Morto il regista Mirko Locatelli, ha diretto "Il primo giorno d'inverno" e "I corpi estranei": era malato
È morto a 50 anni il regista Mirko Locatelli dopo una malattia. Tra i suoi film Il primo giorno d’inverno e I corpi estranei
È morto a 50 anni Mirko Locatelli, regista milanese noto per film come “Il primo giorno d’inverno” e “I corpi estranei”. Si è spento sabato a Casorzo Monferrato dopo una breve malattia.
Morto Mirko Locatelli
Mirko Locatelli è morto sabato 1° giugno a Casorzo Monferrato (Asti), dove viveva e lavorava da tempo. Nato a Milano il 22 ottobre 1974, aveva 50 anni.
La scomparsa è avvenuta in seguito una breve malattia, che lo ha debilitato. Ha lasciato un vuoto nel panorama del cinema d’autore italiano.
Fonte foto: ANSA
Tetraplegico dall’adolescenza per un incidente stradale, non aveva mai fatto della disabilità il centro del proprio lavoro, ma ne aveva fatto un punto di osservazione.
La carriera
Locatelli si era laureato in archeologia all’Università degli Studi di Milano, ma aveva iniziato presto a scrivere per Vivimilano del Corriere della Sera, dedicandosi poi al cinema a partire dal 2002. Insieme alla sceneggiatrice e compagna di vita Giuditta Tarantelli aveva fondato Officina Film, con cui ha diretto spot, cortometraggi e documentari.
Nel 2008 firma il suo primo lungometraggio, “Il primo giorno d’inverno”, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Da lì l’avvio della carriera: nel 2013 arriva “I corpi estranei” con Filippo Timi, presentato al Festival di Roma. Nel 2018 dirige “Isabelle”, premiato a Montreal per la sceneggiatura, e nel 2022 “La memoria del mondo”, con Fabrizio Falco, in anteprima al Torino Film Festival.
Nel corso degli anni fonda anche Strani Film, produce l’esordio £I cormorani£ di Fabio Bobbio e distribuisce documentari come £Effetto Thioro”.
La malattia
Locatelli si è spento dopo una breve malattia. Fino all’ultimo ha continuato a lavorare nella sua società di Casorzo, che condivideva con attori e registi. Aveva appena iniziato a preparare un nuovo film.
“Dirigere sulla sedia a rotelle non è un problema – diceva – perché nel cinema conta la poetica, non l’aspetto”.
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