conteneva icone anni Ottanta e Novanta
Una Tesla Model Y così non l’avevamo mai vista: l’improbabile trasformazione https://www.virgilio.it/motori/curiosita/tesla-model-y-kit-spara-bolle/276894/ Wed, 30 Apr 2025 05:30:31 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276894 La Tesla Model Y continua a far parlare di sé, ma stavolta non c’entra Elon Musk né qualche rivoluzionaria innovazione tecnologica firmata Palo Alto. A sorprendere, infatti, è un’idea tanto semplice quanto geniale nata lontano dai laboratori californiani: nel cuore del Massachusetts, un appassionato di auto ha deciso di riscrivere – con ironia e creatività – le regole del tuning per veicoli elettrici, aggiungendo alla sua Model Y uno scarico che spara bolle.

Una sorpresa che cambia le regole

Niente fumi tossici né ruggiti da muscle car: il retro di questa Tesla emette una scia di bolle leggere e danzanti ogni volta che l’auto si ferma o riparte, trasformando l’ordinaria attesa al semaforo in un piccolo spettacolo urbano. Un colpo di teatro che sfida con ironia l’assenza di suono e di “anima meccanica” che molti rimproverano alle auto elettriche, specialmente alle Tesla.

Il sistema è sorprendentemente ben progettato: un serbatoio per il liquido delle bolle, installato nel bagagliaio, alimenta due terminali di scarico cromati fissati al paraurti posteriore. Il tutto si attiva tramite un comodo telecomando wireless. Basta un clic, e lo show ha inizio.

La creazione è già famosa sui social

Il creatore del kit, che per ora preferisce restare anonimo ma ha già una piccola base di fan sui social, racconta di aver ideato il sistema per “ridare un po’ di divertimento al mondo dell’elettrico“. Non punta a migliorare prestazioni o a risparmiare energia: lo scopo è puramente estetico e ludico. E a giudicare dalle reazioni, ci è riuscito: il video della sua Model Y con le bolle è diventato virale in pochi giorni, raccogliendo migliaia di visualizzazioni e commenti divertiti da ogni parte del mondo.

Il fragore è stato tale che l’inventore ha deciso di commercializzare il suo bubble-kit: per 700 dollari, incluso il montaggio, è possibile acquistarlo direttamente su Facebook Marketplace. Le richieste – racconta – arrivano ormai da tutti gli Stati Uniti, e non mancano appassionati europei pronti ad adattare il sistema anche alle proprie Tesla. Chissà se Elon Musk, alla luce dei suoi problemi, deciderà di aggiungerlo alla sua gamma ordinaria.

Lo spettacolo ha colto nel segno

C’è chi lo considera un semplice vezzo, chi un’espressione artistica su quattro ruote. Ma una cosa è certa: la trovata ha colto nel segno, restituendo un tocco di umorismo a un settore che, per molti, rischia di diventare troppo serio, tecnico, e asettico. E chissà che presto non nascano raduni dedicati, con decine di Tesla che invece di rombare fanno uno spettacolo da cabaret, lasciandosi dietro una scia di bolle.

Intanto, anche senza accessori fantasiosi, la Tesla Model Y continua a segnare buoni risultati di vendita, anche in Italia. Nel primo trimestre del 2025, Tesla ha registrato 3.469 immatricolazioni nel nostro Paese, con un mese di marzo particolarmente brillante: 2.217 unità vendute, pari a un incremento del 51% rispetto allo stesso periodo del 2024. La Model 3 si conferma la regina delle elettriche, dominando il segmento D e superando da sola tutti gli altri concorrenti BEV messi insieme. Ma anche la Model Y si difende bene: nonostante le consegne limitate del nuovo modello Juniper, è comunque riuscita a conquistare il quarto posto tra le elettriche più vendute.

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276894 Tesla Model Y, con kit spara bolle
Hamilton mette all’asta la sua vecchia “rossa”: occasione imperdibile per i fan https://www.virgilio.it/motori/curiosita/lewis-hamilton-asta-auto-mclaren/276808/ Tue, 29 Apr 2025 08:47:43 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276808 C’era una volta un enfant prodige che debuttò in Formula 1 al fianco di un eroe spagnolo che aveva battuto il più grande campione di tutti i tempi. Sembra l’inizio di una favola e, per un appassionato di Motorsport, il campionato 2007 fu effettivamente pura magia. Fernando Alonso e Lewis Hamilton, al volante della McLaren MP4-22, si sfidarono sino all’ultima curva dell’ultimo Gran Premio e vennero beffati da Kimi Raikkonen, ultimo storico campione del mondo della Ferrari che aveva preso il posto di Michael Schumacher.

In questo scenario magico si colloca il progetto McLaren della MP4-12C. La Casa di Woking cominciò a sviluppare la 12C nel 2005. La supercar ha segnato il ritorno di McLaren alla produzione di un’auto di serie dopo anni di stop. La 12C venne presentata online come MP4-12C nel settembre 2009, inaugurando l’era moderna del marchio britannico. Il design portò la firma di Pininfarina e finalizzato da Frank Stephenson. Le linee rimangono moderne a distanza di tempo, rappresentando l’estro ingegneristico che ha condizionato anche la gamma attuale della McLaren. Il numero 44 ora vorrebbe progettare l’erede della storica Ferrari F40.

All’asta l’esemplare di Lewis Hamilton

La colorazione Volcano Orange con il suo caratteristico effetto lava fusa, impreziosita da un pacchetto esterno in fibra di carbonio, sposò il gusto raffinato di Hamilton. Il pacchetto Stealth e i cerchi a cinque razze in Satin Dark Grey resero ancora più aggressivo il modello commissionato appositamente dal campione anglocaraibico. Gli interni avevano un armonioso equilibrio tra performance e lusso, con i rivestimenti in Alcantara Rosso Harissa e Nero.

La fibra di carbonio spiccava su quasi ogni superficie, dai battitacco ai passaruota sino agli schienali dei sedili sportivi elettrici e riscaldati. Le finiture dell’abitacolo avevano inserti in alluminio satinato che creavano un bel contrasto. Lo sterzo della MP4-12C venne modellato sul volante di Formula 1 di Hamilton, tenendo conto dello spessore dei suoi guanti. Online, sulla pagina IG broadarrow_auctions, si possono notare i particolari della vettura immatricolata il 1° marzo 2012. L’attuale pilota della Ferrari è stato paparazzato spesso per le strade di Monaco a bordo di questo gioiello. L’auto inglese ha fatto apparizione anche in un video musicale del cantante Swizz Beatz. Ora è disponibile con oltre 8.938 chilometri percorsi al momento della catalogazione, dopo essere passata per la mani di un secondo collezionista, da parte della casa d’asta Broadarrowauctions.com. Sarà battura durante il prestigioso Concorso d’Eleganza Villa d’Este, a fine maggio.

Prezzo da capogiro

La MP4-12C di Lewis Hamilton sarà offerta in esclusiva insieme alla MP4-12C del compagno di squadra campione del mondo, Jenson Button. Rappresenta un’opportunità unica per acquistare una supercar che ha segnato un’epoca. La McLaren MP4-12C vanta sotto il cofano un motore V8 biturbo da 3,8 litri, capace di sprigionare inizialmente 600 CV, poi aumentati a 625 CV nelle versioni successive. Con soli 8.938 chilometri percorsi, l’esemplare appartenuto a Lewis Hamilton è stimato tra i 175.000 e 225.000 euro, un valore più alto rispetto alle tradizionali MP4-12C.

I modelli successivi della gamma hanno mantenuto gli stessi principi fondamentali: telaio MonoCell in fibra di carbonio, motore V8 biturbo in posizione centrale, cambio a doppia frizione a sette rapporti e trazione posteriore. Lewis e Jenson Button vennero entrambi coinvolti nello sviluppo e nella promozione della MP4-12C.

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276808 Lewis Hamilton ha messo all'asta una sua supercar
L’auto dei funerali del Papa fa parlare: è un vecchio pick-up americano usato https://www.virgilio.it/motori/curiosita/funerali-papa-papamobile-pick-up/276794/ Tue, 29 Apr 2025 07:30:08 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276794 Per l’ultimo saluto a Papa Francesco è stato istituito un lungo corteo funebre a Roma. L’ultimo viaggio si è snodato lungo un percorso di 5,5 chilometri che da Piazza San Pietro è arrivato sino alla Basilica di Santa Maria Maggiore dove Bergoglio riposerà per sempre. Nel tragitto è spiccata la papamobile bianca con una targa di colore rosso “SCV 1”, ovvero “Stato di Città del Vaticano” su cui è stata trasportata la bara.

Il Dodge Ram 1500 ‘classic’ è stato prodotto fino al 2024, oltre che nel Michigan, anche a Saltillo, vicino Città del Messico, e proponeva tre motorizzazioni tutte con cambio automatico a 8 rapporti. Sotto al cofano disponeva di un potente motore a benzina V6 3,6 litri, di un Hemi V8 5,7 litri o dell’EcoDiesel V6 3,0 di origine italiana. L’auto americana era già stata protagonista nel viaggio pastorale del 12-18 febbraio 2016, in Messico. L’esemplare del Papa aveva un valore di mercato di poco superiore a 15mila euro, essendo un veicolo usato. Venne regalato al Santo Pontefice nel 2017 per celebrare il 25mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Messico e Vaticano.

Un’auto in linea con il carattere di Papa Francesco

Prodotta dal colosso americano Dodge, il Ram venne lanciato sul mercato, per la prima volta, nel 1981 come erede della serie “Dodge D”, diventando uno dei modelli più in voga in Nord America. Il pick-up è l’auto dei lavoratori, un mezzo umile che nasce per scopi di carico con un cassone nella zona posteriore. I pick-up possono essere mastodontici, ma anche medi e compatti, a cabina singola o doppia. Sono amatissimi anche in Sud America. Papa Francesco, nato nel quartiere di Flores a Buenos Aires, amava la semplicità. Dopo l’attentato a Giovanni Paolo II il Vaticano aveva stabilito che il Pontefice si dovesse spostare su mezzi blindati. Bergoglio ha rifiutato di girare a bordo di auto blindate per essere vicino alla gente.

La papamobile scelta per i funerali appare in linea con la personalità che Bergoglio ha sempre manifestato nel corso del suo papato. Nel garage del Vaticano sono presenti tanti veicoli di lusso, tra cui una spettacolare Lamborghini Huracán, tuttavia Papa Francesco amava girare a bordo di una vecchia Ford Focus e su di una normale Fiat 500 L. Proprio l’essenzialità e l’attenzione alle persone in difficoltà lo hanno reso uno dei Pontefici più amati dal mondo cattolico. Jorge Mario Bergoglio è stato il primo Pontefice di origine sudamericana e ha proseguito sino alla fine il suo percorso di rinnovamento della Curia romana. Nei suoi anni di pontificato ha assunto posizioni innovative, schierandosi con forza in difesa dei migranti.

La collezione di auto “green” del Vaticano

Il passaggio della papamobile pick-up nel centro di Roma è stato seguito in tutto il mondo. Durante il corteo il feretro di Papa Francesco è stato trasportato dal Vaticano fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove è stato tumulato. L’ultima papamobile, in ordine cronologico, usata per le uscite pubbliche da Bergoglio era stata una Mercedes Classe G con una potenza di 432 kW e un’autonomia vicina ai 500 km. Negli ultimi anni, data la diffusione delle EV, diverse auto alla spina avevano riempito il garage del Vaticano. Le opzioni “green” per il Papa erano le seguenti: Opel Ampera-e, Skoda Enyaq iV e Volkswagen ID.3 Pro Performance, oltre alla BMW i3, alla Smart EQ Forfour e all’auto a idrogeno Toyota Mirai.

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276794 Il pick-up Dodge-Ram del Papa
Tesla Model Y, arriva il climatizzatore oscillante: addio colpi d’aria https://www.virgilio.it/motori/curiosita/tesla-model-y-climatizzatore-oscillante/276242/ Thu, 24 Apr 2025 14:10:45 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276242 Quando si parla di Tesla, spesso l’attenzione finisce per spostarsi su Elon Musk, i suoi tweet, le missioni spaziali o le dichiarazioni sopra le righe. Ma ogni tanto, vale la pena rimettere al centro l’auto. Perché dentro a quella scocca minimalista e ipertecnologica, ci sono soluzioni più significative di mille proclami: come la modalità oscillante del climatizzatore sulla nuova Tesla Model Y.

Un dettaglio quasi invisibile, eppure fondamentale. Perché in un mondo pieno di funzioni superflue, trovano ancora spazio idee semplici, funzionali e capaci di migliorare davvero la vita a bordo.

Una funzione semplice, ma mai vista prima

Il nome è tutto un programma: modalità oscillante. Proprio come un ventilatore da salotto, l’aria in abitacolo smette di essere fissa in una direzione, bensì si muove da destra a sinistra in modo continuo. L’effetto? Un flusso ben più naturale, meno aggressivo, e soprattutto meno “invadente” per chi occupa i sedili anteriori.

Attivarla è intuitivo: basta sfiorare l’icona animata del flusso d’aria sullo schermo centrale e il sistema si mette in movimento. Inoltre, la personalizzazione è elevata: il guidatore e il passeggero possono scegliere indipendentemente se attivarla o meno.

L’uovo di Colombo, versione auto

Può sembrare un dettaglio marginale in confronto agli ADAS, quasi banale. E in effetti lo è. Ciononostante, nessun altro costruttore, almeno finora, aveva pensato a una soluzione del genere. A sorpresa, perché il fastidio provocato dall’aria condizionata diretta è un’esperienza comune: in ufficio, in auto, a casa. Discussioni su “mi arriva dritta sul collo”, litigi per la temperatura ideale o per il flusso d’aria troppo forte… suona familiare?

La criticità non è l’aria fresca in sé, bensì il fatto che colpisca sempre lo stesso punto. Una raffica continua sul braccio, sulla nuca o sul volto può provocare fastidi reali: tensioni muscolari, irrigidimenti, a volte persino piccole contratture. Il corpo reagisce al freddo localizzato come a un attacco, si protegge, si chiude. Il risultato? Disagio, specie quando fuori ci sono 35 gradi e si è costretti a uno sbalzo termico in pochi istanti.

Più comfort, meno stress termico

Con la modalità oscillante della Tesla Model Y, il disagio svanisce. Il flusso si muove, senza concentrarsi mai su un unico punto. E questo piccolo dettaglio rende l’esperienza a bordo molto più naturale e rilassante. Il corpo non viene stressato, e anche la termoregolazione interna lavora meglio: niente sbalzi, niente irrigidimenti, solo una piacevole brezza che si muove e accompagna. Nell’uso quotidiano fa la differenza. Soprattutto nei lunghi viaggi, dove ogni piccolo fastidio può trasformarsi in un malessere persistente.

Il genio dei dettagli

Ed è proprio in idee così semplici che si riconosce la mano di chi guarda le cose da un’altra angolazione. Invece di fare scena, vengono risolti problemi concreti. In fondo, non servono sempre invenzioni da Nobel per migliorare l’esperienza al volante. A volte basta fermarsi, osservare come viviamo davvero l’auto ogni giorno e trovare una via più intelligente per gestire quelle piccole seccature che di solito diamo per scontate.

Lo stesso obiettivo perseguito da Tesla Diner, un modo efficace per ingannare l’attesa durante la ricarica. E chi lo sa: magari presto anche altri brand prenderanno spunto. Quando succederà, sembrerà così naturale che verrà spontaneo pensare: “Possibile che nessuno ci abbia pensato prima?”.

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276242 Tesla Model Y apporta nell'abitacolo il "clima" in modalità oscillante
Turisti bloccati in un vicolo con l’auto: il video è virale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/turisti-bloccati-auto-vicolo-video/276209/ Thu, 24 Apr 2025 07:54:32 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276209 Il patrimonio culturale italiano attira ogni anno milioni di turisti. A Bosa, in Sardegna, due stranieri sono rimasti incastrati a bordo del loro SUV Toyota a causa di un errore del navigatore. Le indicazioni errate del GPS sono state prese alla lettera e gli stranieri si sono lanciati in una strada troppo stretta che non consentiva il passaggio della vettura a ruote alte giapponese.

L’automobilista si è bloccato tra le mura delle case, ma avrebbe dovuto calcolare con maggiore attenzione lo spazio. Una vacanza di Pasqua in Sardegna, per una disattenzione, è diventata una trappola. Teatro della vicenda è il centro storico di Bosa, in Sardegna. Si tratta di un piccolo paese della provincia di Oristano, nella costa occidentale del centro-nord dell’isola. Fa parte dell’Unione di comuni della Planargia ed è una meta turistica obbligata per coloro che affrontano un giro lungo la costa ovest della Sardegna.

L’errore a bordo del SUV

A bordo di una Toyota Yaris Cross, uno straniero ha dato piena fiducia al navigatore satellitare, infilandosi tra i vicoli del paese sardo. Non conoscendo l’incastro delle viuzze dei borghi italiani, creati secoli fa per il passaggio di uomini e carri, la coppia si è addentrata nel centro storico di Bosa. L’auto è rimasta arenata tra due edifici. La carreggiata era troppo stretta e una ruota del SUV, nel passaggio, è rimasta sospesa nel vuoto. Bloccati in una morsa, il conducente ha deciso di provare delle manovre disperate. In retromarcia è riuscito a smuovere di qualche centimetro la vettura a ruote alte, per poi incastrarsi di nuovo con uno scatto in avanti.

La carrozzeria ha iniziato a sfregare contro i muri in pietra, attirando l’attenzione dei passanti. Il video del tentativo di uscita dal vicolo è stato pubblicato sulla pagina TikTok Sardegna_mia, diventando virale. Nelle immagini sono stati ripresi i vari tentativi dell’automobilista nel panico. Sono intervenute delle persone in soccorso agli stranieri che, dimostrando grande spirito di comunità, hanno alzato il posteriore della Yaris Cross. L’operazione è riuscita e l’auto si è disincastrata ed è tornata sulla carreggiata. Al di là dei danni alla carrozzeria, i turisti si sono presi un grande spavento.

Altri casi analoghi

Non è la prima volta che una vettura ritorna con i paraurti graffiati da una gita fuori porta. Con l’abitudine di seguire le indicazioni sul navigatore sono tanti, non solo stranieri, ad aver commesso un errore di valutazione. In diversi centri italiani si sono registrati episodi simili. A Taormina, in Sicilia, una vettura era rimasta incastrata tra le stradine del paese, mentre a Caiazzo, in provincia di Caserta, un’auto elettrica è rimasta bloccata in un vicolo. Persino una Ferrari è rimasta inchiodata, a Milano, sui binari del tram. Le auto moderne, inoltre, sono piuttosto cresciute in termini di dimensioni, complicando anche le manovre di parcheggio.

Occorre stare molto attenti e, per quanto risulti paradossale, la tecnologia ha reso l’uomo meno smart. Un tempo ci sarebbe stata la giusta diffidenza verso sistemi tecnologici che possono anche mettere a serio rischio la sicurezza. Basta un piccolo errore, legato anche a un mancato aggiornamento delle mappe, per ritrovarsi sperduti o in difficoltà serie. Senza una grande conoscenza del territorio vi suggeriamo di usare il buon senso alla guida e tenere gli occhi puntati alla strada, altrimenti il rischio di finire in una morsa potrebbe nascondersi in ogni vicolo di un antico borgo.

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276209 Bosa, turisti ‘traditi’ dal navigatore rimangono incastrati
Addio buche stradali, il nuovo asfalto che si ripara da solo nato con l’AI https://www.virgilio.it/motori/curiosita/buche-stradali-asfalto-ripara-ai/276061/ Tue, 22 Apr 2025 17:07:01 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=276061 Uno dei problemi che da sempre attanagliano le strade di tutto il mondo sono le buche. In alcuni casi possono diventare davvero pericolose. La colpa è spesso dovuta all’usura delle strade o banalmente a dei lavori non fatti nella giusta maniera. Per questo motivo un gruppo di scienziati dell’Università di Swansea e del King’s College di Londra, insieme a ricercatori cileni hanno messo in piedi una nuova soluzione che potrebbe risolvere tutto e salvare in un certo senso anche delle vite.

Spesso, infatti, soprattutto in Italia, queste buche hanno causato dei terribili incidenti. Grandi città come ad esempio Roma, dove la viabilità è sempre complicata da gestire, le buche sono diventate una vera e propria piaga. Queste non solo sono pericolose per motorini e moto, ma diventano deleterie anche per le vetture che ci incappano dentro, portando a inevitabili guai meccanici.

Nuovo tipo di asfalto

Questa nuova trovata però potrebbe finalmente risolvere tutti i problemi. È stato sviluppato, infatti, un nuovo tipo di asfalto, capace di rigenerarsi da solo, senza alcuna opera di manutenzione umana. Questa tecnologia è stata realizzata sulla base dell’AI di Google Cloud e sfrutta dei materiali sostenibili, capaci di ripararsi in maniera del tutto automatica.

L’asfalto che utilizziamo attualmente deriva dal petrolio greggio e tende con il tempo a indurirsi, diventando più fragile, con la possibilità che si formino al proprio interno delle spaccature che con il tempo danno vita alle buche che noi tutti conosciamo. Questa nuova tecnologia però interviene proprio nella fase delle crepe andando a ricucirle così che queste non si allarghino. Si tratta di una vera e propria svolta, visto che questa novità allunga di molto la vita del manto stradale e soprattutto permette di risparmiare ingenti somme di denaro sulla manutenzione.

In laboratorio i risultati sono stati davvero superlativi. In particolare il nuovo asfalto ha dato prova di riuscire a invertire il processo degenerativo e di occludere le piccole fessure in meno di 1 ora. Nel materiale stradale sono state integrate spore del licopodio clavatum (Lycopodium clavatum). Queste, sottoposte al carico dei veicoli in transito, rilasciano un olio naturale che ammorbidisce l’asfalto e permette di riempire più rapidamente le micro-fessure che si vanno a formare.

Novità e tanti benefici

Questa novità però diventa un’ottima notizia anche per l’ambiente. L’utilizzo di scarti di biomassa per la realizzazione dell’asfalto autorigenerante fa diminuire le emissioni di carbonio generate ogni anno dall’industria delle infrastrutture stradali. Per questo motivo, anche se siamo solo nella fase di sviluppo di questa nuova tecnologia, c’è grande ottimismo sul fatto che possa rappresentare una vera e propria svolta a livello globale.

La tecnologia può rappresentare sicuramente un aiuto importante in tal senso. Di recente è stata anche sviluppata un’applicazione (Anomaleet), che riesce a controllare costantemente l’usura del manto stradale. Uno strumento tecnologico sicuramente importante, che magari unito a questo nuovo tipo di asfalto potrebbe rendere le nostre strade super sicure. Tutte queste novità potrebbero decretare un enorme risparmio di denaro non solo per gli automobilisti, ma anche e soprattutto per la spesa pubblica.

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276061 Buche in strada addio: l'asfalto si autoripara
I posti nel mondo dove la benzina costa meno https://www.virgilio.it/motori/curiosita/dove-costa-meno-benzina/275393/ Sun, 20 Apr 2025 10:00:35 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275393 La benzina è un indicatore economico instabile che in varie parti del mondo porta prezzi alla pompa estremamente diversi. Può essere capitato a chiunque di spostarsi  e rimanere stupiti del costo al litro, spesso più concorrenziale dell’Italia. Questo dipende da elementi come la produzione interna di petrolio, gli accordi tra Stati sull’importazione e, ovviamente, le accise. Tre fattori che posizionano l’Italia tra i più cari Paesi del mondo in quanto a prezzo al distributore, precisamente in 12° posizione. Al contrario, ci sono nazioni dove il carburante costa una frazione di quanto paghiamo in Italia. Alcuni possono contare su prezzi bassi grazie a sussidi statali molto generosi, altri su grandi riserve petrolifere interne, altri ancora usano il basso costo del carburante come leva per mantenere stabile il consenso interno.

Venezuela

Il Venezuela ha i prezzi della benzina più bassi al mondo, una realtà che si riflette nell’incredibile cifra di pochi centesimi di dollaro al litro. Alla base di questo prezzo ci sono le grandi riserve di petrolio del Paese, uno dei principali produttori di greggio globali, combinate a sussidi governativi. Nonostante ciò, la crisi economica e politica che ha colpito il Venezuela negli ultimi anni ha reso difficile l’accesso al carburante per la popolazione. Il sistema di distribuzione di carburante è stato gravemente compromesso, portando a lunghe file e a razionamenti che riducono l’accesso effettivo alla benzina a prezzi irrisori.

Libia

La Libia è un altro paese che beneficia di prezzi estremamente bassi per la benzina grazie alla sua produzione abbondante di petrolio. Con riserve petrolifere stimate tra le più grandi del continente africano, il paese è in grado di offrire carburante a costi molto inferiori rispetto alla media internazionale. I sussidi governativi giocano un ruolo fondamentale in questa situazione, rendendo la benzina praticamente gratuita per i cittadini.

Iran

L’Iran, uno dei principali membri dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), ha prezzi della benzina che gli permettono di collocarsi al terzo posto di questa classifica globale. Nonostante le sanzioni internazionali che ne limitano l’accesso ai mercati, l’Iran continua a produrre e a consumare petrolio in abbondanza. Il governo iraniano mantiene prezzi competitivi grazie ai massicci sussidi governativi, che permettono alla benzina di essere venduta a un prezzo estremamente basso. Tuttavia, la situazione non è priva di difficoltà. Le sanzioni e il contrabbando di carburante, che alimenta il mercato nero, complicano l’accesso legale al carburante a prezzi controllati.

Arabia Saudita

In quanto Paese con le riserve di petrolio più grandi al mondo, l’Arabia Saudita offre benzina a prezzi tra i più bassi. Grazie alla produzione domestica di petrolio a basso costo, il governo saudita è in grado di mantenere sussidi che riducono significativamente il prezzo alla pompa. L’Arabia Saudita basa la propria potenza economica proprio sul petrolio, nonostante recentemente abbia intrapreso un processo di diversificazione e investimenti sul territorio.

Kuwait

Un altro esempio di potenza economica fondata sul petrolio e, più in generale, sulle risorse del territorio. La ristretta popolazione del Kuwait può vantare un prezzo della benzina estremamente basso grazie ad abbondanti riserve e politiche di sussidio. Tuttavia, il Paese sta cercando di diversificare la sua economia, introducendo gradualmente riforme fiscali e politiche ecosostenibili (tra cui XZERO) per ridurre la dipendenza dalle risorse naturali.

Nigeria

La Nigeria è uno dei maggiori produttori di petrolio in Africa e si posiziona al settimo posto della classifica mondiale per prezzo alla pompa. I sussidi governativi sono un fattore cruciale nel mantenimento di prezzi bassi, ma la situazione è complicata dalla corruzione e dal mercato nero. Nonostante le difficoltà interne, la Nigeria resta uno dei Paesi con i prezzi del carburante più vantaggiosi, sebbene il costo reale per il cittadino possa variare notevolmente in base alla disponibilità e all’accesso al carburante.

Algeria

L’Algeria vanta una grande vastità di giacimenti petroliferi, oltre che di gas naturale. Questo ha permesso alle politiche di sussidio di posizionarsi come un pilastro dell’economia algerina, ma negli ultimi anni il governo sta cercando di ridurre le sovvenzioni in modo graduale per fare spazio a riforme fiscali e sociali. Nonostante queste sfide, l’Algeria resta uno dei Paesi più favorevoli in termini di prezzi per il carburante, grazie alla sua produzione interna.

Ecuador

Al nono posto di questa classifica troviamo l’Ecuador, che vanta una gestione efficiente delle risorse petrolifere. Il Paese nel corso degli anni passati ha affrontato diverse difficoltà economiche, ma continua a beneficiare della produzione di petrolio, che rimane un elemento chiave per l’economia. Negli ultimi anni, l’Ecuador ha cercato di incrementare gli investimenti in altri settori economici, ma il petrolio continua a giocare un ruolo fondamentale nel mantenere bassi i prezzi del carburante.

Italia: prezzi elevati e cause

In Italia, i prezzi della benzina sono notoriamente alti rispetto alla media europea e ai vertici rispetto alla media mondiale. Una delle principali cause di questa situazione è la pesante tassazione sui carburanti. Le accise, argomento periodicamente trattato durante le campagne elettorali, rappresentano il 38% del costo totale, che sommate all’IVA aggiungono un rincaro del 56%. Con una produzione in grado di coprire appena il 7% della richiesta interna, deve il costo alla pompa anche alle fluttuazioni di mercato, alle logiche geopolitiche e ai trattati con i Paesi esportatori. Il tutto porta i prezzi tra i più alti in Europa.

Paesi con i prezzi più alti

Se la lista di Paesi con la benzina più economica è ampia, le nazioni con i prezzi più alti sono appena 11. Tra questi i peggiori sono Hong Kong, Islanda e Danimarca, dove le politiche fiscali e ambientali giocano un ruolo decisivo. In Danimarca e più in generale nei Paesi scandinavi, il governo ha deciso di applicare elevate imposte sui carburanti, in contrapposizione a riforme che incentivino la mobilità sostenibile portando la percentuale di parco auto elettrico ai vertici europei. In Islanda, alle politiche green si aggiunge la posizione geografica e la forte dipendenza dall’importazione. Al primo posto troviamo Hong Kong, dove la densità abitativa e la qualità dell’aria ha spinto il Paese a sottoporre una forte tassazione sui mezzi privati per favorire il trasporto pubblico.

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275393 Dove la benzina costa meno nel mondo
SEAT Arona è la prima auto a incorporare componenti creati a partire dal riso https://www.virgilio.it/motori/curiosita/seat-arona-sostenibilita-circolarita-componenti-riso/275824/ Sat, 19 Apr 2025 08:02:16 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275824 Nel panorama automobilistico in frenetica evoluzione, l’attenzione verso la sostenibilità e l’adozione di materiali innovativi sta diventando un imperativo quasi categorico. In tale contesto, SEAT Arona segna una svolta significativa, diventando la prima automobile a incorporare componenti creati a partire da Oryzite, un materiale di origine rinnovabile e naturale derivante dal riso. Questa audace iniziativa posiziona il marchio spagnolo come un pioniere nell’integrazione di soluzioni ecologiche nel settore automobilistico, dimostrando un impegno concreto verso la riduzione dell’impatto ambientale.

Che cos’è Oryzite

Il fulcro di questa innovazione risiede in Oryzite, un materiale rivoluzionario sviluppato a partire dai sottoprodotti della lavorazione del riso, in particolare la lolla. La lolla di riso, spesso considerata uno scarto agricolo, trova così una nuova e nobile applicazione all’interno di un veicolo di serie come la SEAT Arona. Questo rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare, trasformando un potenziale rifiuto in una risorsa preziosa.

L’integrazione di Oryzite nella SEAT Arona è il risultato di un progetto pilota avviato nel 2020 nell’ambito degli Innovation Days di SEAT. Questo percorso di ricerca e sviluppo, durato tre anni e condotto in collaborazione con Oryzite e SIGIT, ha portato all’introduzione di due specifici componenti del bagagliaio realizzati con questo innovativo materiale. Nel dettaglio, i componenti del supporto del doppio fondo, precedentemente composti al 100% da polipropilene e fibra di vetro, ora includono un 15% di Oryzite, un’alternativa bio alla plastica.

Un impatto rilevante

Sebbene all’apparenza nulla nel bagagliaio del B-SUV spagnolo suggerisca questo cambiamento, l’impatto di questa scelta è tutt’altro che trascurabile. Per ogni Arona prodotta, vengono utilizzati 60 grammi di lolla di riso. Su scala annuale, questa quantità si traduce nell’utilizzo di circa 5 tonnellate di questa materia prima, che altrimenti finirebbero in discarica. La provenienza di questa lolla di riso è specificamente dalle risaie del Delta dell’Ebro, una riserva della biosfera situata sulla costa orientale della Spagna, rafforzando il legame con il territorio e promuovendo la valorizzazione delle risorse locali.

Gerard Suriol, responsabile dello Sviluppo Interni nel Centro Tecnico di SEAT, sottolinea con soddisfazione come l’azienda sia riuscita a includere con successo questo materiale rinnovabile, promuovendo così l’economia circolare e diminuendo al contempo l’uso di prodotti derivanti dal petrolio. Questo è un passo fondamentale nella strategia di SEAT volta a ridurre la propria dipendenza dalle fonti fossili e a contribuire a un futuro più sostenibile.

Ulteriori vantaggi

I vantaggi dell’utilizzo di Oryzite non si limitano alla sola sostenibilità ambientale. L’incorporazione di questo materiale bio-based comporta anche una riduzione del peso del componente del 5,8% e una diminuzione dei costi di produzione fino al 2%. Questi benefici economici e tecnici dimostrano come la sostenibilità possa andare di pari passo con l’efficienza e la competitività nel settore automobilistico.

Inoltre, Oryzite presenta un’ulteriore caratteristica di rilievo: si comporta come un serbatoio di carbonio, contribuendo attivamente alla riduzione delle emissioni. Questa peculiarità sottolinea il potenziale dei materiali di origine biologica nel mitigare i cambiamenti climatici e nel promuovere un’industria automobilistica più verde. L’iniziativa di SEAT Arona rappresenta quindi un esempio concreto di come sia possibile unire in maniera innovativa il settore primario con quello industriale, creando sinergie positive per l’ambiente e l’economia.

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275824 SEAT Arona e l'utilizzo di materiali riso
Ritrovata la Ferrari di Michael Jordan: era scomparsa da 15 anni https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ritrovata-ferrari-michael-jordan/275634/ Fri, 18 Apr 2025 08:50:14 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275634 Il mondo degli appassionati di auto d’epoca e dei fan di Michael Jordan è in fermento per una notizia che ha il sapore della leggenda ritrovata: la Ferrari 512 TR appartenuta al fuoriclasse degli Chicago Bulls negli anni d’oro è stata ritrovata dopo quindici lunghi anni di mistero. Questa supercar italiana, non nella sua consueta livrea rossa ma nera, con i suoi interni grigi, non è solo un’automobile di lusso, ma un vero e proprio pezzo di storia sportiva e automobilistica.

Un pezzo di storia: fra sport e leggenda

La storia di questa Ferrari speciale inizia il 29 febbraio 1992, quando Michael Jordan in persona la ritira da un concessionario ufficiale Ferrari dell’Illinois. Per tre anni, questa potente e affascinante auto è stata compagna di Jordan, diventando quasi un simbolo delle sue eclatanti vittorie con i Chicago Bulls. Le immagini di Jordan accanto alla sua Ferrari dopo le partite più memorabili sono impresse nella memoria collettiva, rendendo l’auto un testimone privilegiato di un’era d’oro dello sport. A suo modo, la Ferrari 512 TR – evoluzione della mitica Testarossa – è diventata parte integrante della storia della leggendaria squadra di Chicago.

Nel 1995, la Ferrari 512 TR cambia proprietario e viene acquistata da Chris Gardner, l’imprenditore la cui straordinaria vicenda ha ispirato il celebre film “La ricerca della felicità“, con Will Smith nel ruolo del protagonista e la regia di Gabriele Muccino. Questo passaggio di proprietà aggiunge un ulteriore strato di fascino alla storia di questa vettura, collegandola a un racconto di resilienza e successo che ha toccato il cuore di milioni di persone.

I vari passaggi di mano

Dopo essere stata posseduta da Gardner, la Ferrari di Jordan scompare dalla circolazione per quindici anni. L’ultima apparizione pubblica risale a un’asta, dove questo prestigioso pezzo da collezione fu battuto per centomila dollari. Ad aggiudicarsela fu un uomo che, poco tempo dopo, si ammalò gravemente di cancro, ricevendo dai medici poche speranze di vita. Contro ogni pronostico, il proprietario della Ferrari riuscì a sconfiggere la malattia, ma l’auto rimase chiusa in un garage in California, in una località non lontana dai devastanti roghi che hanno colpito parte di Los Angeles all’inizio dell’anno. Questa lunga reclusione ha alimentato il mistero attorno alla sua sorte, rendendo il suo ritrovamento ancora più straordinario.

La riscoperta a sorpresa

A riportare alla luce questa gemma dell’automobilismo e dello sport è stato il team di Curated, un’impresa specializzata nella compravendita di auto d’epoca. Dopo anni di ricerche, il loro impegno ha dato i suoi frutti, regalando un’emozione indescrivibile agli appassionati. John Temerian, co-fondatore di Curated, ha espresso la sua grande soddisfazione in un video pubblicato su YouTube, definendo il ritrovamento come la soluzione a un “mistero che ci tormentava da anni“. L’entusiasmo nelle sue parole è palpabile: “Nessuno sapeva dove fosse finita. Questa vettura – ha spiegato – rappresenta un momento importante. È l’apice di Jordan e della Ferrari. Siamo entusiasti di riportarla al mondo“. La sua affermazione sottolinea il valore intrinseco di questa Ferrari, non solo come oggetto di lusso e da collezione, ma come simbolo di un’epoca irripetibile.

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275634 Ferrari 512 TR, l'auto di Michael Jordan
Dopo le strade, anche i mari: Ferrari entra nel mondo della vela https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-nuova-sfida-vela/275519/ Thu, 17 Apr 2025 12:45:53 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275519 In Ferrari non ci si ferma mai e, dopo l’annuncio della prima storica supercar 100% elettrica, è arrivata la notizia di un nuovo entusiasmante capitolo. La storia della Ferrari, da oltre 75 anni, è ricca di eventi emozionanti legati all’automobilismo. Il Cavallino ora è pronto a solcare anche i mari con super barche a vela e yacht. Ad annunciare il nuovo progetto del brand emiliano ci ha pensato il Presidente della Ferrari in persona. John Elkann, durante l’assemblea degli azionisti, ha citato il Drake.

Enzo Ferrari era sempre alla ricerca della prossima sfida, proprio come noi oggi – ha dichiarato il nipote prediletto di Gianni Agnelli – Ci stiamo preparando a entrare nel mondo della vela: la ricerca delle massime prestazioni in mare ci offrirà nuove opportunità di innovazione in termini di tecnologia, prestazioni e sostenibilità, e siamo certi che le nostre conoscenze ispireranno le nostre future auto da corsa e sportive“.

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275519 Ferrari entra nel mondo della vela professionistica
Più di 3 milioni di chilometri percorsi con 2 pickup: un record di affidabilità https://www.virgilio.it/motori/curiosita/record-affidabilita-pickup-toyota/275304/ Wed, 16 Apr 2025 05:30:26 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275304 I pickup sono tra i veicoli più diffusi sulle strade americane e sono spesso utilizzati anche per i lunghi spostamenti, grazie all’ampio spazio di carico che li rende utili sia nella vita privata che durante l’attività lavorativa. La quasi totale assenza di strade strette, inoltre, elimina il problema delle grandi dimensioni di questi veicoli. Il caso raccontato da Pickup Truck Talk ha davvero dell’incredibile e conferma lo strettissimo legame che c’è tra molti automobilisti americani e il mondo dei pickup.

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275304 Record per i pickup Toyota
L’auto di “Certe notti” non era una supercar: Ligabue guidava un simbolo degli anni 80 https://www.virgilio.it/motori/curiosita/auto-certe-notti-ligabue-opel-kadett/275166/ Tue, 15 Apr 2025 05:30:23 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275166 Luciano Ligabue, uno dei cantautori più famosi e apprezzati in Italia, celebra quest’anno i 30 anni di Certe notti, un singolo uscito nell’agosto del 1995 come primo estratto del suo quinto album, Buon compleanno Elvis.  Per festeggiare l’evento, oltre a una serie di concerti, è in programma anche l’uscita di Buon Compleanno Elvis 1995-2025. Per promuovere le sue iniziative e raccontare la sua carriera, Ligabue è stato ospite dell’ultima puntata di Che tempo che fa, il talk show condotto da Fabio Fazio. Nel corso della consueta intervista, elemento centrale dello show, Ligabue ha toccato diversi argomenti e ha avuto modo anche di parlare di una particolare auto che ha giocato un ruolo determinante nella sua formazione, sia personale che artistica.

Un’auto per certe notti

Tra i tanti argomenti trattati c’è spazio anche per il mondo dei motori: a sorpresa, infatti, il cantante ha mostrato, con una foto, quella che era la sua auto che lo hanno aiutato a scrivere Certe notti, uno dei suoi più grandi successi. Non si tratta di una supercar o di un’auto da collezione. L’auto delle “certe notti” di Ligabue era, infatti, una Opel Kadett, regalata dal padre.

Ligabue ha descritto la Kadett che guidava nella prima parte degli anni ’90 come “la mia macchina” nonostante “non era esattamente l’auto più figa del mondo“. La vettura gli ha dato “un senso di libertà” permettendogli di vivere all’avventura. Dal racconto è evidente il legame stretto con la vettura di Opel da parte del cantante che, come evidenziato nell’intervista, vivendo in provincia aveva bisogno di “girare la notte” anche senza sapere cosa cercare.

Dalle parole di Ligabue appare evidente come un’auto possa essere molto di più che un semplice mezzo per spostarsi. Il breve racconto delle notti degli anni ’90 scritto dal cantante emiliano, infatti, chiarisce il ruolo di primissimo piano dell’auto per chi vive in provincia e ha bisogno di spostarsi in autonomia, non solo per andare a lavoro ma anche per approfondire le proprie passioni e vivere la vita in modo sempre più completo.

La Kadett di Ligabue

La Opel Kadett è una berlina di segmento C prodotta dalla Casa tedesca in un totale di 6 generazioni, dal 1936 al 1991, e sostituita poi dall’Opel Astra, nome ancora presente nella gamma del brand che oggi fa parte del Gruppo Stellantis e già utilizzato in passato per indicare la versione inglese, con marchio Vauxhall, della vettura tedesca.

La Kadett di Ligabue (anche se non è chiaro quale sia l’anno di produzione) appartiene alla sesta generazione, chiamata Kadett E, caratterizzata da linee molto moderne e in pieno stile anni ’90. Il modello venne realizzato da Opel in varie configurazioni, con carrozzeria da berlina a tre volumi oppure come berlina a due volumi ma anche come station wagon, come Van e come Cabriolet (ultima variante a uscire dal listino, nel 1993). Per moltissimi automobilisti europei, l’ultima generazione della Kadett è stata un’auto molto importante e che, inevitabilmente, ha segnato un’era, contribuendo a trasformare il marchio Opel, rendendolo più moderno e al passo con i tempi.

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275166 Ligabue svela la sua auto durante le certe notti
Battuto il record storico sul giro in pista di Top Gear, ecco l’auto più veloce di una F1 https://www.virgilio.it/motori/curiosita/record-battuto-pista-top-gear/275083/ Mon, 14 Apr 2025 08:58:24 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=275083 Il leggendario record sul giro del Top Gear Test Track è stato infranto con un margine sorprendente dalla rivoluzionaria McMurtry Spéirling PURE VP1. Questa impresa segna un cambio di paradigma nell’ingegneria delle prestazioni, ridefinendo i limiti di ciò che è possibile. Grazie a questo traguardo, l’automobilismo celebra un nuovo capitolo significativo.

Sotto le sapienti mani di “Stig

La McMurtry Spéirling PURE VP1, pilotata dal leggendario “Stig”, è una macchina monoposto con una carrozzeria in carbonio che sprigiona una potenza di 1.000 CV. Ciò che la distingue veramente è il suo sistema Downforce-on-Demand, una ventola che genera ben 2000 kg di deportanza a qualsiasi velocità. Questa tecnologia all’avanguardia si traduce in un’accelerazione fulminea da 0 a 100 km/h in soli 1,5 secondi e una velocità massima di 300 km/h. Ma sono le velocità in curva le più impressionanti, specialmente nella Hammerhead e Chicago, che riescono a superare persino quelle delle moderne monoposto di Formula 1. Essendo la prima “fan car” disponibile commercialmente con un design a gonna sigillata, si attacca letteralmente al tracciato, generando un livello di aderenza ineguagliabile per la maggior parte dei veicoli.

Una pista che ha fatto scuola

Il Top Gear Test Track, introdotto nel 2002 come parte integrante del celebre programma televisivo della BBC, si è affermato come il banco di prova definitivo per le auto più veloci e prestigiose del mondo. Con il suo mix di rettilinei ad alta velocità e chicane strette, il circuito è diventato un vero e proprio test di velocità, maneggevolezza e precisione di guida. Negli anni, supercar e hypercar da pista, dalle McLaren P1 alle Ferrari FXX e Aston Martin Valkyrie, hanno sfidato i suoi limiti. Il precedente record sul giro, detenuto dalla Renault F1 di Fernando Alonso del 2004 con un tempo di 59.0 secondi, era ampiamente considerato uno dei risultati più straordinari per una vettura da F1 moderna. Molti sfidanti si sono succeduti, ma nessuno era riuscito a detronizzare il campione in carica, fino ad ora.

La McMurtry Spéirling PURE VP1 ha compiuto un’impresa senza precedenti, polverizzando il vecchio primato con un incredibile tempo di 55.9 secondi, segnando un momento decisivo nel mondo dell’automobilismo. Thomas Yates, co-fondatore e amministratore delegato di McMurtry Automotive, ha espresso la sua emozione dichiarando che “ottenere il giro più veloce di sempre su questo leggendario circuito è un’impresa immensa per il team di McMurtry Automotive ed è stata supportata dai nostri fantastici clienti. Per me, questo record evoca grandi sentimenti di nostalgia per le incredibili auto che hanno calcato questa pista prima della nostra su Top Gear. Per il team McMurtry, questo non è solo un record: è una testimonianza della nostra passione per l’innovazione, le prestazioni e la leggerezza. Dedichiamo questo record a Sir David McMurtry, che ha fondato questa azienda e la cui eredità portiamo avanti con orgoglio in tutto ciò che facciamo“.

Un giro che entra nella storia

Questo giro record rappresenta una pietra miliare nella storia delle quattro ruote. L’arrivo della McMurtry Spéirling PURE VP1 ha indubbiamente alzato l’asticella a livelli senza precedenti. Jack Rix, Editor-In-Chief di BBC Top Gear, ha commentato: “Essere lì a testimoniare la frantumazione di un record di 20 anni, uno che pensavamo fosse intoccabile, è stato un momento incredibile. E vedere lo Stig aggrapparsi a quella vettura in curva a velocità mai viste prima è stato un esempio di guida soprannaturale. Sapevamo già che la McMurtry rappresentava un gigantesco salto tecnologico, questo ci ha messo il punto esclamativo. È un record che potrebbe non essere mai battuto… a meno che qualche team di F1 non si senta coraggioso?“.

McMurtry è un produttore britannico di hypercar elettriche fondato nel 2016 dal pioniere dell’ingegneria Sir David McMurtry. La loro visione è audace ma semplice: costruire veicoli focalizzati puramente sull’esaltazione della guida. Non solo per piloti professionisti, ma per chiunque sia appassionato di superare i limiti. Il team d’élite ha creato la Spéirling, un’auto rivoluzionaria con ventola che offre 3G di aderenza in curva grazie a 2000 kg di deportanza disponibile da 0 km/h. Oltra alla pista di Top Gear, ha infranto il record assoluto anche alla Goodwood Festival of Speed Hillclimb. Non è solo veloce, è leggera, agile e incredibilmente rapida in curva, mette sull’asfalto prestazioni di livello eccezionale nelle mani di qualsiasi appassionato. Intanto, i test continuano su circuiti leggendari in vista delle consegne ai clienti in tutto il mondo previste per il 2026.

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275083 L'auto del primato sul circuito di Top Gear
Kimi Antonelli, la Mercedes da favola che guida come auto aziendale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/kimi-antonelli-mercedes-auto-aziendale/274994/ Sun, 13 Apr 2025 13:40:53 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274994 Nella sua stagione d’esordio in Formula 1, ad appena 18 anni, Kimi Antonelli ha già sfiorato il podio con la Mercedes confermando, ancora una volta, che il talento c’è e che la sua storia in Formula 1 sarà ricca di successi. In attesa di conquistare la prima vittoria nel campionato, Antonelli ha già ritirato la sua “auto aziendale” messa a disposizione da Mercedes-AMG, la divisione sportiva della Casa tedesca. Per il giovanissimo pilota italiano, tra un Gran Premio e l’altro, c’è ora la possibilità di salire a bordo di una supercar esclusiva che gli è stata consegnata presso l’AMG Performance Center Stefauto di Bologna, sua città natale. Andiamo a scoprire i dettagli della nuova Mercedes di Antonelli.

Un bolide di fabbricazione tedesca

Nonostante qualche problema nel test di guida per la patente, Antonelli ha una nuova “auto aziendale” e, come facile intuire, non si tratta di un’auto normale ma di un vero e proprio bolide, una supercar che ricopre un ruolo di primo piano nella gamma del costruttore tedesco, vero e proprio riferimento per tutti gli appassionati di auto sportive grazie a tanti modelli in grado di occupare tutti i principali segmenti del mercato.

La nuova vettura del pilota italiano, infatti, è una Mercedes-AMG GT 63 proposta nell’esclusiva livrea Blu spettrale magno MANUFAKTUR che esalta la sportività del modello. Sotto il cofano, questa gemma della produzione di Mercedes-AMG può contare su di un motore 4.0 V8 in grado di erogare una potenza massima di 585 CV, con una coppia motrice che può arrivare a 800 Nm. Inutile sottolineare che le prestazioni sono da super sportiva, con uno 0-100 km/h che viene completato in 3,2 secondi.

Una pausa prima della ripartenza

La consegna della nuova vettura è avvenuta subito dopo il GP del Giappone, chiuso da Antonelli con due record storici, e prima della gara in Bahrain, in un momento di pausa necessario per il giovanissimo pilota per elaborare quanto fatto nei primi tre GP della stagione, chiusi con ottime prestazioni e, soprattutto, con tanti punti raccolti. Antonelli è riuscito a stupire e a far meglio rispetto alle attese di molti, anche grazie a un rapporto solido con tutto il team e, in particolare, con Toto Wolff, Team Principal & CEO di Mercedes-AMG PETRONAS F1 TEAM.

Nel corso di un’intervista pubblicata sui canali social di Mercedes Italia, il pilota ha evidenziato l’ottimo rapporto con il Team Principal: “Toto è una grandissima persona, ho un buon rapporto con lui, non solo professionale, ma anche al di fuori della pista. Lui e mio padre sono sicuramente i miei più grandi fan: mi sostengono, mi danno consigli e da entrambi ho imparato e continuo a imparare moltissimo”.

Antonelli si è anche soffermato su quelli che sono stati, nel corso della sua formazione, i piloti che lo hanno ispirato. Il primo nome saltato fuori è quello di Senna oltre a Sebastian Vettel, definito dal giovane italiano come “un pilota che mi piaceva molto“. Non può mancare, inoltre, un riferimento a Lewis Hamilton, protagonista di grandissimi successi con Mercedes, azienda che ha curato la formazione di Antonelli come pilota già a partire dagli 11 anni.

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274994 Kimi Antonelli guida un'esclusiva supercar Mercedes
L’Inter in campo con una maglia speciale dedicata a Valentino Rossi https://www.virgilio.it/motori/curiosita/inter-maglia-speciale-valentino-rossi/274985/ Sun, 13 Apr 2025 08:30:17 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274985 In occasione del match di campionato contro il Cagliari, è stata preparata una maglia speciale dell’Inter dedicata a Valentino Rossi, noto tifoso dei nerazzurri: i giocatori l’hanno indossata nella sfida andata in scena a San Siro.

La maglia speciale dell’Inter dedicata a Valentino Rossi

Dalla collaborazione tra l’Inter e Valentino Rossi è nata la maglia speciale che unisce il mondo del calcio a quello delle due ruote per celebrare degnamente il compleanno numero 46 del ‘Dottore’. La divisa da trasferta della squadra di Simone Inzaghi per la stagione 2024/205 è stata rivisitata, con l’aggiunta di elementi iconici della carriera di Rossi.

Al centro della maglia bianca, troviamo una banda verticale in giallo, lo storico colore di Valentino, con l’aggiunta del celebre motivo “Sole e luna” a simboleggiare l’unione di due mondi e il legame speciale tra Rossi e l’Inter. Altri dettagli della divisa sono il numero 46 posto sotto lo sponsor tecnico e una seconda etichetta situata sul fondo della maglia, con la scritta “Engineered to the exact specifications of Valentino Rossi”.

Valentino Rossi ha parlato così della divisa speciale indossata dai nerazzurri durante la sfida di campionato contro il Cagliari: “È un sogno che si realizza, che unisce l’amore per il motociclismo e il mio team del cuore. Un gesto di grande affetto verso una squadra che mi ha sempre fatto sentire a casa”.

Per la cronaca la maglia dedicata a Rossi è stata di buon auspicio per l’Inter: i nerazzurri, indossandola, hanno battuto 3-1 il Cagliari nel match valevole per la 32a giornata del campionato di Serie A 2024/2025. A San Siro i padroni di casa sono andati a segno con Arnautovic, Bisseck e Lautaro Martinez, quest’ultimo grande appassionato di motori; l’unico gol dei sardi, invece, porta la firma di Piccoli.

L’amore del ‘Dottore’ per i colori nerazzurri

Valentino Rossi non ha mai nascosto la sua fede interista: nel corso della sua straordinaria carriera che lo ha visto conquistare ben 9 titoli mondiali, il pilota di Tavullia ha sempre manifestato l’amore per l’Inter ogni qual volta ne ha avuto l’occasione. Il ‘Dottore’ è stato avvistato più volte in tribuna a San Siro per seguire da vicino le vicende della sua squadra del cuore, anche quando ancora era in attività e il calendario gli permetteva di recarsi allo stadio.

L’amore nei confronti dei nerazzurri è sbocciato nella stagione 1997/98, quando all’Inter arrivò Ronaldo, il ‘fenomeno’ brasiliano idolo di Valentino Rossi. A raccontarlo è stato lo stessa leggenda del motociclismo durante uno speciale andato in onda su ‘Sky Sport’ dedicato alla vittoria del 20esimo scudetto dell’Inter:

“Io sono interista dal 1998 – ha rivelato Rossi – perché da giovane ero sampdoriano quando ero piccolo. Ma dal ’98, quando è arrivato Ronaldo il Fenomeno all’Inter, mi sono appassionato moltissimo di calcio, sono andato a vederli molte volte a San Siro e quindi da lì sono molto interista”.

Ronaldo e Valentino Rossi si sono incontrati molte volte nel corso degli anni: uno dei primissimi incontri andò in scena alla Pinetina, la sede del campo di allenamento dell’Inter, durante la seconda stagione del ‘fenomeno’ in Italia. In quell’occasione i due posarono sorridenti per una foto che ritraeva Rossi mostrare sorridente la maglia dell’attaccante brasiliano.

Nel 2021 la scena è stata replicata a parti inverse: durante l’ultimo Gran Premio della sua carriera in MotoGp, a Valencia, Ronaldo fece una sorpresa a Valentino Rossi, andandolo a trovare nel suo box del team Petronas Yamaha SRT.

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274985 Inter, maglia speciale di Valentino Rossi
Kawasaki svela la moto del futuro, ha quattro zampe https://www.virgilio.it/motori/curiosita/kawasaki-moto-futuro-quattro-zampe/274946/ Sun, 13 Apr 2025 05:30:33 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274946 Negli anni tanti scrittori hanno provato ad immaginare il futuro e spesso ci si concentra proprio sui nostri mezzi di trasporto. Pensiamo ad esempio ad un film come Ritorno al Futuro, dove Bob Gale ha pensato ad un 2015 con auto volanti. La trovata di Kawasaki però stuzzica decisamente anche le fantasie più improbabili. A metà tra l’animale robotico e una moto, la Corleo, la nuova trovata tecnologica del brand giapponese, sta già facendo scalpore in tutto il mondo.

Teatro della curiosa presentazione è stato l’Expo di Osaka-Kansai. Si tratta dell’esposizione universale organizzata dal Bureau international des Expositions (BIE), per intenderci la manifestazione che Milano ha ospitato nel 2015. L’evento durerà 6 mesi, dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 e verterà sul tema “Delineare la società del futuro per le nostre vite”. Proprio operando in quest’ottica, Kawasaki ha deciso di dare vita a questo innovativo mezzo di trasporto.

Di cosa si tratta

Nello specifico si tratta di un veicolo quadrupede, studiato in maniera specifica per la mobilità off-road. Grazie alle sue possenti gambe meccaniche, infatti, come si evince anche dalle clip diffuse, riesce ad arrampicarsi quasi su qualunque cosa. Naturalmente, dovendo strizzare un occhio anche all’ambiente, il motore è a idrogeno da 150 cc.

Ogni singola gamba è indipendente e ha zoccoli antiscivolo, perfetti per ogni tipo di terreno impervio. Kawasaki ha poi lavorato molto sull’interfaccia uomo-macchina, per rendere il mezzo perfettamente integrato con il proprio passeggero.

Come si guida?

Il sistema di guida di questo Kawasaki Corleo è molto particolare perché si muove attraverso i movimenti del corpo del pilota. Tutto questo grazie a dei sensori immessi nel manubrio e nelle staffe che riescono a rilevare gli spostamenti di peso. In pratica sarà come entrare in simbiosi con la macchina. Il mezzo dà anche la possibilità di muoversi di notte grazie a dei marcatori luminosi che si proiettano sul terreno.

Il nome Corleo in un certo senso fa pensare un po’ ad un cuor di leone, quindi un veicolo coraggioso e in un certo senso lo è. Non solo perché si tratta di una vera e propria unicità nel campo della mobilità, ma anche perché, come abbiamo già evidenziato, è capace di sfidare qualunque percorso. Naturalmente questo quadrupede meccanizzato non è al momento disponibile per l’acquisto in concessionaria. Si tratta, infatti, di un prototipo che Kawasaki ha realizzato per immaginare la mobilità nel 2050. Una mobilità che secondo il colosso giapponese guarda al futuro strizzando un occhio al passato. Guardando le clip diffuse sui social, infatti, non può non venirci subito alla mente l’immagine di un vecchio cowboy del west, che sul suo destriero scruta l’orizzonte.

Da notare che Kawasaki ha puntato sull’idrogeno per questo mezzo, non certo una novità per l’azienda nipponica. Ricordiamo, infatti, che solo qualche mese fa, l’azienda aveva svelato al mondo la sua personale moto a idrogeno, anche quella immaginata per il futuro, anche se in quel caso un domani decisamente più vicino. Restando a qualcosa di un po’ più tangibile, invece, ad EICMA 2024, Kawasaki ha tolto i veli alla sua Versys 1100. Per il momento dovremo farcela bastare. Naturalmente la storia dei quadrupedi meccanici non è una novità tutta Made in Japan, ci sono aziende americane come la Boston Dynamics e anche alcune cinesi che da tempo hanno presentato novità del genere, che in alcuni casi hanno anche usi militari. La Corleo si differenzia però perché può trasportare un uomo e interagisce con esso. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

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274946 Nuova Kawasaki Corleo: la moto a quattro zampe
Segue il navigatore e precipita da un ponte in costruzione https://www.virgilio.it/motori/curiosita/segue-navigatore-precipita-ponte/274878/ Sat, 12 Apr 2025 07:05:18 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274878 Ci sono storie che sembrano uscite da un film comico. Poi però guardi il video e la percezione cambia. È successo in Indonesia, a Giava, e se non ci fosse stata una telecamera a riprendere tutto, probabilmente nessuno ci avrebbe mai creduto. Un uomo di 61 anni, a bordo della sua BMW Serie 3, stava semplicemente cercando di raggiungere la casa di un amico quando è precipitato da un ponte in costruzione. Nulla di strano, anzi: per non perdersi aveva deciso di affidarsi a Google Maps. Come facciamo tutti, del resto. Metti l’indirizzo, segui la vocina e via.

Peccato che la storia abbia preso una piega un po’ più movimentata. Magari all’inizio avrà pure pensato: “Strano. La strada è deserta…”. Poi però, man mano, se ne sarà accorto: qualcosa non tornava. Silenzio, lavori in corso, nessun altro veicolo. Ma a quel punto era, probabilmente, troppo tardi per tornare indietro.

Il ponte che non c’era

A un certo punto, durante il percorso, il navigatore gli consiglia di abbandonare la strada principale per prendere una deviazione. L’uomo, inizialmente, ci pensa un attimo e ignora l’indicazione. Ma poco dopo, per ragioni sconosciute — forse un nuovo suggerimento del navigatore, forse un po’ di confusione — imbocca una rampa che porta dritto verso un ponte sopraelevato.

Piccolo dettaglio: quel ponte era chiuso. E non “chiuso” nel senso di “ci sono i lavori in corso ma si può passare lo stesso”. No no. Chiuso sul serio. Incompleto. Praticamente finiva nel vuoto. La BMW ha così proseguito la sua corsa, ha oltrepassato i blocchi (non si sa bene come, ma li ha superati) e poi… il volo. Un volo di circa 40 metri. Un salto da stuntman di Fast & Furious, solo che qui nessuno stava girando un film.

Come è finita

La vettura è precipitata sulla strada sottostante, pure parecchio trafficata. Bastava poco per finire in tragedia. Invece — e qui entra in gioco la fortuna vera — nessuno degli altri automobilisti è rimasto coinvolto. E incredibilmente, anche il conducente e il passeggero della BMW se la sono cavata con ferite lievi. Dopo un salto di 40 metri in macchina. Altro che airbag, qui serviva un angelo custode con la cintura allacciata.

Perché diciamolo: è andata di lusso. In un altro giorno, con più traffico o con altre auto proprio sotto quel punto, staremmo raccontando una storia ben più drammatica. Qui invece siamo davanti a una combinazione rara di incoscienza, tecnologia e fortuna sfacciata.

Le autorità locali, ovviamente, hanno confermato che quella zona era vietata al traffico. Era chiusa, segnalata, bloccata. Eppure, in qualche modo, la BMW è passata lo stesso. Complice magari un’indicazione non proprio chiarissima del navigatore (e i precedenti esistono). O un pizzico di distrazione. Di certo, però, l’episodio riporta a galla un problema ormai molto noto: quanto ci fidiamo (forse troppo) delle app di navigazione.

Perché sì, Google Maps è comodissimo, specie con Gemini al suo servizio. Ma ogni tanto, quando ti dice “svolta a destra”, forse vale la pena guardare bene dove stai andando. Specialmente se davanti a te c’è… il nulla. Fidarsi è bene, ma guardare la strada è meglio.

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274878 Segue Google Maps e vola giù dal ponte
Autostrade smart: ora è l’IA a cambiare i limiti “in tempo reale” https://www.virgilio.it/motori/curiosita/autostrade-smart-ia-limiti-velocita/274799/ Fri, 11 Apr 2025 13:20:33 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274799 L’intelligenza artificiale è sempre più presente nella vita di tutti i giorni e anche gli spostamenti in auto o con altri veicoli potrebbero essere condizionati dalle capacità di calcolo dell’IA. Un progetto pilota in Spagna, infatti, apre le porte all’implementazione di un sistema a base di intelligenza artificiale in grado di regolare i limiti di velocità in autostrada in base a vari fattori e in tempo reale. In questo modo, lungo una tratta autostradale, il limite potrebbe essere modificato (abbassato o aumentato) per garantire la massima sicurezza e rendere più fluido il traffico. Andiamo a scoprire come funziona questo nuovo progetto che, in futuro, potrebbe essere replicato anche in Italia.

Il progetto

L’idea di usare l’intelligenza artificiale per regolare i limiti di velocità in tempo reale in autostrada arriva dalla Spagna e, potenzialmente, rappresenta una vera e propria rivoluzione per gli spostamenti. Il progetto è stato attivo su un tratto dell’autostrada AP-7, vicino Barcellona. Il sistema IA tiene sotto controllo vari fattori e, partendo dal limite di 120 km/h, può effettuare delle modifiche in tempo reale. Ad esempio, se le condizioni meteo sono avverse, l’IA potrebbe decidere di ridurre il limite di velocità, in modo da massimizzare la sicurezza. Nel caso in cui le condizioni della strada lo permettano (traffico minimo, condizioni meteo ottimali, piena visibilità etc.), il sistema può anche decidere di aumentare il limite di velocità, portandolo a 150 km/h. La regolazione avviene in tempo reale. Gli automobilisti vengono avvisati da un sistema di pannelli elettronici che “segue” le decisioni dell’intelligenza artificiale, con l’indicazione dei limiti di velocità attualmente in vigore sul tratto di strada considerato. Ricordiamo che l’IA è già a bordo di molte auto grazie all’integrazione di Gemini in Android Auto mentre molti modelli propongono ChatGPT.

Un monitoraggio in tempo reale

Una delle principali caratteristiche dei sistemi IA è la capacità di analizzare, in pochissimo tempo, una grande quantità di dati. Questo permette un’analisi completa e su più livelli, che fornisce un “output” (in questo caso, il nuovo limite di velocità in autostrada) basato sulla valutazione dettagliata di tutti i fattori in gioco. Con il giusto addestramento, un modello IA può essere in grado di elaborare dati in modo sempre più preciso e sempre più rapido.

Quello avviato in Spagna è, naturalmente, un primo progetto sperimentale a cui, però, potrebbero far seguito diversi progetti simili, con l’IA che potrebbe essere implementata su più tratte autostradali. In futuro, sistemi di questo tipo potrebbero essere introdotti anche in città, per una migliore gestione del traffico (magari intervenendo anche sulla gestione dei semafori).

Le potenzialità per rendere l’intelligenza artificiale uno strumento per migliorare la viabilità, rendere gli spostamenti più sicuri e ridurre i consumi ci sono tutte. L’esempio dell’autostrada catalana, almeno in linea teorica, potrebbe essere replicato anche in Italia. Naturalmente, come prima cosa, è necessario definire un quadro normativo con regole tecniche ben precise per chiarire il modo in cui l’IA interviene. In futuro, un sistema di questo tipo ha le potenzialità per farsi largo anche nel nostro Paese.

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274799 L'intelligenza artificiale regola la velocità in autostrada
Carlo e Camilla in Italia con l’auto ecologica da 11 milioni di euro https://www.virgilio.it/motori/curiosita/re-carlo-italia-auto-ecologica/274774/ Fri, 11 Apr 2025 07:29:56 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274774 La visita di Stato di Re Carlo III e della Regina Camilla in Italia ha avuto un’eco significativa fin dal loro arrivo all’aeroporto di Ciampino a Roma. Ad attenderli, simbolo di regalità e innovazione, una maestosa Bentley State Limousine color amaranto e nera. Questa vettura esclusiva non è semplicemente un mezzo di trasporto di lusso, ma un vero e proprio concentrato di tecnologia, sicurezza e attenzione all’ambiente.

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274774 Re Carlo III in Italia con una Bentley
Maxi ordine dello Sceicco, Mercedes gli dedica l’intera produzione di uno stabilimento https://www.virgilio.it/motori/curiosita/mercedes-chiusura-stabilimento-maxi-ordine-sceicco/274538/ Wed, 09 Apr 2025 09:34:24 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274538 Monete, francobolli, bottiglie di vino pregiato… roba da collezionisti. La lista è lunga, e di vario tipo, e noi italiani con qualche annetto sulle spalle lo possiamo confermare. Pensiamo, ad esempio, alle figurine dei calciatori, oggetto di culto della nostra infanzia. Se possiedi, però, delle enormi fortune puoi mirare molto più in alto, come Sheikh Hamad bin Hamdan al Nahyan, noto al mondo intero con lo pseudonimo di Sceicco Arcobaleno. Il nome potrebbe suonarvi familiare, perché vi rimanda a personaggi da film o a causa della sua passione per le auto, che supera l’umana concezione. Migliaia di esemplari, sparsi tra musei, hangar e capannoni negli Emirati Arabi.

Pezzi pregiati di un uomo dai gusti raffinati, e un tantino eccentrici. Si nutre di emozioni e può permettersi di dare libero sfogo alle proprie fantasie. Del resto, se il tuo patrimonio personale si aggira sui 20 miliardi di dollari, hai modo di coronare quasi ogni desiderio. E di mandare in tilt un intero stabilimento Mercedes, impegnato ad accontentarne i capricci, piccoli e grandi. Giusto per avere un’idea di quanto sia fuori scala tutto questo.

Una collezione… arcobaleno

Il soprannome “Sceicco Arcobaleno” deriva da una curiosa iniziativa. A far scattare il nomignolo, un ordine talmente assurdo da sembrare una leggenda metropolitana. Eppure, è la verità: Hamad ha commissionato alla Mercedes-Benz una flotta di Classe S, ognuna dipinta in un colore diverso dell’arcobaleno. Non solo fuori, sia chiaro. Gli interni sono coordinati con la tinta della carrozzeria. A quanto pare, per riuscire a consegnare l’intera flotta di veicoli nei tempi concordati, Mercedes avrebbe interrotto la produzione in una delle sue fabbriche per dedicarsi solo a lui. Una fabbrica. Chiusa. Per un uomo. Quando si dice essere clienti importanti…

La collezione del “nostro” Sceicco spinge anche sul pedale della grandezza fisica. Letteralmente. In mezzo a tutti i suoi, spunta ad esempio il più grande Hummer H1 del mondo (ci entri con le scale…). E poi, una Dodge Power Wagon anni ’50, versione “Sceicco”. Ingigantita, modificata e trasformata in una specie di monumento mobile. Sembra una macchina dei cartoni animati, però in scala 1:1 con l’ego del proprietario. E va detto, con 20 miliardi in tasca e la voglia di stupire, il confine tra auto e opera d’arte diventa sottile.

Questione di feeling

Sentire certe storie e collezioni, come quella dell’ex leader della F1 Bernie Ecclestone, fa un certo effetto. Da un lato c’è la meraviglia per questi garage da sogno, dall’altro il sorriso amaro ripensando alla tua “macchinina” con lo sportello cigolante e la radio che prende poche stazioni. Ma il punto non è invidiare. È capire che, per alcuni, l’auto trascende il significato di mezzo di trasporto. È una dichiarazione d’intenti. Che tu abbia un Hummer gigante, una Mercedes arcobaleno o una Fiat Panda con le marce dure, ciò che guidi dice qualcosa di te. Racconta chi sei, o chi vorresti essere.

E magari, anche se non chiuderanno mai una fabbrica per costruirti un veicolo, puoi sempre scegliere un modello capace di metterti a tuo agio. Di rispecchiarti. Nonostante magari lo usi giusto per andare a fare la spesa.

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274538 Mercedes chiude stabilimento per un solo cliente
Scuola guida con la Porsche 911, a Monaco candidati per la patente “lusso” https://www.virgilio.it/motori/curiosita/scuola-guida-porsche-911/274296/ Mon, 07 Apr 2025 14:18:09 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274296 Altro che Panda o Clio: a Monaco i neopatentati cominciano al volante di una Porsche 911 Carrera. Sì, avete letto bene. Non è un’esercitazione in pista né una trovata pubblicitaria: dal 31 marzo, l’autoscuola Monaco Bonne Conduite offre vere lezioni di guida… con una supercar. A ideare il progetto è stato Paul Croesi, titolare della scuola, che di giovani al volante di bolidi ne ha visti fin troppi dopo l’esame.

“Molti ragazzi, appena presa la patente, tornavano da me qualche giorno dopo a bordo di auto con 600 o 700 cavalli”, ha raccontato a BFM Nice Côte d’Azur. “Avevano fatto le lezioni su vetture da 60 o 80 cavalli, poi si trovavano catapultati su mostri di potenza”.

Un investimento da 159 euro all’ora

L’idea, quindi, è nata dalla realtà del Principato: Monaco è terra di motori, di velocità, di quattro ruote da sogno che si vedono parcheggiate a ogni angolo. Perché non insegnare a guidarle davvero, invece che lasciarli improvvisare con 600 cavalli sotto il piede? La formula, però, ha un costo: 159 euro all’ora. Una cifra ben lontana dai classici 55 euro richiesti per una sessione “normale”. Tuttavia, secondo Croesi, “l’idea riscuoterà facilmente successo”. E in fondo, è l’unica autoscuola del genere a Monaco. Il problema non si pone in Italia visti i limiti di potenza per i neopatentati fissati dal Codice della Strada.

Attenzione però, perché l’iniziativa non è pensata solo per i più giovani. La formazione è aperta anche a chi ha già la patente, ma vuole imparare a gestire meglio una macchina ad alte prestazioni. In questo caso si parla soprattutto di riflessi, controllo e sicurezza. “Non siamo solo formatori di guida”, ribadisce Croesi. “Siamo anche formatori di sicurezza stradale. E con auto così potenti, è fondamentale sapere come si comportano davvero su strada”.

Per rendere la Porsche 911 (disponibile in Italia con prezzi di listino a partire da oltre 136.000 euro) adatta all’uso in autoscuola, sono stati aggiunti alcuni elementi tecnici fondamentali: specchietti supplementari, doppio pedale e centraline di controllo. Nessun compromesso su estetica e prestazioni, ma tutto il necessario per garantire sicurezza durante le lezioni.

“Diversa da una macchina normale”

Tra i primi studenti che hanno provato la nuova esperienza rientra Louise, 17 anni. Ha già svolto quattro ore di guida a bordo della Porsche, e il suo entusiasmo è contagioso: “Guidare una Porsche è molto diverso dal guidare un’auto normale”, racconta sorridendo. “Se ne vedono tante in giro qui, ma essere seduti dentro è tutt’altra cosa. È davvero piacevole”. E anche se ogni ora le costa quanto una piccola borsa mid-level, Louise è sicura: “Ne vale la pena”.

In un contesto come quello monegasco, dove il concetto di lusso è la norma, l’iniziativa sembra perfettamente in linea con lo stile di vita del territorio. È formazione e, al tempo stesso, status, affidabilità e passione. Un veicolo potente, se non lo sai domare, può diventare un pericolo. Insegnare a farlo, fin da subito, con gli strumenti idonei, costituisce un investimento che – almeno qui – pare avere tutto il senso del mondo. E magari, tra i tornanti sopra il Principato, cominceremo a vedere ragazzi giovanissimi affrontare le curve con la disinvoltura di chi ha imparato su una Carrera.

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274296 Porsche 911 a scuola guida a Monaco
Mercedes abbandonata viene lavata dopo 20 anni: la rinascita https://www.virgilio.it/motori/curiosita/mercedes-abbandonata-viene-lavata-dopo-20-anni-la-rinascita/274282/ Mon, 07 Apr 2025 13:49:06 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274282 Sembravano ormai lontani i suoi giorni di gloria. E invece no. Era lì, sepolta da anni sotto una coltre di polvere, muffa e silenzio. In un garage dimenticato pure dai proprietari. Una Mercedes 450SL degli anni ’70, abbandonata da così tanto tempo che nessuno si ricordava più neanche com’era in origine. Rimaneva giusto un cofano opaco, coperto da strati di sporco, con la stella a tre punte ormai spenta. Sedili mangiati dalla muffa. Abitacolo da film horror. Il motore forse ancora vivo. Chissà.

Era diventata un relitto. Uno di quei casi persi che sanno di onta a un cimelio, capaci di scuotere nel profondo gli appassionati appena ci posano gli occhi addosso. Ma poi, qualcuno ha preso la situazione in mano e detto che quella macchina aveva ancora delle “cartucce da sparare”. Sotto quella pelle rovinata brillava un cuore tedesco in grado di battere. A patto di concedergli una chance. Una vera.

Inizia la magia

Prima mossa: spalancare il garage e tirarla fuori. Facile? Ma quando mai: gomme sgonfie, telaio in pessimo stato, odore da abbandono puro. Eppure, quando ha visto la luce, è successo qualcosa. Era come se implorasse aiuto. La squadra spedita sul campo non era lì per fare un lavoretto da sabato pomeriggio. Voleva riportarla indietro nel tempo. Via l’armatura di sporcizia con l’idropulitrice, poi un lavaggio da spa (a differenza di una povera Fiat Panda…) con prodotti studiati per non rovinarle la pelle (sì, la vernice di queste vecchie glorie è delicatissima). Poi è toccato alla clay bar per rimuovere ogni schifezza invisibile e una lucidatura profonda, di quelle che ti fanno dire: “Aspetta un attimo… ma com’era bella!”.

All’interno si è capito fino in fondo quanto fosse conciato male. Pelle mangiata dall’umidità, puzza di muffa ovunque, comandi incrostati dal tempo. Sedili smontati, trattati, coccolati con prodotti antimicrobici. Pelle nutrita manco fosse una creatura. Le parti cromate a specchio. Il cruscotto non sembrava nemmeno lo stesso: lucido, profondo, elegante. Tutto è stato fatto per riportare la 450SL esattamente com’era. Nessun tuning, nessuna forzatura. Solo rispetto, tecnica, e tanta voglia di restituirle dignità.

Una lezione da tramandare

Quanto mostrato va al di là di una semplice lezione di meccanica. È un atto d’amore. Un pezzo d’ingegneria tedesca dei fasti d’oro condotto a una seconda giovinezza, grazie a mani esperte e occhi pieni di passione. Il bello? L’operazione è stata documentata passo dopo passo. Un video online, con migliaia di utenti dediti a commentare, tra emozioni e confessioni. Perché macchine del genere mica sono ascrivibili a semplici veicoli: sono un canale di ricordi e storie.

La seconda vita della 450SL (una “stirpe” proseguita dalla SL) è un promemoria: niente è davvero perduto. Serve giusto qualcuno capace di guardare oltre la ruggine. Che abbia tempo, tecnica e amore. Ora è lì. Ha smesso di essere un rottame, ed è di nuovo un capolavoro. Ti guarda, e ti dice: anche dopo vent’anni di buio, puoi riprendere a brillare. E non è solo il sogno di una macchina. È il sogno di tutti noi.

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274282 Mercedes riportata allo splendore dopo decenni
Venduta all’asta la Lamborghini Gallardo di David Beckham https://www.virgilio.it/motori/curiosita/lamborghini-gallardo-beckham-asta/274051/ Sat, 05 Apr 2025 13:24:44 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274051 C’è chi colleziona figurine, chi maglie autografate… e poi c’è chi si porta a casa una Lamborghini Gallardo guidata da David Beckham. Sì, proprio lui: il golden boy del calcio inglese, ex Manchester United e Real Madrid, marito di Victoria, imprenditore, icona di stile. Uno che non ha mai scelto un’auto a caso. Così gli outfit, così le meraviglie a quattro ruote le ha sempre scelte come estensione della sua personalità. Sabato 30 marzo, alla casa d’aste Venette (nella regione francese dell’Oise), la sua Gallardo del 2004 ha fatto battere più cuori di un cimelio napoleonico. E non è un modo di dire: tra pezzi d’art déco e rarità da museo, il bolide di Sant’Agata Bolognese ha rubato la scena, nonostante la folta e agguerrita concorrenza.

Una supercar con pedigree da fuoriclasse

Beckham comprò la Lambo nuova il 27 agosto 2004, mentre stava vivendo il suo momento “Galactico” con il Real Madrid. Aveva 29 anni, la Champions League già in tasca e un garage che definire interessante è poco. Per vent’anni ha tenuto stretto questo bolide, curandolo come si cura un ricordo importante: appena 9.900 chilometri km (convertiti dalle miglia), revisione ufficiale Lamborghini nel 2019, controlli tecnici anche dopo il passaggio a un nuovo proprietario nel 2023. Insomma, più che una supercar, un pezzo di storia su ruote in perfette condizioni.

Era già leggenda

Lanciata nel 2003, la Gallardo fu la risposta di Lamborghini alla Ferrari, con un tocco tedesco aggiuntivo: il progetto venne seguito da Audi, che aveva appena rilevato il marchio italiano. Il nome? Preso da una razza di tori da combattimento. E la scheda tecnica è altrettanto interessante:

  • Motore V10 da 5 litri, 500 cavalli
  • Trazione integrale
  • Accelerazione da 0 a 100 in 4,5 secondi
  • Velocità massima: 309 km/h
  • Telaio in alluminio, sospensioni raffinate, freni da pista, cofano corto, stile che ancora oggi non ha perso un grammo di fascino

Linea compatta, cofano corto, stile tuttora in grado di conservare inalterato il suo fascino. Nel corso degli anni, la Gallardo ha avuto diverse evoluzioni, spingendosi fino a 570 cavalli, prima di cedere il testimone alla Huracan nel 2013. Alla fine, un partecipante all’asta se l’è portata a casa per 139.000 euro. Meno dei 157.064 euro pagati da Beckham (anche global ambassador delle Maserati) all’epoca, ma in questo caso il valore reale va oltre i numeri.

Da collezione, ma con anima

La Gallardo passata di mano porta la firma di una personalità rimasta al centro dei riflettori, lascito di un mito da copertina, ieri e oggi, complice il matrimonio con l’ex Spice Girl Victoria. E il fatto che sia stata battuta a un prezzo inferiore al valore iniziale non ne sminuisce il prestigio: è un colpo grosso per chi l’ha comprata, e un segno chiaro dell’appeal delle auto con una storia alle spalle. Parlano a chi sa ascoltarle.

Tra collezionisti, appassionati di calcio e feticisti del V10, la vendita ha messo d’accordo chiunque. Una macchina elegante, rabbiosa, con un passato da leggenda e ancora tutta la vita davanti. E con solo il 10% di commissione sull’asta, viene quasi voglia di mettersi a contare le monetine sul comodino.

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274051 La Lamborghini Gallardo di David Beckham ha trovato un nuovo acquirente all'asta
Resta bloccato nella neve con la Lamborghini Sterrato: il video diventa virale https://www.virgilio.it/motori/curiosita/lamborghini-sterrato-bloccata-neve/274027/ Sat, 05 Apr 2025 12:22:53 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=274027 Un anno fa il web era impazzito per un video virale: la sfida sulla neve tra una Porsche 911 Dakar e una Lamborghini Huracan Sterrato. Due supercar con l’animo da fuoristrada, pensate per uscire dal solito asfalto e buttarsi (almeno in teoria) su neve, ghiaia e sterrato. Se la Dakar si rifaceva a una gloriosa antenata con storia nei rally, la Sterrato era una novità assoluta per la Casa italiana. Un modello prodotto in appena 1.499 esemplari, finiti sold-out in un attimo, soprattutto grazie alla promessa: “Con lei puoi andare ovunque”. Sì, ma “ovunque” fino a un certo punto.

Qualcuno mi porti via da qui

Nei giorni scorsi è tornato virale un altro filmato, girato al confine tra California e Nevada, precisamente nella zona di Lake Tahoe, nota per le sue piste da sci e i panorami innevati. Protagonista, ancora una volta, una Huracan Sterrato. Questa però non stava facendo drifting sulla neve. Stava cercando di uscirne. E non ce la faceva. L’auto è rimasta bloccata sul ciglio della strada dopo aver perso aderenza, forse per via della troppa neve o per una manovra azzardata. Fatto sta che l’effetto finale è stato un po’ comico, un po’ amaro: una supercar da centinaia di migliaia di euro, ferma come una Panda con le gomme lisce.

Il video, postato su Instagram da un automobilista che seguiva la scena, mostra chiaramente il momento in cui la Lambo riparte, sbandando e scivolando in modo goffo verso il centro della carreggiata. Un attimo di incertezza, poi il blocco. Scene da “gita in montagna con imprevisto”, ma con una Sterrato come protagonista invece del solito SUV da famiglia.

Eppure, sulla carta, la Huracan Sterrato è ben equipaggiata. Dispone di un assetto rialzato di 4 centimetri rispetto al modello base, gomme specifiche Bridgestone Dueler All-Terrain AT002 (le prime run-flat dedicate alle supercar, progettate proprio in vista di terreni accidentati), protezioni per il sottoscocca, carreggiate allargate, fari LED supplementari e tutta una serie di dettagli pensati per farla sembrare pronta all’avventura.

La scheda tecnica è appena l’inizio

Sotto il cofano, batte lo stesso V10 aspirato da 5,2 litri e 610 cavalli delle versioni più “stradali”. L’accelerazione da 0 a 100 km/h resta identica: 3,4 secondi. Solo la velocità massima è stata abbassata a 260 km/h (contro i 326 delle sorelle da pista), giusto per motivi di sicurezza. Tuttavia, come spesso accade, i numeri sulla scheda tecnica sono insufficienti. E l’episodio di Lake Tahoe lo ricorda. Perché sì, la Huracan Sterrato è una supercar in grado di uscire dai soliti binari. Ma se finisce nelle mani sbagliate, il rischio è che diventi una supercar piantata nella neve come un principiante alla prima settimana bianca.

In realtà, quando si parla di macchine così potenti, anche l’assetto rialzato e le gomme “all-terrain” hanno i loro limiti. E soprattutto, ci vuole padronanza. Se chi guida si lascia prendere un po’ troppo la mano o sottovaluta i fattori esterni, il fuoristrada si trasforma in fuorigioco. Il fascino di auto come la Sterrato sta anche in questo: sono provocazioni su quattro ruote. Oggetti pensati per rompere le regole, per stupire. Ma la realtà è meno “Instagrammabile” di quanto sembri. E a volte, serve più umiltà che cavalli.

 

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274027 Lamborghini Sterrato bloccata dalla neve
Elettra Lamborghini chiede lo sconto sulla multa, il video scatena i commenti https://www.virgilio.it/motori/curiosita/elettra-lamborghini-multa-autista/273637/ Wed, 02 Apr 2025 08:33:24 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=273637 Quando si dice trasformare una multa in contenuto virale. Sul suo profilo TikTok, Elettra Lamborghini ha condiviso un video che ha fatto il giro dei social in poche ore. Nelle immagini, la cantante e conduttrice viene ripresa mentre cerca – tra il serio e il faceto – di convincere la Polizia a lasciar correre su una sanzione appena inflitta al suo autista.

Il tono? Quello che ormai è diventato il suo marchio di fabbrica: ironico, diretto e senza troppi filtri. “Collega, chiuda un occhio dai”, dice sorridendo a uno degli agenti, mentre si avvicina alla volante. “Ci ha fatto un multone, veramente”, insiste. Poi guarda l’importo e chiede: “Quanto ci ha fatto? 90,30 euro?”. E infine, con un mezzo sorriso: “Lo sconto?”.

Il video – corredato dalla frase “Hanno multato il nostro driver, il nostro nuovo programma promette benissimo” – è stato pubblicato direttamente sul profilo TikTok di Elettra, diventando subito virale.

Il web si interroga (e si diverte)

Oltre alla scena in sé, a far ridere i fan è stata soprattutto una parola: collega. In tanti, nei commenti, si sono chiesti perché la Lamborghini continuasse a chiamare così l’agente, come se fosse uno del mestiere. C’è chi ha ipotizzato un riferimento ironico al fatto che anche lui fosse “in scena”, visto che stavano registrando uno show, e chi ha semplicemente apprezzato il tono leggero della scena.

“È una di noi”, scrive qualcuno nei commenti. “La prossima volta provaci col cashback, aggiunge un altro. E tra meme, battute e video reaction, il siparietto ha alimentato l’ennesimo capitolo della narrazione social sempre attiva attorno a Elettra. E qualcuno già ce la vede a presentare ricorso.

Nuovo programma, nuovo “incidente”

Il tutto è accaduto durante le riprese del suo nuovo programma: L’ignoto, un adventure game che andrà in onda su Rai2 a partire da settembre. Lo show segna un altro passo nella carriera televisiva di Elettra, ormai sempre più lanciata come volto dello spettacolo oltre che cantante. Il programma, inizialmente pensato per Simona Ventura, è poi passato nelle mani della Lamborghini, che ha ormai preso dimestichezza con la telecamera in qualsiasi circostanza.

Il video, al di là della scenetta, mostra quanto Elettra sappia esattamente come muoversi sui social, far parlare di sé e trasformare anche un imprevisto (tipo una contravvenzione) in uno sketch. Non è la prima volta che la cantante finisce al centro dell’attenzione per qualcosa di inaspettato. Ma, come sempre, sa giocarsela con leggerezza e autoironia. In un mondo in cui ogni contenuto viene misurato in view e like, anche 90 euro di multa possono diventare un buon investimento se fanno sorridere milioni di persone.

A differenza di altri episodi simili nel mondo dello showbiz, il pubblico sembra aver colto lo spirito del video: nessuna sfida alle regole, nessuna arroganza, solo un momento leggero da condividere. Certo, la multa all’autista è rimasta. E lo sconto, a quanto pare, non è arrivato. Ma la scena ha fatto il suo giro, alimentato la curiosità sul nuovo programma e confermato, ancora una volta, che Elettra Lamborghini non ha bisogno di cercare l’attenzione: la attira naturalmente.

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273637 Elettra Lamborghini prova in tutti i modi a evitare la multa al suo autista
Prende una Ferrari a noleggio, chiede riscatto per consegnarla e sparisce: indagato https://www.virgilio.it/motori/curiosita/ferrari-noleggio-riscatto-indagato-estorsione/273486/ Tue, 01 Apr 2025 05:00:39 +0000 https://www.virgilio.it/motori/?p=273486 Negli anni possedere una Ferrari è diventato una sorta di status. Simbolo di lusso e velocità, bisogna ammetterlo, hanno anche un costo decisamente elevato. Non tutti possono permettersi di averne una e in tal senso arriva in soccorso il noleggio. Con una cifra decisamente più contenuta, infatti, è possibile portarsi a casa una vettura del Cavallino Rampante. L’episodio che è accaduto lo scorso anno a Rimini però non crea di certo un bel precedente in tal senso.

Un uomo, pugliese di 32 anni, aveva preso a noleggio una Ferrari F8 Tributo nel settembre del 2024. Parliamo di una vettura di grande pregio che ha un valore di circa 400.000 euro. Dopo averla ritirata però l’uomo si è volatilizzato nel nulla con la vettura. Firma del contratto e presa in consegna erano avvenuti a Rimini. Per questo motivo l’indagine è subito diventata di competenza territoriale del Norm di Rimini.

La dinamica

L’ultima volta che la vettura è stata vista era il 30 settembre 2024. Il 32enne avrebbe anche chiesto un “riscatto” di 30.000 euro per riconsegnare la Ferrari in questione. Il Gps posto all’interno della vettura segnala come ultima posizione utile la città di Cerignola, in provincia di Foggia. Probabilmente, al momento, quest’auto si trova o in un garage in Europa nell’attesa che si calmino le acque per essere poi venduta all’estero o è stata già smontata pezzo per pezzo.

Grazie a delle indagini fatte di intercettazioni telefoniche e appostamenti, gli inquirenti sono riusciti ad identificare il 32enne. Quest’ultimo a quanto pare aveva più volte fornito al titolare dell’agenzia dei falsi appuntamenti per riconsegnare la vettura in cambio di un esborso di denaro. Secondo le Forze dell’ordine, l’uomo agirebbe con dei complici e avrebbe il compito di fare da corriere, trasportando auto di lusso a Cerignola. Consegnate alla “base” queste vetture sarebbero state poi smontate per essere rivendute. Per il truffatore è stata emessa un’ordinanza di misura cautelare con obbligo di dimora nel Comune di Pescara. Per il momento non sono stati ancora intercettati, invece, gli altri complici.

La vettura trafugata

L’auto protagonista suo malgrado di questa brutta vicenda è una Ferrari F8 Tributo , si tratta di una delle vetture più belle uscite da Maranello negli ultimi anni. In produzione dal 2019 al 2023, vanta un motore centrale biturbo con una cilindrata di 3902 cm³, capace di erogare una potenza massima di 720 CV. Le sue bielle sono in titanio, di derivazione F1. Il cambio, invece, è automatico Getrag doppia frizione a 7 rapporti derivato dalla 488 GTB.

Da Maranello dichiarano che questa vettura è capace di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h in 7,8 secondi con una velocità massima di 340 km/h. Insomma numeri da urlo per l’auto che è stata presentata al Salone di Ginevra del 2019 come sostituta della 488 GTB. A sua volta, a partire dal 2021, è stata svelata quella che è la sua naturale erede: la 296 GTB. Quando parliamo di Ferrari F8 Tributo ci riferiamo ad un modello piuttosto nuovo, quindi anche facilmente rivendibile sul mercato per questi truffatori. Di quest’auto esiste anche una variante Spider con tettuccio rigido pieghevole che impiega 14 secondi per aprirsi o ripiegarsi.

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273486 Noleggia una Ferrari, dopo chiede il riscatto: denunciato