Morta a Gaza la bimba - influencer Yaqeen Hammad, chi era l'11enne uccisa nel raid israeliano

Yaqeen Hammad era un simbolo della speranza a Gaza: anche lei è stata uccisa in un raid. I suoi video portavano gioia ai bambini tra le macerie

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Yaqeen Hammad, 11 anni, portava gioia tra i bambini di Gaza con video sui social, sfidando bombe e fame. È morta in un raid su una scuola a Deir el-Balah, con gran parte della sua famiglia. Attivista con la ONG Ouena, distribuiva aiuti tra le macerie: era diventata simbolo della speranza degli innocenti in tempo di guerra.

Yaqeen Hammad morta a Gaza

Undici anni, occhi profondi e capelli scuri come la notte, Yaqeen Hammad cercava di offrire sollievo ai suoi coetanei nella Striscia di Gaza, tra bombardamenti incessanti e un assedio soffocante.

Nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio, un attacco aereo israeliano nell’area di al-Baraka, a Deir el-Balah, ha colpito duramente, uccidendola insieme a gran parte della sua famiglia.

Chi era la bambina influencer

La presenza di Yaqeen Hammad su Instagram era diventata virale, la sua allegria fuori dal comune era contagiosa e riusciva a raccontare una resistenza gentile, mentre il suo mondo si sgretolava giorno dopo giorno.

Nei suoi video da Gaza, Yaqeen mostrava ai coetanei come trasformare il dolore in allegria. Con piccoli gesti – una danza, un gioco improvvisato, persino un gelato immaginario – regalava attimi di distrazione dalla guerra. In uno degli ultimi contenuti pubblicati, spiegava con semplicità il suo intento: far sorridere i bambini, anche solo per poco.

Suo fratello Mohamed, uno dei pochi sopravvissuti, le ha reso omaggio con parole struggenti. “La mia campionessa. La mia sorellina, la mia anima, è stata uccisa”.

Attivista del collettivo Ouena, portava aiuti e conforto tra gli sfollati, accanto al fratello. I social l’hanno resa simbolo della speranza, mentre attorno crollavano ospedali e scuole.

La strage di bambini a Gaza

L’operazione militare “Carri di Gedeone”, già responsabile della morte di numerosi bambini – tra cui i nove figli della pediatra al Najjar – ha aggiunto un’altra giovane vittima al lungo elenco.

Dallo scorso 18 marzo, data della rottura del cessate il fuoco da parte di Israele, l’Unicef ha registrato la morte di 950 minori. Secondo Save the Children, circa un milione di persone – ovvero quasi metà degli abitanti della Striscia – soffre di fame estrema, che ha già causato la morte di 29 individui tra anziani e neonati, mentre gli aiuti umanitari restano bloccati ai confini.

Almeno 4500 pazienti, inoltre, necessitano di uscire urgentemente da Gaza per ricevere cure mediche ormai impossibili sul posto, a causa della distruzione degli ospedali e della totale mancanza di farmaci e terapie da mesi.

gaza yaqeen hammad Fonte foto: ANSA/Instagram - Yaqeen Hammad
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