Liliana Resinovich, il mistero della vertebra T2 fratturata: il fratello ha denunciato Molinari per falso

Sergio Resinovich denuncia per falso Giacomo Molinari, il preparatore anatomico che si è attribuito la frattura della vertebra T2 di Liliana

Pubblicato:

La frattura della vertebra T2 è un giallo nel giallo dell’omicidio di Liliana Resinovich. Il fratello della vittima, Sergio Resinovich, ha scelto di denunciare il preparatore anatomico Giacomo Molinari per falso. Quest’ultimo, infatti, recentemente ha riferito che sarebbe stato lui a produrre quella frattura in sede autoptica, durante una manovra. Nel frattempo la pm Ilaria Iozzi, titolare dell’inchiesta, ha chiesto nuove analisi da presentare in sede di incidente probatorio.

Sergio Resinovich denuncia Giacomo Molinari

Sergio Resinovich ha scelto di denunciare il preparatore anatomico Giacomo Molinari per falso. Secondo il fratello di Liliana Resinovich, infatti, Molinari potrebbe aver mentito quando si è attribuito la responsabilità della frattura della vertebra T2. Lo si apprende da un intervento della criminologa Roberta Bruzzone sul nuovo numero di Giallo.

Secondo Sergio Resinovich, quindi, quella frattura era già presente prima dell’autopsia dell’11 gennaio 2022. Per questo motivo si parla di giallo nel giallo, e la natura della frattura è diventata un elemento chiave che potrebbe indirizzare le indagini verso direzioni più chiare e precise.

vertebra liliana resinovichFonte foto: ANSA
Il momento della riesumazione del corpo di Liliana Resinovich prima della seconda autopsia. La frattura della vertebra T2 è un giallo nel giallo: è una lesione legata all’omicidio o un errore del preparatore anatomico?

Sempre Bruzzone fa presente nella TAC eseguita l’8 gennaio 2022 la frattura alla vertebra T2 non è riportata. Ancora, la stessa lesione è presente nella relazione della seconda autopsia effettuata dalla squadra di Cristina Cattaneo che l’esperta descrive come “perimortale”.

Una lesione perimortale si colloca immediatamente prima o dopo la morte del soggetto, per questo motivo la frattura della vertebra T2 è un nuovo nodo da sciogliere sulla morte di Liliana Resinovich. Va ricordato, inoltre, che secondo la super perizia la 63enne Triestina sarebbe morta per soffocamento meccanico.

I nuovi accertamenti chiesti dal pm

Come anticipato in apertura, nel contesto delle nuove indagini sulla morte di Liliana Resinovich – archiviata come suicidio nella prima inchiesta e convertita in omicidio nel 2025 – la pm Ilaria Iozzi ha chiesto nuove analisi alla gip Flavia Mangiante. Lo riporta il quotidiano locale Il Piccolo.

Nello specifico Iozzi ha chiesto nuovi accertamenti di tipo genetico su vari elementi tra cui i cordini, i peli, i filamenti presenti sul corpo di Liliana e il materiale rinvenuto sotto le scarpe della donna. In più l’accusa chiede anche accertamenti di tipo dattiloscopico e merceologico in sede di incidente probatorio. Uno dei nodi principali è rappresentato dal cordino presente intorno ai sacchi che avvolgevano la vittima e intorno alle chiavi.

Iozzi chiede che il cordino venga comparato ai gomitoli di spago rinvenuti dalla giornalista Chiara Ingrosso in casa di Sebastiano Visintin durante un servizio. Lo scopo è rilevare eventuali tracce di Dna.

Le analisi del taglio

Un altro elemento cruciale per le indagini, e per il quale è stato richiesto un accertamento merceologico, è dato dal taglio effettuato sul cordino che avvolgeva i sacchi di plastica dentro i quali era stato riposto il corpo di Liliana Resinovich.

L’approfondimento potrebbe rispondere ai dubbi su come sia stato tagliato quel cordino e soprattutto su quale oggetto sia stato usato, anche tramite una comparazione con i coltelli sequestrati dalla casa di Visintin.

liliana-resinovich-morte Fonte foto: Facebook Sebastiano Visintin / ANSA
,,,,,,,,